Siamo al paradosso: ora è la Regione che cerca di fermare Novi sul termovalorizzatore.

Ecco come un problema serio, lo smaltimento dei rifiuti, può essere affrontato in un modo maldestro se non ridicolo. 

Tutto comincia all’indomani delle elezione amministrative che vedono salire sulla poltrona di sindaco il leghista Cabella. Marco Bertoli e Giacomo Perocchio, al tempo rispettivamente capogruppo e segretario della Lega, fanno una delle loro poche dichiarazioni congiunte: lavoriamo per un termovalorizzatore, cioè per un impianto in grado di incenerire i rifiuti e recuperarne energia. 

Il tema è serio e se ne parla da tempo. Le discariche prima o poi si riempiranno, e dovremo capire cosa fare dei rifiuti indifferenziati. Bruciarli significa risolvere il problema di dove metterli, e recuperarne energia significa dare sostenibilità economica all’impianto. Sul tema dei termovalorizzatori le posizioni politiche sono trasversali: sia il centro destra che il centro sinistra sono possibilisti, se non favorevoli, e solo il movimento 5 stelle si oppone per motivi ambientali: i termovalorizzatori comunque inquinano e quindi non si devono fare. 

Poco dopo l’uscita di Bertoli e Perocchio, che nel giro di poco tempo mettono fine al loro “idillio” post-voto e cominciano a cantarsele di santa (più o meno) ragione sia in consiglio che fuori, è Angelo “Mimì” Ravera fresco di nomina al vertice del consorzio rifiuti che conferma: “alla guida del Csr lavorerò per fare un termovalorizzatore” (La Stampa, 9 ottobre 2019). 

Nel maggio scorso la vicenda arriva in consiglio comunale, grazie ad una interpellanza di Lucia Zippo del M5S che chiede lumi: volete fare oppure no il termovalorizzatore? La risposta dell’assessore all’ambiente Roberta Bruno è netta: non spetta al comune decidere di realizzare un inceneritore, in quanto la materia è di competenza regionale. Insomma, si trattava solo di “chiacchiere in libertà”. 

A conferma che la materia è di competenza regionale, a  luglio parla l’assessore regionale all’ambiente Matteo Marnati, che lancia l’ipotesi di  costruire un inceneritore a Novi Ligure. A sorpresa, Marnati fa sapere che esiste un sondaggio che dimostra che oltre il 60% della popolazione novese è favorevole al nuovo impianto. Per Marnati il nuovo impianto deve “risolvere i nostri problemi di autonomia nella gestione dei rifiuti e anche quelli dei liguri, in un’ottica di collaborazione tra regioni confinanti”. 

Ma di che sondaggio parla Marnati? Si scoprirà che si tratta di un sondaggio commissionato da Acos a Swg, una delle maggiori e più autorevoli società demoscopiche italiane. Ma oltre a questo, non se ne sa nulla. Acos poco dopo annuncia che presenterà il sondaggio, ma ad ora non se ne sa nulla. Almeno ufficialmente. Restiamo sempre in attesa di poter vedere questo benedetto sondaggio: siamo curiosi. 

Due settimane fa la vicenda torna in consiglio, grazie ad una mozione congiunta di Movimento 5 Stelle e Dem che chiede al consiglio di pronunciarsi con un chiaro No al termovalorizzatore. La mozione ottiene il risultato opposto, in quanto la maggioranza si compatta e vota no alla mozione, schierandosi per il si al termovalorizzatore. Per Lega & Co il problema dell’esaurimento della discariche non è più rimandabile e l’unica soluzione è quella di un impianto che elimini, bruciandoli, i rifiuti, e contemporaneamente recuperi energia abbattendo così i costi. 

L’opposizione, pur votando insieme, esprime posizioni differenti. Per Lucia Zippo del M5s l’inceneritore non si deve fare né ora né mai, perché inquina. Per i consiglieri Dem la tecnologia dei termovalorizzatori non va demonizzata, ma occorre una programmazione regionale sui nuovi impianti, perché il territorio novese non produce sufficienti rifiuti per l’alimentazione dell’impianto e sarà quindi necessario “attirare” rifiuti dalla Liguria per farlo funzionare, con evidenti ripercussioni sul traffico e sull’inquinamento. È quindi sbagliata la posizione del comune di Novi che si mostra smanioso di ospitare il nuovo impianto, in assenza di studi che provino da un lato la necessità della costruzione di un nuovo termovalorizzatore, e dall’altra la necessità di realizzarlo proprio a Novi.

In consiglio comunale Perocchio annuncia anche la nascita di un “comitato per il si” all’inceneritore. Si scoprirà qualche giorno dopo che il comitato è stato lanciato da uno storico rappresentante della sinistra novese, Sandro Tortarolo, già assessore in Alessandria. Dal consiglio comunale apprendiamo anche che il comune ha commissionato ad Acos uno studio di fattibilità sull’impianto. 

Ma è l’ultima puntata della vicenda è la più paradossale: torna a parlare Marnati con una clamorosa inversione di marica. «La Regione prima di avviare un iter per la costruzione di un nuovo termovalorizzatore, oltre a quello esistente di Torino, deve realizzare il piano dei rifiuti e per farlo ci vorrà almeno un anno. Se poi i numeri del piano dei rifiuti diranno che è necessario un altro termovalorizzatore saranno tutti i consorzi regionali rientranti nell’ambito territoriale ottimale che decideranno dove realizzarlo. Oggi ci sono solo intenzioni territoriali ma non c’è un progetto, questo non è ancora stato nemmeno minimamente visto attraverso l’iter burocratico e legislativo della Regione».

Sembra impossibile, ma è lo stesso Marnati che a luglio aveva annunciato il termovalorizzatore novese. Paradossalmente, l’assessore leghista dice più o meno la stessa cosa che ha detto Muliere in consiglio comunale e aggiunge che esistono solo “intenzioni territoriali”. Come dire: ci sono i novesi che fremono, ma si calmino e aspettino. 

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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