Il “giro” delle Donne gira intorno a Novi

Non c’è che dire l’intraprendenza della Giunta Cabella sul turismo sportivo si fa sentire, in particolare sul tema del ciclismo.
Si potrà dire che è tutta colpa della pandemia ed in parte è vero, ma è anche vero che in questi ultimi due anni sono state realizzate gare ciclistiche importanti, ma a Novi, non si è vista nemmeno l’ombra. Nessuna gara ha avuto il piacere di essere ospitata in città. Non parliamo della Gran Fondo Dolci Terre di Novi che portava in città oltre millecinquecento ciclisti con almeno altrettante persone al seguito, perchè qui la pandemia ci ha messo lo zampino. Non parliamo nemmeno della Milano-Sanremo 2020 che è stata deviata altrove, nel silenzio della Giunta comunale che, fece, una timida protesta postuma (forse perché prima non aveva saputo della deviazione). Per fortuna gli organizzatori per l’edizione di quest’anno sono tornati sui loro passi, loro.
Non parliamo nemmeno del Giro dell’Appennino che ormai da due anni ha stabilito la cittadella della partenza a Pasturana e non a Novi.
Parliamo invece del Giro d’Italia delle Donne la cui terza tappa, il 4 luglio, è partita da Casale Monferrato si è diretta ad Alessandria, ha poi raggiunto Acqui Terme e infine è giunta ad Ovada, ove era posto l’arrivo di tappa. Il percorso sembrerebbe essere stato fatto per tagliare fuori Novi, che ha sempre vantato e dovrebbe vantare essere la città dei Campionissimi. Non sappiamo cosa sia successo. Probabilmente le quattro città principali, non importa se siano più o meno “blasonate” in termini di ciclismo, sono state più intraprendenti della Giunta comunale novese, rimasta chiusa dentro il Palazzo a discutere di beghe e poltrone. Oppure tutto ciò è il frutto della strategia del “turismo più turistico” annunciata mesi fa dall’Assessore Accili, che, sinceramente, facciamo fatica a capire.
Infine questa “strategia” sul ciclismo potrebbe essere il frutto della furia distruttrice di ciò che è stato fatto nel recente passato. Ci permettiamo però di suggerire, per chi si fosse messo in contatto in questo momento, che il ciclismo è nel sangue dei novesi almeno da quando il giovanetto Costante Girardengo (che era un ciclista, da non confondersi con Niccolò a cui è intitolata la via principale della città), nel 1907, sfidò nell’attuale piazza Pernigotti (o se si preferisce piazza del Maneggio) il maratoneta olimpionico Dorando Petri, battendolo.

La storia non si cancella.

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