Cit, i Dem: se non avessimo fatto mancare il numero legale, non sarebbero state inserite le clausole di salvaguardia dei lavoratori

Dopo tre consigli comunali praticamente consecutivi, i consiglieri del gruppo democratico hanno fatto il punto su quanto accaduto attraverso una diretta sulla loro pagina facebook. 

Tema principale quello del Cit, con la delibera di vendita finalmente approvata «Questa delibera è stata riproposta più volte – ha detto il capogruppo Simone Tedeschidue settimane fa abbiamo deciso di abbandonare l’aula, facendo mancare il numero legale, per due ragioni principali: innanzitutto perché ritenevamo fondamentale arrivare ad un accordo con i lavoratori, inserendo le clausole di salvaguardia del loro posto di lavoro e dei livelli occupazionali. Inoltre, perché sosteniamo che, grazie al concordato preventivo che il tribunale ha concesso al Cit, ci fosse il tempo di riscrivere la delibera in modo da superare le perplessità evidenziate dai tecnici comunali e avere anche da loro il via libera. Aver fatto saltare il numero legale a qualcosa è servito: è stato trovato un accordo con i lavoratori. Purtroppo, la ormai “famigerata” delibera del 3 maggio è stata riproposta senza modifiche. Una delibera che ha basi giuridiche moltoo fragili, come evidenziato dal segretario comunale, dal ragionier capo e dal collegio dei revisori. Questo rischia seriamente di compromettere il percorso di vendita avviato. Lo spacchettamento in quattro rami, con la vendita dei due potenzialmente più produttivi, non è secondo noi il percorso che permetterà di salvare l’azienda. Speriamo comunque che la gara possa andare a buon fine». 

Dopo Tedeschi, è intervenuto Rocchino Muliere: «Abbiamo visto alcuni consiglieri della Lega esultare per l’approvazione di questa delibera: io al loro posto sarei molto più cauto, le perplessità giuridiche rischiano fortemente di compromettere tutto il percorso. Perplessità che potevano essere superate. Questa vicenda comunque dimostra ancora una volta che questa maggioranza non c’è più, da un anno ormai. È grazie al nostro gruppo e al Movimento 5 stelle, che sono rimasti in aula, che la delibera è stata votata. Non solo Cabella non ha più una maggioranza, ma non riesce neppure a garantire il numero legale. Novi ha bisogno di essere governata: abbiamo chiesto a Cabella di prendere in mano le redini del suo consiglio comunale, oppure di andare a casa: così non si può andare avanti». 

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