E allora le foibe?

C’è un meccanismo che si è messo in moto che sta facendo sì che il giorno del ricordo diventi una data del memoriale fascista e della sua propaganda. 

Il libro dello storico torinese Eric Gobetti “E allora le foibe?” (collana fact checking laterza, pp116, 13 euro) lo dice chiaro fin dalla sua prefazione: «Questo libro nasce da una urgenza. Quella di fermare il meccanismo che si è messo in moto, impedire che il Giorno del Ricordo diventi una data memoriale fascista». 

In occasione del Giorno del Ricordo 2021 l’Istituto per la storia della resistenza in provincia di Alessandria ha promosso una discussione storiografica a partire proprio dal nuovo libro di Eric Gobetti.
L’incontro promosso dall’israel avrà luogo lunedì 8 febbraio alle ore 17. Sarà possibile seguire la diretta Facebook dell’evento a questo indirizzo: https://www.facebook.com/isralessandria

Il saggio si aggiunge alla storiografia che analizza e interpreta la tragedia delle foibe tra il 1943 e il 1945. Le foibe si collocano in un’epoca in cui emergono i nodi del dramma della guerra, dei totalitarismi, di una violenza eretta a sistema. L’opera porta in primo piano due temi che restano scottanti, il numero delle vittime e la logica degli omicidi di massa. Eric Gobetti ne discuterà con Cesare Panizza, dell’Università del Piemonte Orientale.

«Chi sfrutta una tragedia di questa portata per vantaggi personali o politici non agisce certo per amore della verità e manca di rispetto prima di tutto alle vittime» dice ancora l’autore nella sua introduzione. 

Il libro pone al centro della questione l’uso pubblico della storia per fini politici ed nasce da una idea semplice ma difficile spesso da digerire: e cioè che la storia non la scrivono i vincitori o i “politici” ma le carte, i documenti, le prove, i verbali, i fatti incontestabili davanti al tribunale appunto della storia. 

Gobetti, già autore di testi sulla presenza italiana in Jugoslavia durante la Seconda Guerra Mondiale, fornisce dati e fonti fin qui accertati dalla quasi totalità degli studiosi, prova a ricostruire genesi e a contestualizzare eventi nel panorama europeo del 900, stila una robusta bibliografia ragionata che può essere utile a chi voglia approfondire. 

«E allora le foibe» analizza e separa le vicende belliche da quelle dell’Esodo giuliano non dando per scontato ogni tipo di connessione ‘ideologica’, riporta la tragedia degli istriani nel più ampio alveo dei confini orientali, dei totalitarismi e dei nazionalismi novecenteschi, e, non da ultimo, li inserisce nel contesto generale della Guerra Fredda. 

Gobetti su questo non ha dubbi quando afferma che «fermo restando che ogni violenza gratuita è condannabile, da un punto di vista storico il paragone tra foibe e shoah non ha alcun senso. Non tanto per l’ordine di grandezza, ma soprattutto per le motivazioni degli aggressori e per la tipologia delle vittime. Le uccisioni commesse sul confine orientale e nell’autunno del1943 e nella primavera del 1945 non possono essere in alcun modo considerata un tentativo di genocidio e le vittime non sono individuate in quanto appartenenti ad uno specifico popolo». 

Il libro di Gobetti sta facendo discutere ed ha suscitato vibranti proteste da parte dei movimenti di destra, ancora prima che lo stesso fosse pubblicato. Gobetti è stato vittima di un linciaggio mediatico – con tanto di pubblicazione di foto private dello storico – da parte di neofascisti che l’hanno accusato di revisionismo senza aver neppure letto il libro. 

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