Gli ondivaghi passi Cabelliani

La zoppicante Amministrazione comunale – o chi per essa – ha deciso di chiedere i fondi per la realizzazione del secondo scolmatore delle acque del Rio Gazzo; ma, come ricorderà il cittadino accorto, pochi giorni prima il Sindaco aveva dichiarato in un’intervista: “L’Amministrazione comunale intende realizzare uno studio, che deve fornirci la risposta se serva costruire un nuovo scolmatore, oppure se possa bastare la manutenzione di quello già esistente …”.

Sembrerebbe che una certa confusione, di cui aveva parlato il Sindaco sempre in tale intervista, non regni in piazza, bensì abbia preso il sopravvento a palazzo Pallavicini.

Sorge altresì il dubbio che le varie decisioni in merito alla nostra amministrazione, smentite comprese, vengano stabilite altrove, dove si puote, forse in qualche maison privata, forse dall’illuminato gruppo “nipote and friends”. Perdindirindina, come avrebbe esclamato il principe De Curtis: se si cambiano le carte in tavola, almeno si avverta, anche con un sms, il povero Sindaco, il quale, diligentemente asserragliato a presidiare la torre d’avorio, ne avrebbe preso atto, evitando una ennesima figura del “cioccolataio” (per non dire del conta palle), che proprio non si addice al suo ruolo istituzionale.

La navigazione tormentata di questa sfaldata maggioranza di centro-destra novese, a quanto pare non ha fine. Se dovessimo ripercorrere tutte le questioni finora affrontate (affrontate … si fa per dire) ci accorgeremmo che il loro “modus vivendi” è cosparso di smentite e contro-smentite, talmente numerose da provocare capogiri, nausea compresa.

Soffermiamoci, al momento, sulla questione dello scolmatore.

In campagna elettorale, tutti i candidati Sindaci, compreso Cabella (lo si ricorda, in modo particolare, alla pattuglia leghista-azzurra con nuance nerastre, qualora non ne fosse a conoscenza), avevano dichiarato – si controllino i programmi ufficialmente depositati – che occorreva affrontare il problema degli eventi alluvionali e che il secondo scolmatore andava costruito. 

Ripercorriamo invece i successivi, nonché ondivaghi, passi cabelliani.

Nel marzo scorso i Democratici, con un emendamento al Bilancio, avevano posto il problema in maniera costruttiva, chiedendo di inserire, nel documento fondamentale, la realizzazione dell’opera; si tratta di una condizione tecnicamente importante, poiché, se approvata, costituisce l’atto di indirizzo del Consiglio comunale sul quale la Giunta, organo esecutivo, successivamente deve operare.

Il documento è stato respinto con un intervento (incomprensibile) dell’ormai sgangherata maggioranza, aiutata dall’attento Mungitore, il quale, con la chiarezza che lo contraddistingue, ha spiegato che il nuovo scolmatore non sia necessario, e anzi, che quello esistente sia perfettamente bastevole: sarebbe sufficiente dargli una pulitina, senza tante storie. Il solito giovane virgulto “in seconda”, forse memore degli studi svolti all’alta Scuola di Amministrazione pubblica diretta da Ciurlandari, ha replicato, probabilmente facendo spallucce: “Se l’opera era così importante, perché non l’hanno fatta loro?”, riferendosi, ovviamente, ai detestati e trinariciuti predecessori. Una riflessione da amministratore responsabile: farà carriera!

Invece a noi, poveri ingenui, è parso che il “respingimento” della proposta sia stato fatto per partito preso. Immaginiamo infatti che, durante una riunione (magari in assenza di Cabella, forse considerato un di più) di quel che resta della maggioranza, qualcuno abbia comunicato: “… E poi c’è la proposta dei democratici sullo scolmatore”; sempre immaginiamo che il “capataz” abbia risposto: “Non perdiamo tempo su questo argomento, andiamo oltre: se la proposta è dei democratici, votiamo contro, qualcuno trovi le motivazioni”. Il capataz in seconda – altrimenti chiamato fulmine di guerra – dopo aver studiato una notte intera deve aver trovato la “lucida” motivazione di cui si è detto. Quindi, lo scolmatore non s’aveva da fare; diversamente, persone coscienti avrebbero votato a favore (magari turandosi il naso, considerata la provenienza della proposta).

Coerentemente, in quanto persona diligente, il Sindaco – a non più di un mese di distanza da quel Consiglio comunale – assimilato il sottile e motivato indirizzo politico della sua scalcagnata maggioranza (ivi compreso il Mungitore) – rilasciava la dichiarazione sopra riportata: “Prima studiamo se il nuovo scolmatore davvero serve, poi si vedrà”.

Però Cabella, pover’uomo, non era stato avvertito del cambio primaverile di linea, a conferma che le decisioni vengono prese dappertutto, tranne che a Palazzo. Tanto che, a pochi giorni di distanza dall’intervista, è uscito un comunicato stampa ufficiale, nel quale si dice che l’Amministrazione comunale sceglie (citiamo testuale): “Prima di tutto, la sicurezza del territorio e dei cittadini: un progetto per complessivi 9.200.000 euro per la realizzazione di un nuovo scolmatore e la messa in sicurezza del territorio colpito dalle alluvioni del 2014 e del 2019”. Prima di quando? Non già prima di Pasqua.

E quei famosi oltre nove milioni di euro, come sono stati quantificati? “Spannometricamente”, forse, secondo il sistema “scientifico” in uso all’Assessore ai Lavori pubblici? Infine, da dove è uscito il progetto per il nuovo scolmatore, se, fino a pochi giorni prima, si doveva ancora studiare l’utilità dell’opera? Sarà mica uscito dall’uovo di Pasqua?!!

Immaginiamo, se mai del tema si dovesse nuovamente discutere in Consiglio comunale, l’imbarazzo ed i salti mortali della capogruppo legista per difendere le diverse posizioni, generate non già dagli assembramenti Covid, ma dai suoi amici (“compagni” non si può dire) di partito. Sappia che non la invidiamo. Siamo anche assai curiosi di capire con quali motivazioni farebbe marcia indietro il Mungitore (ma, forse, il lunedì dell’Angelo ha fatto un sopralluogo al vecchio scolmatore stabilendo, da esperto in materia qual è, che quello nuovo s’ha da fare).

Per concludere: tutto ciò sembra un gran “paciugo” (voce del verbo paciugare). È stata inviata alla Regione una proposta che non ha neppure un atto di assenso del Consiglio comunale, anzi! L’unico atto recente dell’Assemblea cittadina è stato il diniego (se, per caso, in Giunta è presente un qualche tecnico, ci rifletta bene). Forse si esagera ad affermare che, nel giro di ventidue mesi, la Giunta comunale, su una questione tanto importante (e non, con tutto il rispetto, sui calcinacci dei Portici), ha cambiato posizione continuamente? Dapprima sì, poi no, poi studieremo, poi abbiamo (si fa per dire) già studiato.

Complimenti per la chiarezza! Sindaco, se c’è, batta un colpo… almeno sulla scrivania (a proposito: La informiamo che il Centro fieristico, da sempre, è utilizzato per la Rassegna enogastronomica “Dolci Terre di Novi” e non certo per la Fiera di Santa Caterina, come da Lei erroneamente dichiarato al Tg3 Piemonte. È stato scritto che è stato un lapsus … pare, piuttosto, un lapis, come si diceva da ragazzi per canzonare gli svarioni, come ricorderà, da “over 65 e un pezzo” quale Ella è! Ma su questo torneremo la prossima settimana, magari parlando anche di immigrati).

Il Malalingua

In piazza Dellepiane, Bastiano commentava: “Chilù i lavura a va la c’a vénu”. Letteralmente:lavorare “a va là che vengo”, ovvero alla bell’e meglio, approssimativamente.

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