Che fine ha fatto il bilancio di previsione?

Com’era prevedibile, la vendita dei beni comunali sbandierata dall’assessore al bilancio Edoardo Moncalvo è andata buca. Scriviamo prevedibile, perché è più o meno sempre andata così: quando il comune prova a mettere in vendita qualche suo bene immobiliare, non si fa avanti nessuno. Pareva però che l’assessore ci avesse messo il cuore sopra, su quei soldi… 
Alcuni giorni fa abbiamo chiesto all’assessore Moncalvo quale sarebbe stata la destinazione dei proventi delle vendite della palazzina dove ha sede la banca Carige e di altri beni comunali. Non ci è giunta risposta, ma d’altronde non c’è stata neppure la vendita tanto attesa. «Spero che riusciremo a vendere tutti gli immobili a bando – aveva dichiarato Moncalvo alla stampa – per fronteggiare gravi aumenti ad esempio del gas che cresceranno di circa un milione l’anno ma vorremmo incamerare risorse anche per la gestione del Marenco».
A parte il fatto che gli introiti della eventuale vendita non potevano essere usati per le spese correnti (un dettaglio che un assessore al bilancio dovrebbe conoscere), ci sono altre dichiarazioni meno recenti dell’assessore che vorremmo ricordare, si sa mai che se ne fosse dimenticato.
Il 9 novembre scorso, nel suo primo consiglio comunale, Moncalvo aveva illustrato il suo programma. Il bilancio di previsione, nelle sue intenzioni dichiarate all’intero consiglio, avrebbe dovuto essere approvato entro la fine dello scorso anno, ma ad oggi non è stata organizzata neppure una commissione consiliare sul tema. 
«L’intenzione è quella di approvarlo entro fine anno per evitare l’esercizio provvisorio» aveva detto Moncalvo. Obbiettivo clamorosamente mancato, visto che siamo ormai a febbraio. L’assessore è lontano dal ritardo record del 2020, quando il bilancio di previsione fu approvato ai primi di settembre, con assessore al bilancio il sindaco Cabella. Ma è stato lui a prendersi l’impegno di presentarlo entro l’anno, mica glielo ha chiesto nessuno (a parte la legge). 
E la questione del “rumenta gate”, cioè le tariffe della tari “gonfiate” rispetto al piano economico finanziario presentato dal consorzio servizio rifiuti? Moncalvo si era impegnato a riunire un tavolo di confronto per dare una risposta entro gennaio all’interpellanza Dem che chiedeva come mai i conti non tornano. Non risulta, ad oggi, che il tavolo di confronto sia stato convocato. 
Forse è proprio la questione Tari a bloccare il bilancio di previsione? Forse c’è il “rischio” di dover restituire ai novesi la quota di maggiorazione della Tari? 
Certo, un po’ di trasparenza in più non sarebbe male. 
Ci rendiamo conto che non è facile fare parte di una giunta, e di una maggioranza, sempre sospesa ad un filo, con la spada di Damocle brandita da Marco Bertoli che ogni tanto lascia il suo pascolo (è un allevatore) e piomba in comune dicendo “O fate come dico io, o tutti a casa”. Vedi la recente vicenda di SportInNovi. Ma un sussulto d’orgoglio ogni tanto? 

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