E se i social sparissero davvero, per sempre?

L’altro ieri abbiamo sperimentato il più lungo black-out mai accaduto delle piattaforme social più usate. Facebook, instagram e whatsapp sono spariti per alcune ore in tutto il mondo. 
Non si sa ancora per bene cosa sia successo, dal punto di vista tecnico. C’è chi parla di errori nella configurazione del router (tipo a casa vostra, quando provate a spegnere e riaccendere l’access point di rete), c’è chi parla di una errata configurazione del Dns che ha fatto sì che facebook non fosse più raggiungibile. Il blocco è stato così grave che pare che non funzionassero più neppure i badge dei dipendenti. Per alcuni minuti, il sito www.facebook.com è apparso come libero ed acquistabile per soli 103 dollari. 
Una catastrofe perfetta che ha provocato un danno all’economia mondiale di oltre 1.129.959.864 dollari. Oltre un miliardo di dollari, avete letto bene!
Immagino che nessuno di voi lettori abbia realmente fatto un dramma dell’assenza dei mezzi social di Mark Zuckerberg (a proposito, secondo Forbes il patrimonio personale di Zuckerberg sarebbe diminuito di 5,9 miliardi di dollari nelle ultime 24 ore). Per i più seri c’è twitter, e per i più giocosi c’è ticktok. Al posto di whatsapp c’è telegram, che è uguale ma funziona meglio (a proposito, lo avete già scaricato?). 

Ma cosa succederebbe se, in uno scenario apocalittico, facebook e compagnia fossero tornati senza memoria? Se si fosse cancellato l’enorme database del colosso americano? 
Cosa avreste realmente perso? Quanti vostri ricordi, contatti, progetti sarebbero stati cancellati?
Da appassionato del nostro passato, delle nostre radici, c’è una cosa a cui mi capita spesso di pensare e che mi fa preoccupare. 
Oggi a tutti noi può capitare di aprire un vecchio cassetto della nonna, e trovarvi dentro una foto magari sgualcita e sbiadita, ma ancora chiara. Una foto di cento anni fa, magari con la nonna in braccio alla bisnonna, con un appunto scritto a penna sul retro. Quanta nostalgia proviamo a vedere quei volti che non ci sono più, quei vestiti… 
Cosa succederà tra 100 anni? Se un nostro nipote un giorno aprirà un cassetto, cosa vi troverà? Magari, il nostro smartphone di oggi, con cui state leggendo ora questo articolo. Ma non se ne farà nulla. Il nostro telefono, per quanto sofisticato, non può reggere la prova del tempo al fianco di una semplice vecchia foto. 

Stiamo affidando i nostri ricordi a un supporto immateriale di bit, una fila di 0 di e 1 che un giorno potrebbero essere cancellati, magari per errore o magari volutamente, o non più leggibili. 

In base ai dati dei grandi provider, è stato stimato che l’intero universo digitale ad oggi è grosso modo grande 44 zettabytes (pari a mille miliardi di miliardi di bytes). Se la stima è corretta vuole dire che abbiamo a disposizione in bit 320 volte il numero di stelle osservabili nell’universo. Produciamo una enorme massa quotidiana di dati: ogni minuto carichiamo 34mila nuove foto su instagram. Ogni giorno mandiamo 65 miliardi di messaggi solo su whatsapp. 

Torniamo un attimo agli albori della rivoluzione elettrica. Tra l’1 e il 2 settembre 1859 una violenta espulsione di massa coronale dal sole provocò una fortissima tempesta geomagnetica sulla terra. Le aurore boreali generate dall’impatto con l’atmosfera delle particelle cariche furono visibili perfino a Roma. La tempesta magnetica generò gravissimi danni ai sistemi elettrici, che allora erano quasi inesistenti. I cavi di rame dei telegrafi si fusero, le tele comunicazioni allora agli albori andaro in tilt per settimane. Questa tempesta , chiamata evento di Carrington, fu la più grande mai registrata. Cosa succederebbe se dovesse ripetersi oggi, con il livello di dipendenza che abbiamo dalla tecnologia? Cosa ne sarebbe degli hard disk su cui i server memorizzano i dati, di fronte ad un evento simile? Si cancellerebbero, come un cancellino sulla lavagna…

Cosa resterebbe della nostra memoria?

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

3 commenti su “E se i social sparissero davvero, per sempre?

  1. Gli hard disk non si cancellerebbero per fortuna :

    “Una tempesta geomagnetica indurrà correnti proporzionali alla lunghezza della bobina del conduttore. Anche se questo è pessimo se sei una centrale elettrica collegata a una serie di cavi di 500 km, è praticamente innocua se sei un PC domestico non più largo di qualche decina di centimetri.”

    “Inoltre, i PC desktop sono solitamente racchiusi in una custodia in acciaio o ferro che non è solo antistatica (una gabbia di Faraday) poiché è metallica, ma è anche antimagnetica poiché è realizzata in lega ferrosa.”

    spiegazione + dettagliata qui (#62) :
    https://domandesunix.com/questions/380607/come-proteggere-i-miei-dati-digitali-da-solar-flare

  2. Carlo Zenoli, nel forum del tuo link si parla della efficace schermatura dei moderni hard disk. Ma le extratensioni indotte sulle linee sarebbero sufficienti a friggerli senza bisogno che il campo magnetico arrivi alle superfici di memorizzazione magnetica. Il tuo ragionamento vale per un pc spento, o sconnesso dalla rete elettrica e da Lan.

    1. Tutti i datacenter sono provvisti di dispositivi di protezione dalle sovratensioni… e tanto dovrebbe bastare a scongiurare l’apocalisse. Anche un “evento di Carrington” non dovrebbe mettere in pericolo la civiltà come la conosciamo 🙂
      Per un impianto casalingo basta dotarsi di una ciabatta con “Protezione dalle Sovracorrenti” o “Surge Arrest” o “Protezione da sovraccarico”… se ne trovano a meno di 10 euro

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