Alfonsina Strada, la star del museo dei campionissimi che ispira Giorgia Meloni

«Quando abbiamo voluto dedicare un’importante spazio del Museo dei Campionissimi a Alfonsina Strada, tanti non sapevano chi fosse. Vedo che Giorgia Meloni lo sa benissimo». Così ha commentato l’ex Sindaco di Novi Mario Lovelli l’inserimento della prima “campionissima” delle due ruote nel personale “pantheon” di Giorgia Meloni dedicato alle donne dalla cui vita la Presidente del Consiglio trae ispirazione. 

Nel suo discorso di insediamento Meloni ha citato 16 donne: Cristina Trivulzio di Belgioioso, Rosalie Montmasson, Maria Montessori, Grazia Deledda, Tina Anselmi, Nilde Iotti, Rita Levi Montalcini, Oriana Fallaci, Ilaria Alpi, Mariagrazia Cutuli, Fabiola Giannotti, Marta Cartabia, Elisabetta Casellati, Samantha Cristoforetti, Chiara Corbella Petrillo. Oltre a, come detto, Alfonsina Strada, “che pedalò forte contro il vento del pregiudizio”, come detto da Meloni. 

Ma chi era Alfonsina Strada? Fu la prima – e una delle poche -donne a partecipare alle gare ciclistiche insieme agli uomini, arrivando a correre il giro d’Italia del 1924. 

Alfonsa Rosa Maria Morini, coniugata Strada, era nata Castelfranco Emilia nel 1891 ed è stata una ciclista professionista dal 1907 al 1936. Alfonsina crebbe in una famiglia molto povera, seconda di 10 figli. 
Le sue gare in sella alla vecchia bici del padre le corre prima di aver compiuto 14 anni, di nascosto dalla famiglia ai cui mentiva dicendo di recarsi alla Messa. 
Alfonsina partecipò due volte al giro di Lombardia insieme ai corridori maschi e nel 1924 chiese di iscriversi al giro d’Italia, visto che nessuna parte del regolamento vietava l’iscrizione alle donne. Fu accettata e inaspettatamente riuscì a portare a termine tutte le tappe della massacrante gara, lunga 3.613 chilometri suddivisi in 12 tappe. La sua partecipazione fece scalpore e suscitò reazioni contrastanti nell’Italia del tempo. 

«Sono una donna, è vero. E può darsi che non sia molto estetica e graziosa una donna che corre in bicicletta. Vede come sono ridotta? Non sono mai stata bella; ora sono… un mostro. Ma che dovevo fare? La puttana? Ho un marito al manicomio che devo aiutare; ho una bimba al collegio che mi costa 10 lire al giorno. Ad Aquila avevo raggranellato 500 lire che spedii subito e che mi servirono per mettere a posto tante cose. Ho le gambe buone, i pubblici di tutta Italia, specie le donne e le madri, mi trattano con entusiasmo. Non sono pentita. Ho avuto delle amarezze, qualcuno mi ha schernita; ma io sono soddisfatta e so di avere fatto bene». Così dichiarò Alfonsina al Guerin Sportivo.

Dei 108 iscritti al giro d’Italia del ‘24, solo trenta arrivarono in fondo: tra di loro, anche Alfonsina. 
L’anno successivo la direzione della gara decise di vietare l’iscrizione alle donne, ma Alfonsina non smise di correre. Nel corso della sua carriera vinse 36 corse riservate agli uomini, e tra i suoi estimatori contava anche il campionissimo di Novi, Costante Girardengo, con cui Alfonsina disputò alcune gare come avversaria. 

La teca dedicata ad Alfonsina al Museo di Novi

Dal giorno dell’apertura avvenuta nel 2003, un ampio spazio espositivo del Museo novese è dedicato al ricordo di Alfonsina, con esposta la sua bicicletta. 

“Ma dove vai bellezza in bicicletta, così di fretta pedalando con ardor?” recitava la famosa canzonetta. Pochi sanno che è stata Alfonsina a ispirare i versi di quella canzone… Così come oggi ispira la Presidente del Consiglio. Speriamo bene…

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

Un commento su “Alfonsina Strada, la star del museo dei campionissimi che ispira Giorgia Meloni

  1. Tina Anselmi?
    Davvero questa è una spudorata senza vergogna.
    Mangia da sempre coi piduisti e coi fascisti, e cerca di usare per scopi davvero infimi la memoria di una partigiana che i fascisti e gli eversori massoni della P2 seppe combatterli e smascherarli. Si tenga stretta la casellati, che le è consona e affine, e se la faccia bastare.

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