Dalle Olimpiadi arrivi una sollecitazione all’integrazione

Non riconoscere nel 2021 in un paese come l’Italia lo ius soli sportivo lo trovo insensato , addirittura folle e aberrante per indicare due termini utilizzati dal Presidente del Coni Giovanni Malagò, uno di quelli che sa usare la carota ma anche il bastone quando serve (basti vedere l’amarezza e la delusione delle sue parole nel commentare i scarsi risultati ottenuti a Tokyo dalla scherma che quest’anno ha deluso profondamente) e che ieri ha richiesto a gran voce lo ius soli sportivo subito dopo l’oro nei 100m di Marcell Jacobs un ragazzo di 26 anni nato a El Paso (Texas) da madre italiana e cresciuto a Desenzano del Garda in provincia di Brescia.

In realtà una prima forma di ius soli sportivo già c’è ed è stata introdotta nel febbraio del 2016 esattamente 3 anni dopo la nomina di Giovanni Malagò a Presidente del CONI .
Ad oggi la norma è rivolta a tutti i minori che risiedono regolarmente sul territorio “almeno dal compimento del decimo anno di età”, per loro è prevista l’iscrizione alle federazioni sportive italiane con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani.

Quindi un immigrato under 18 residente in Italia ma non cittadino italiano, non può essere convocato in Nazionale fino al compimento dei 18 anni di età dove a quel punto, può avviare la procedura (infinita) per la richiesta di cittadinanza e dare una svolta alla propria carriera sportiva; chi mastica un po’ di sport sa bene quanto anche solo un anno in più o meno possa fare la differenza nella carriera di un atleta.

Una soluzione praticabile sarebbe a mio avviso quello di adottare uno “ius culturae” complessivo con l’obiettivo di riconoscere automaticamente la cittadinanza a chi nasce sul territorio italiano ad alcune condizioni , ad esempio che almeno uno dei genitori sia nato in Italia oppure sia regolarmente residente nel Paese da almeno dieci anni.

Lo Sport ci sta insegnando quanto si debba investire su di esso nel nostro Paese e quanto questo possa essere veicolo di integrazione, con buona pace delle destre.

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Luca Patelli

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