Questa sanità non è né equa, né uguale per tutti

La scorsa settimana scorsa è stata presentata in Consiglio Comunale una interpellanza da parte del Consigliere del Pd Rocchino Muliere sui problemi che affliggono la nefrologia e il servizio di dialisi dell’Ospedale di Novi, ricevendo dai vertici dell’ASL e dalla politica una tiepida risposta.
È necessario non solo parlare di dialisi ma bisogna mettere sul tavolo tutti i problemi attuali del Servizio Sanitario Nazionale, ora che l’epidemia sembrerebbe decrescere. Covid-19 ha messo in evidenza la precarietà del nostro sistema sanitario, precarietà che è figlia di molti padri, già chiara in era pre-covid, e che molti non hanno visto o che non hanno voluto vedere. La pressione su determinate strutture, terapie intensive, subintensive, reparti covid dedicati e servizi di medicina territoriale è stata senz’altro importante con aspetti drammatici, ciò ha comportato che qui il sistema investisse tutte le sue risorse, trascurando tutte le attività di routine che hanno subito un vero e proprio stop. Gli effetti li vedremo nel medio e lungo termine.

Si deve ricominciare a parlare di politiche ospedaliere, di politiche territoriali, di rapporti tra medicina pubblica e medicina privata (quale è stato ad esempio l’apporto della medicina privata nel corso della pandemia?). Si deve parlare del personale medico “gettonista” non strutturato nell’organico che è diventato prassi in molte reparti (ad esempio quanto costa? Qualcheduno lo saprà, credo), dell’interruzione dell’attività chirugica di oculistica da circa un anno, dello spostamento a Casale di circa 1000 iniezioni intravitreali all’anno in nome dell’intoccabilità del centro di costo. Dell’assurdità del Centro Unico di Prenotazione regionale, per cui una paziente di Ovada per una frattura banale di braccio è stata prenotata in prima battuta a Cuneo per la riabilitazione, delle difficoltà a ricoprire in certi periodi la Guardia Medica, difficoltà a cui si sopperisce con i medici della guardia medica di altre zone, di quanto il cittadino italiano sborsa di tasca sua per prestazioni specialistiche e servizi (tickets). Sicuramente qualcuno obietterà: ma cosa può fare la politica locale di fronte all’onnipotenza del Direttore Generale e dell’Assessorato Regionale (tipo di governance secondo me da ridiscutere dalle basi). Di questo hanno scritto chiaramente in una precedente intervento Concetta Malvasi e Paola Repetti: può fare molto attraverso i sindaci e le istituzioni assembleari. Ci chiediamo di nuovo: quante volte si è riunita la commissione sanità del Comune di Novi ? 

La salate è diritto Costituzionalmente protetto, Articolo 32, e garantito da una legge dello Stato, la n°833 del 23 dicembre 1978 i cui obiettivi elencati in premessa, dispiace dirlo, non sono stati raggiunti; legge che si ispira a tre principi fondamentali: l’universalità, l’uguaglianza e l’equità. Credo si possa dire che oggi la nostra sanita pubblica non sia ne universale, ne equa ne uguale per tutti.

Quindi stiamo parlando di un diritto fondamentale e credo sia giunto il momento che questi problemi vengano posti sul tavolo, in pubblico, senza porre bandierine politiche ma chiedendo a ciascuna forza e ai cittadini in primis di dare il proprio contributo.

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Concetta Malvasi - Giacomo Orlando

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