Serravalle, Addio all’Osteria dei Tre Scalini?

Ci sono luoghi dove il tempo sembra davvero essersi fermato. Luoghi che restano fedeli a se stessi, nel bene e nel male, quando tutto intorno cambia. In questo mondo che va sempre più veloce in una direzione che non ci piace, ci sono cose che restano immobili, come scogli nella corrente impetuosa. 

Tonino Canuto

Avente presente le osterie di una volta? Probabilmente no, perché le osterie di una volta non ci sono pià, da tempo. Tranne una che resiste ostinata, e anche un po’ dimenticata. Sto parlando di uno dei miei luoghi del cuore, l’osteria dei Tre Scalini a Serravalle Scrivia. Un luogo dove torno spesso da quasi 40 anni, e il fatto che non sia cambiata quasi per nulla, in tutto questo tempo, mi fa bene al cuore. Perchè mi fa pensare che il tempo non è passato. 
L’unico cambiamento che c’è stato, dal 1984 quando ha aperto, ad oggi, è l’oste. Tonino Canuto è mancato nel 2017 e al suo posto c’è suo figlio Roberto. Quando è mancato Tonino, molti giornali hanno titolato “Addio all’ultimo degli osti” e in tanti abbiamo pensato che con lui fosse finita anche la storia dell’Osteria dei tre scalini. Invece ci sbagliavamo, almeno per ora. 
I tre scalini che le danno il nome ci sono davvero, e ti portano indietro nel tempo. Sul bancone la radio a valvole, che non è lì per gusto vintage, ma perché è sempre stata lì. Il menù è sempre lo stesso, con poche variazioni stagionali, ad esempio quando ci sono i funghi. Ravioli, pansotti, pappardelle con i fagioli, costine con le verze, stracotto, trippa. 

Il problema è che l’Osteria dei tre scalini rischia di chiudere per sempre. Il progetto che l’amministrazione comunale guidata da Alberto Carbone ha in mente di realizzare per snellire il traffico nel centro cittadino prevede l’abbattimento di un numero significativo di edifici posti tra via Roma e via Berthoud, tra cui quello in cui ha sede la vecchia osteria. 
Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale via Roma sarà raddoppiata nel tratto da piazza Caduti a piazza Genova, cioè all’ingresso del paese da Arquata Scrivia e Gavi per convogliare il traffico proveniente da Novi Ligure e pedonalizzare il tratto parallelo di via Berthoud per rivitalizzare così il centro storico. Sarà necessario demolire svariati edifici per un’opera che costerà la cifra enorme di 18 milioni di euro. 

Roberto Canuto

Il problema del traffico a Serravalle è reale, ed è dovuto alla presenza della linea ferroviaria, costruita nel 1850, che passa attraverso il centro cittadino. Un problema che in passato si era pensato di risolvere con la circonvallazione a monte, ma che l’amministrazione Carbone ha pensato di risolvere in altro modo. Buttando giù gran parte del paese, per far posto alle macchine. 

«L’osteria dei tre scalini chiuderà quando lo deciderà mia madre – dice Roberto Canuto, attuale oste – e non quando lo decide il Sindaco. Di qui non ci possiamo spostare, e neanche lo vogliamo. Siamo qui dal 1984 (prima c’era l’osteria di Pollero, nda) e per le norme attuali ben poco è a norma: non possiamo semplicemente traslocare, perché di quello che c’è più potremmo portare via solo i quadri che sono appesi alle pareti. L’osteria dei tre scalini e nata qui e qui morirà, ma quando lo decideremo noi. Almeno, questo è quello che vorremmo»

Le elezioni a Serravalle avranno luogo tra pochi mesi e il tema del raddoppio di via Roma sarà uno di quelli centrali nella campagna elettorale. Alberto Carbone, giunto al termine del secondo mandato, non si può ricandidare e ha lanciato la candidatura di Giulia Marchioni
Nel presentare il suo progetto Carbone ha dichiarato che Serravalle deve ragionare da “grande città”, mentre dall’opposizione gli hanno ribattuto che bisogna tornare ad essere un bel paese. Ecco il dilemma di Serravalle, paese ricco di contraddizioni: da un lato c’è il più grande outlet d’Europa, e dall’altro l’ultima delle osterie. Saranno i serravallesi a decidere da che parte stare. 

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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