La tempesta perfetta

E tanto tuonò che alla fine piovve, si è composta la tempesta perfetta. Le condizioni non avvengono mai senza svariate e specifiche ragioni, ma convergenti verso il diluvio. 
Nel nostro Paese la contrapposizione politica è diventata un confronto conflittuale in modo esacerbante da oltre un trentennio, rivolta più alla tutela delle posizioni di parte, che all’interesse generale.

Non ha realizzato, uno sviluppo autosufficiente sopratutto nel campo energetico, di ampia visione, facendo scelte che ci ha reso sempre più dipendenti dai capricci di mercati speculativi. Non solo: privilegiando un pretestuoso sistema liberistico, privo di ferree regole di comportamento e controlli, ha trasformato il Paese in una prateria di scorribande con una imprenditoria d’assalto ai gioielli di stato . 
La sanità è l’esempio più eclatante, smembrata da Nazionale a Regionale, divorata degli aspetti più redditizi dal privato, lasciando al pubblico quelli meno rimurativi e più onerosi.
In tale contesto, si è ulteriormente diffusa la corruzione, la disonestà e la criminalità organizzata che, come una piovra si è estesa su tutto il territorio nazionale. Si è smarrito il concetto del diritto, conta solo il profitto.

Arriva la pandemia da Covid, ci coglie impreparati, si paventa tutta l’inadeguatezza di un sistema sanitario che mostra impietosamente i suoi limiti. Pensare che era preso a riferimento nel mondo per la sua efficienza, ma siamo un popolo (per nostra fortuna) estremamente ingegnoso e nei momenti difficili reagiamo con incredibile iniziative, che ci hanno consentito di affrontare l’epidemia meglio di altri paesi.

Siamo comunque divorati dalla contrapposizione, allora dobbiamo cambiare regista, dobbiamo affidarci al super uomo, sostenuto da quasi tutti, e in piena epidemia sostituiamo il capo del governo, una caratteristica di come s’interpreta la democrazia tutta nostrana. 
L’economia soffre, le attività sono in seria difficoltà, l’iniziativa privata è limitata da difficoltà di ogni genere, s’incoraggiano a sviluppare le fonti energetiche alternative ma all’atto pratico è tutto un percorso ad ostacoli. Come al solito manca un articolato che espliciti un pratico programma di facile realizzazione; nella realtà si fa in modo che alcune identità devono averne il monopolio e garantirsi un facile guadagno.

Tempo fa ebbi modo in un convegno di espletare di come si dovrebbe rendere autonomo ogni edificio a civile abitazione dal punto di vista energetico con un combinato di tecnologia già allora disponibile ed oggi ancora più semplice, perfezionata ed efficiente, economicamente applicabile al singolo fabbricato con notevoli benefici.
Si manifesta con tutta la pericolosità prospettica, la guerra tra Russia e Ucraina, a complicare un quadro di per sé desolante. 
È iniziato lo spettacolo del terrore, con trasmissioni ininterrotte di notiziari e commenti del conflitto, che tutto lasciano comprendere e tutto mettono in evidenza, tranne l’ingordigia degli interessi economici all’origine, che potrebbe favorire uno scontro su vasta scale. Le cui conseguenze, al confronto, farebbero apparire una semplice disputa l’ultimo conflitto mondiale.

Non si vuole entrare nel merito delle ragioni che ha determinato lo scontro, ma un paio di domande bisognerebbe che ciascuno di noi se li ponesse:
Era proprio necessario riempire di armi e di agitatori l’Ucraina? Era proprio indispensabile ampliare i confini della Nato ? Per ottenere cosa? Non sarebbe stato più saggio tutelare la convivenza civile, con particolare riguardo e attenzione alle rivendicazioni di tutti? 
Ho ascoltato con sgomento alcune dichiarazione di nostri ex generali : “l’Ucraina si può trasformarsi, per la Russia, in un nuovo Afghanistan con l’aiuto ed il supporlo logistico dei paese adiacenti, i quali li forniranno degli armamenti necessari“. E’ come gettare benzina sul fuoco, invece di cercare quelle ragioni del buon senso, smorzandone gli eccessi, per dar forza e consentire una pianificazione di convivenza pacifica. 
Diversamente si possono determinare contrapposizioni ingestibili per temere il peggio, al quale non c’è mai limite e purtroppo quelli che creano le condizioni di guerra si salvano e a patire saranno le popolazioni, indipendentemente dal fronte di appartenenza. 
Il peggio per la nostra economia è arrivato, le linee sono tracciate, gli aumenti conseguenti al conflitto ci sono tutti, gravosi, inevitabili e destinati ad aumentare sempre di più e a soffrire maggiormente saranno i più deboli.
Le sanzioni economiche che verranno applicate per mettere in difficoltà quella aversa, ci sottoporrà inevitabilmente ad una ulteriore stretta economica che, modificherà inevitabilmente il nostro stile di vita, riportandolo indietro nel tempo.
L’energia costerà sempre di più e con essa , a catena tutto il resto, mentre i guadagni si ridurranno inevitabilmente e saremo costretti a dar fondo alle risorse ancora disponibili , attingendo all’accantonato risparmio privato per chi ancora ne dispone.
Se perpetuano queste condizioni non durerà molto. I nostri politici da tempo attendono il momento propizio per mettere in atto sistemi di prelievo e quale migliore occasione delle inevitabili restrizioni dello stato di guerra. Sembra proprio che si sia completata la tempesta perfetta, speriamo che non diventi un uragano.

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Francesco Giannattasio

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