Gubernar no es asfaltar

Dice che il nuovo anno a Novi è iniziato con il botto, poiché l’uomo dal selfie facile, nonché Assessore ai Lavori pubblici, in un’intervista ha annunciato che saranno assunti dodici disoccupati per lavori d’ufficio e di piccola manutenzione. Senza voler togliere alcun merito al preposto ai Lavori pubblici, pare proprio si tratti dei cosiddetti cantieristi, ovvero persone senza lavoro che, per “colpa” delle precedenti amministrazioni, da sempre vengono assunte temporaneamente. Dunque si tratta di routine … ma l’importante è saper vendere bene la propria merce.
Sostiene inoltre l’intervistato che sono iniziati i lavori di consolidamento delle antiche mura di via Oneto, danneggiate da una (malefica) frana. Parrebbero, anche in questo caso, lavori di ordinaria amministrazione, ma fanno parte del botto di inizio anno.
Infine – ed è questo l’annuncio più importante dell’Assessore, sottolineato anche da suoi amici di cordata – saranno asfaltate alcune vie cittadine. Asfaltate! Ulteriormente parrebbe trattarsi di normale routine, invece, a quanto pare, si configura come una grande novità: vale sempre più l’adagio che è importante, anzi, fondamentale, saper vendere bene la propria merce (anche se, ormai, nessuno più crede agli spot di “regime”).
Invece, il selfista più veloce de noiatri (titolo che, pare, gli sia stato riconosciuto da alcuni abitanti del suo quartiere romano di nascita), non ha speso neppure una parola sul ripristino del porfido che “salta” in centro storico a causa del passaggio dei mezzi e nemmeno della piastra anch’essa “saltata” in via Girardengo da prima di Natale (e non per colpa di chi amministrava prima, tanto per prevenire qualsiasi ridicolo commento), né tantomeno del porfido mal ripristinato dopo i lavori in corso lungo le vie cittadine. Più che ripristini, infatti, appaiono “tapulli”, come si dice in dialetto ligure (ovvero “pèse” in vernacolo nostrano). A proposito di “tapulli”, sovviene l’“opera” destinata a far ricordare l’Assessore nei secoli: il catafalco posto in via Paolo da Novi, che giace colà ad imperitura memoria.
Come disse l’intellettuale spagnolo antifranchista Salvador de Madariaga: Gubernar no es asfaltar”,ovvero: “Governare non è asfaltare”.
Certo è che, con il nuovo anno, il “giro di boa” dell’Amministrazione novese è iniziato; due anni e mezzo sono trascorsi da quel giugno 2019 quando, obtorto collo o meno, Giampaolo Cabella dovette sedersi sullo scranno più alto della città. Ma, si sa, come ebbe a dire il Sindaco la vigilia di Natale, lui vorrebbe fare, ma ciò che, a volte, impedisce di operare alla magica Amministrazione novese sono le complicazioni amministrative (ovvero la burocrazia). Per dirla con Lucio Dalla: “è questa la novità” del nuovo anno.
Comunque non è detto che verrà abbandonato il leitmotiv per il quale la colpa è sempre di chi c’era prima, ma a questa spiegazione ora si aggiunge quella degli intoppi generati dalla burocrazia, già adombrati nei mesi scorsi da un Assessore poi auto-dimissionato, ed ora dichiarati in maniera manifesta dal sommo conducator.
La colpa, o, meglio, la responsabilità del non fare, viene sempre “scaricata” su altri (secondo una vecchia e desueta logica), allo scopo di tenere unita la propria traballante maggioranza.
Che s’adda fa’ pe’ campa.

Il botto al CSP

Un altro botto di inizio anno si è verificato al CSP. L’Assemblea dei Sindaci del Consorzio Servizi alla Persona ha votato un documento nel quale si sfiducia l’intero Consiglio di Amministrazione e non già, come richiesto dal Sindaco di Novi, il solo Presidente. Non solo, nel documento si sostiene che il Consiglio debba essere completamente rinnovato, rinviando le nomine ad una successiva riunione; dunque, la linea politica del Sindaco di Novi non ha ottenuto il consenso auspicato. Si potrebbe pensare ad uno smacco ordito dagli altri colleghi nei confronti di Cabella, il quale ha anche sostenuto che non intende indicare il prossimo Presidente: trattasi di un’autentica abdicazione del ruolo spettante al Comune di Novi, il più importante socio del Consorzio, ma anche di una neppur tanto “velata” ammissione di responsabilità (sua e solo sua) in merito alla situazione venutasi a creare negli ultimi mesi al CSP.

P.S.: Notizie di stampa di qualche giorno addietro hanno riportato l’ipotesi che il Comune di Novi potrebbe lasciare il Consorzio e gestire l’assistenza in proprio. Taluni sostengono che sarebbe questa la vera ragione per la quale il Sindaco di Novi ha dichiarato di rinunciare a nominare il Presidente del CSP. Non ci si vuol credere, sebbene “a pensar male si fa peccato, ma …” (cfr. Giulio).

Si apre il sipario

In anticipo rispetto alle dichiarazioni del Sindaco, il quale aveva annunciato la partenza della stagione teatrale per il mese di marzo, ma in ritardo rispetto all’inaugurazione “zoppa” del novembre scorso, il 12 febbraio si aprirà la stagione teatrale al Teatro Romualdo Marenco: è buona cosa. Si tratta di sette spettacoli, l’ultimo dei quali si terrà il 7 maggio; forse le rappresentazioni sono numericamente inferiori rispetto alle precedenti stagioni, promosse dalle vituperate Amministrazioni di sinistra, ma va bene egualmente. L’importante è che la stagione parta, forse ridimensionando l’ego di chi aveva affermato che il “Marenco” avrebbe ospitato un centinaio di iniziative ogni anno e, si presume, con una spesa inferiore ai 300.000 euro inizialmente ipotizzati; ma saranno gli atti approvati a chiarire la questione.

Il Malalingua

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