Da Novi Riso e fagioli per l’Europa

Nel documento della Regione Piemonte presentato la scorsa settimana, contenente ben 1.200 progetti legati alla “Next Generation Piemonte” – ovvero i denari per la ripresa che potrebbero arrivare dall’Unione Europea a seguito della pandemia – non risultavano piani relativi al Comune di Novi.

La “bugna” (coloro i quali parlano forbito, dicono la bolla) è scoppiata dopo che i “cattivoni” dell’opposizione, esaminato con pazienza il lungo elenco, hanno amaramente constatato che in tale repertorio la nostra Novi non era neppure menzionata.

Appena la notizia è apparsa sui giornali, il Sindaco Cabella si è precipitato ad annunciare che l’Amministrazione aveva diligentemente compilato le schede e le aveva inviate alla Giunta regionale; ma, forse, tramite un cammelliere su cammello assetato, che non è giunto in tempo. L’Assessore al Bilancio, a sua volta, si è precipitato a comunicare, in rete, che, in ogni caso, c’è tempo fino alla fine di aprile per spedire le schede: “excusatio non petitaaccusatio manifesta” … Ovvero, che fretta c’era di fornire la precisazione, se le proposte erano già state inviate ? Peccato, però, che la scadenza del 30 aprile è quella entro la quale il Governo italiano deve presentare i progetti all’Unione Europea, e non quella in cui i Comuni avrebbero dovuto inviare alla Regione i progetti, invio poi prorogato al 16 aprile. 

Ops! Qui si scivola …

La Regione, comunque, non aveva recepito alcun progetto, e questa volta non si può incolpare chi governava Novi precedentemente, né tanto meno chi governa l’ente regionale, in quanto anche a piazza Castello di Torino siedono amici (o no ?) della Giunta novese (notizia sconvolgente, questa; impedisce al giovane virgulto leghista che siede in Consiglio comunale l’unico, trito, argomento di controffensiva).

Si potrebbe supporre che in Regione, avendo saputo che gli amministratori novesi, altrimenti chiamati “Fatebenefratelli”, avevano già rinunciato ai cinque milioni derivanti dalle compensazioni del Terzo Valico a favore di Alessandria, in quanto generosi d’animo e già ricchi di loro non abbiano bisogno di ulteriori quattrini, per di più provenienti dall’ “odiata” Europa.

L’elenco novese, appare non tanto come un progetto, bensì un riso e fagioli, nel quale tutto quello che arriva si butta dentro il pentolone (a quanto pare il ragionamento vale anche per l’elenco regionale). Si dà una mescolata, e via! Come si dice da queste parti, “bòn u fà bòn, bitiro ‘n ti baleti” (ovvero è buono tutto, anche il burro con le castagne bollite).

Qualche considerazione si impone.

Dal luglio dello scorso anno la tanto detestata Unione Europea ha approvato il Recovery Fund, quindi c’era molto tempo a disposizione per pensare a possibili iniziative, magari discutendone in città e, perché no, in Consiglio comunale, raccogliendo idee e votando un documento (carta canta …). Già, ma la traballante Giunta novese era in tutt’altre faccende affaccendata, per dirla con il Manzoni.

Invece, a quanto pare, tutto è stato organizzato in gran segreto (magari neppure nelle stanze del Palazzo, ma presso un privatissimo “pensatoio” al quale solo pochi eletti sono ammessi), producendo non già un progetto, ma una lista della spesa, secondo il famoso adagio: “Chi più ne ha, più ne metta”.

Mancano però i calcinacci dei Portici vecchi, tanto cari al Mungitore, tema certamente strategico per l’Unione Europea. Se ci fosse ancora tempo, si potrebbe inserire anche la richiesta di una pista innevata per la gara di Qamutik (tipica slitta Inuit); hai visto mai che possano arrivare turisti eschimesi ?

Peraltro, rileviamo che nell’elenco risulta la richiesta di fondi per la realizzazione del nuovo scolmatore, mentre, pochi giorni prima, nell’intervista pasquale il Sindaco aveva dichiarato che sarebbe stato necessario studiare se fosse un progetto utile. Pover’uomo, non gli avevano detto che “loro” (la Giunta ombra) avevano deciso che “s’ha da fare” !

Ci pare di capire, con modestia, che le richieste all’Unione Europea vadano fatte secondo una logica, un progetto, un “fil rouge” (definizione, questa, che, se infastidisce, può essere traslata in “fil vert” o “noir”, a seconda dei gusti), mentre, ci si permetta, le schede inviate non danno una visione della città nel prossimo futuro; non si comprende come si intendano rilanciare economia, commercio, trasporti, cultura … ecc. ecc.

Nel documento europeo si parla di “economia sostenibile”. Piccolo esempio (piccolo quanto una trave in un occhio): nell’elenco novese non vi è traccia del rilancio dello scalo ferroviario di San Bovo, operazione che porterebbe anche posti di lavoro. Vogliamo continuare a trasportare le merci con i camion, oppure con i treni? Così, tanto da sapere. E del “turismo più turistico” di “acciliana” memoria, ne parliamo? E, di tutto questo, il Mungitore che dice ? Attendiamo il suo verbo; ma, se si dovesse perdere anche questa opportunità, la sua quota di responsabilità se la dovrà pur prendere, visto che si è vantato di essere l’artefice della vittoria del centro destra a Novi. Ormai, più che una vittoria sembra una vincita, tipo gratta e vinci, con distribuzione di benefit ai più fedeli (distribuzione che non è ancora finita).

Inutile continuare; ma si tratta di un’occasione storica per la città e davvero auspichiamo non vada perduta (sempre che il cammelliere sia arrivato in tempo, entro ieri, ed i progetti non vengano cassati). Altrimenti, dopo i cinque milioni già persi, si potrebbe affermare che la strategia di questo malandato centro-destra novese sia “muoia Sansone con tutti i filistei”.

Il Malalingua

Il solito Bastiano commentava: ma “quel là cu lacia eè vache”, (ovvero colui che munge le mucche), sta ancora guardando se cadono i calcinacci?

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Malalingua

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