Subalpina, quando verrà finalmente bonificata la fabbrica dei veleni?

Nel 2016 scrissi un articolo sulla situazione terrificante in cui versava il sito della fabbrica Iciesse (nota anche come Subalpina) di Arquata, una enorme area da bonificare sulla strada per Varinella, a strapiombo sul fiume Scrivia. 

La situazione che documentai allora, è la stessa di oggi se non peggiore. Nulla è stato fatto, se non l’azione peggiorativa del tempo che passa e dei vandali. Ora il comune di Arquata sta andando al voto: speriamo che il problema sella Subalpina finisca nell’agenda dei candidati sindaco. 
La storia della Iciesse è una lunga storia di inquinamento, che cominciò nel lontano 1945, quando nacque l‘Industria Chimica Subalpina, che produceva componenti chimici per vernici, quali il litopane, un sale costituito da solfuro di zinco e solfato di bario. 
Nel 1987 la fabbrica venne acquisita dalla multinazionale Dalton e diventò Iciesse Spa. La sua storia produttiva proseguì fino al giugno 2009, quando i suoi 35 dipendenti restarono a casa. Da allora il sito è in abbandono e attende la bonifica. Tra il 1945 e il 2009 una lunga storia di inquinamento: già nel 1972 il direttore dello stabilimento fu condannato per aver in varie occasioni scaricato nella Scrivia sostanze che causarono la moria dei pesci lungo il fiume. Altri incidenti avvennero negli anni ‘80. 
A farne le spese, oltre che i lavoratori, i residenti dell’area che fecero causa all’azienda, supportati da WWF e Italia Nostra. Anche il comune di Arquata e la provincia di Alessandria si costituirono parte civile nel processo, che in primo grado si concluse con la condanna dei dirigenti alla pena di 16 mesi, riconoscendoli colpevoli di inquinamento e mancata bonifica. Nel marzo del 2008 il tribunale di Alessandria impose la bonifica, e la fabbrica (che combinazione) fallì, lasciando una situazione che troviamo ancora oggi. Nel 2017 il comune di Arquata chiese la caratterizzazione dei rifiuti presenti nell’area. Emerse la presenza di sostanze tossiche, cancerogene, irritanti e corrosive. 
Nel 2017, su segnalazione di un residente, venne fatto uno scavo per cercare rifiuti interrati, ma non ne vennero trovati. In realtà, ci sono talmente tanti rifiuti in superficie, che sembra assurdo andarli a cercare sotto terra. 
Nel luglio del 2019 scoppiò un incendio all’interno della fabbrica, sempre in abbandono. 
Negli ultimi tempi sono giunte chiamate ai carabinieri di Arquata che segnalavano, nella notte, la presenza di ragazzi all’interno della fabbrica. Un posto pericolo per andare a divertirsi, sopratutto di notte. 
Al momento è tutto fermo. I residenti della zona ci hanno confermato che da anni non si vede alcun intervento né di bonifica, né di contenimento o messa in sicurezza, all’interno dell’area. 
Cosa ha fatto il comune di Arquata in questi anni? Non lo sappiamo, e lo chiediamo al sindaco Alberto Basso. Se ci risponderà, ne daremo atto ai lettori qui sul Moscone. Attendiamo fiduciosi.

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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