La caduta di Cabella un atto di amore per Novi

Quanto accaduto a Novi rappresenta un atto d’amore da parte dei consiglieri di opposizione, divenuti la maggioranza in consiglio comunale, che di fronte all’immobilismo della giunta Cabella, immobilismo che andava avanti ormai da troppo tempo, non potevano fare altro che portare la città al voto e ridare la parola ai cittadini.

Dopo il gravissimo comportamento del Sindaco e dei suoi sostenitori nell’ultimo consiglio comunale, che hanno abbandonato la seduta vietando qualsiasi tipo di confronto, era necessario che arrivasse un segnale fortissimo alla città, un segnale che non è il commissariamento ma la necessità di restituire nei tempi più rapidi possibili la parola ai Novesi per ridare alla città un governo degno di questo nome. 
Nei tre anni di esperienza amministrativa la giunta Cabella si è distinta per i tanti rimpasti e i pochi atti. Abbiamo assistito alla visita di oligarchi russi – o aspiranti tali – in città ma non abbiamo assistito ad azioni di vicinanza e attenzione reale a quelle che erano le condizioni di difficoltà che il territorio stava vivendo, dalle grandi crisi industriali a quella che era la costruzione di una ripresa dopo la prima ondata del covid nel 2020. 
Vogliamo ricordare che quella ondata ha trovato risposte in una azione che l’opposizione ha condotto, presentando un piano di intervento sulla città al sindaco e alla sua giunta che non è stato tenuto nella dovuta considerazione. 
Con il governo di questa destra abbiamo assistito ad aumenti delle tasse e dei tributi locali, abbiamo assistito ad un approccio estemporaneo ai problemi della città. Novi merita sicuramente di meglio, e l’atto d’amore dei consiglieri di opposizione oggi permette che questo percorso si avvii. Dopo tre anni di non governo della città come Partito Democratico siamo pronti ad offrire una prospettiva nuova, rinnovata, seria e competente alla Città. 
In questi tre anni la Lega e il suo Sindaco hanno esercitato in solitaria un ruolo di gestione della città che non ha lasciato alcuna traccia positiva. Oggi noi siamo in campo per costruire invece una dimensione partecipata, rinnovata, aperta e non autoreferenziale di ciò che potrà essere novi non nei prossimi 2 o 3 anni ma per i prossimi 15 o 20. 

La nostra sfida è per il futuro: loro recrimino ancora sul passato, del resto in questi ultimi anni non hanno saputo trovare altro di meglio da dire. 

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Giordano Otello Marilli

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