La storia del pasticcere che voleva fare la ballerina

C’era una volta un piccolo paese di provincia sonnolento. In questo paese c’era un pasticcere molto bravo a lavorare il cioccolato. Del resto, il suo paese era famoso nel mondo proprio per il cioccolato.  Un bel giorno questo pasticcere di mezz’età si mise in testa un’idea impossibile. Voleva diventare modello, voleva diventare ballerina. Il paese cominciò a mormorare: “è diventato matto”, diceva uno. “Un po’ lo è sempre stato”, rispondeva l’altro. “Si veste da donna!”, dicevan le comari, magari un po’ invidiose. 
Se questa storia avesse avuto come sfondo le strade di Los Angeles, o Londra, sarebbe stato più facile per il nostro pasticciere. Ma nel suo paesotto di provincia, tutti lo guardavano da dietro le persiane.
Ma lui non mollò, cominciando a raggiungere qualche obbiettivo: qualche sfilata, qualche “shooting” fotografico, qualche apparizione in tv. Fino al gran finale. 

La storia che ho cominciato a raccontarvi è tutta vera, lo sapete. Il pasticciere che vuol far la ballerina è Giovanni Lasagna, e il paesotto è la nostra Novi. Una storia di provincia che sembra uscita dalla fantasia di uno sceneggiatore. La storia di Giovanni il pasticcere che vuol diventare Vanja la ballerina. 

Questa sera Lasagna si gioca tutto. Su “La stampa” di mercoledì c’è una paginata sul suo spettacolo, e basta andare a leggere in alto “servizi promozionali” per capire che quella pagina Lasagna se la è pagata, tanto per cambiare. Probabilmente, questo sul Moscone è l’unico articolo sul suo spettacolo che Lasagna riceve “gratis”. Nel redazionale c’è una dichiarazione di Lasagna che mi è piaciuta: “Bravissima non deve essere solo la mia vittoria, ma la vittoria dei miei amici e di tutta la città”. 

Lasagna ha scelto di metterci la sua faccia, i suoi soldi, il suo lavoro. Ha piazzato il palco davanti al suo bar, ha riempito di manifesti la città, e sabato sera ci salirà sopra per ballare sulle note di “survivor”, il sopravvissuto. Ovviamente, sono piovute le critiche. Critiche al comune leghista che ha concesso 5300 euro per la realizzazione dello spettacolo. Un poco di più di quanti ne ha dati a Andrea Lanza, che con il suo Hortus, con meno soldi di spettacoli ne fa parecchi di più. 

Non voglio entrare nella polemica politica: Lasagna è un leghista da sempre, come lo è suo padre e come la è la sorella, che era anche stata eletta in consiglio nella lista della Lega (ma si è dimessa poco dopo). C’è chi dice che i soldi dal comune li ha avuti per motivi politici, e magari è pure vero. Ma non è questo il punto. 
C’è chi dice che con la sinistra a Novi eravamo stufi di Maurizio Billi, che quest’anno ha diretto il concerto di apertura degli europei di calcio, e ora ci ritroviamo Lasagna. Ma neppure questo è il punto. 

A me la storia del pasticcere che voleva fare la ballerina piace, anche per tutte le sue contraddizioni. Anzi, forse mi piace proprio per tutte le sue contraddizioni. 

Mi piace il fatto che un uomo di mezza età si è messo in testa un’idea tanto bislacca quanto divertente, e tanto ha fatto che è riuscito a trovare amici che hanno creduto nel suo progetto, hanno aperto insieme a lui il portafoglio e hanno permesso lo spettacolo di sabato sera. 

Magari il comune poteva fare a meno di metterci del suo (o meglio, del nostro, perché mica li han tirati fuori dai loro portafogli), ma diciamoci la verità, tra tutte quelle che sta combinando la “rivoluzione del buon senso” novese, questa è la meno peggio. 

Quindi, alla faccia dei criticoni, io dico “Bravo” (anzi, bravissima) a Lasagna. Bravo per la sua ostinazione, per il suo fregarsene allegramente di quel che dicono i novesi. Bravo anche perché questa è una bella storia da raccontare. Gratis, ovviamente. 

Comunque vada, sarà un successo. Perché, come diceva Charles Bukowski, “La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto”.

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

Un commento su “La storia del pasticcere che voleva fare la ballerina

  1. Piccolo paese? Novi Ligure , città di più di 28000 abitanti, oltre i 33000 negli anni ’70 è definita “piccolo paese”? Ma per favore!
    Complimenti a Lasagna per tutto ciò che ha permesso di organizzare e per aver resa nota la nostra CITTA’ (non piccolo paese) per buoni motivi altrimenti eravamo solo legati al caso di Omar ed Erika.
    Cordiali saluti,
    Franco Vaccari.

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