Sociologia della testa di cazzo

Come è noto, vi è una branca degli studi sociologici che è stata onorata in modo impareggiabile da Totò. Un autodidatta, si potrebbe dire, ma in grado – rara avis, in un paese dove gli improvvisatori amano qualificarsi di esperti in qualsiasi disciplina, possibilmente in storia – di illustrare con serietà scientifica i tratti antropologici salienti degli italiani: uomini, mezzi uomini, ominicchi, quaquaraquà …

Studi, quelli dell’attore partenopeo, sfortunatamente interrotti. Una lacuna che solo in parte ha provveduto a colmare il compianto storico dell’economia Cipolla – non me lo sono inventato io, ha insegnato a Pavia, alla Normale di Pisa, a Berkeley – con il suo fondamentale volume «Allegro ma non troppo» sulle cinque leggi della stupidità umana. Che evidentemente Giacomo Perocchio non ha avuto il tempo di collocare nella sua biblioteca.

Ecco, a proposito, non si può non lamentare la mancanza di un’opera che possa fare luce su un aspetto scandalosamente negletto della ricerca e che potrebbe essere denominata – si scusi il tono saccente, ma il linguaggio scientifico ha le sue regole – come «sociologia della testa di cazzo». Certo, tutti avranno notato come una simile classificazione derivi da quella quinta legge così ben illustrata da Cipolla, secondo cui lo stupido danneggia se stesso oltre che l’oggetto della sua azione. Il concetto di «testa di cazzo», inteso secondo opportuni criteri epistemologici, non può dunque infirmare la regola che impone all’agente – la «testa di cazzo» – di generare danni, disgrazie, sventure di cui patirà anch’egli le conseguenze.

Poiché questi argomenti potrebbero risultare ostici ai lettori meno versati negli studi – come certi leghisti – si impone un esempio. Si veda la campagna elettorale che infuria in questi giorni a Novi, in attesa del ballottaggio tra Muliere e Porta. Intendiamoci, fino al primo turno le parole della propaganda tra i due schieramenti principali non erano particolarmente infuocate (meno educate quelle che volavano tra Perocchio e Porta); ma ecco che, a quattro giorni dal voto decisivo, il comitato elettorale della destra novese produce un volantino che merita di essere riprodotto integralmente:  «Non votare il vecchio! Chi ha governato per decenni ha tolto ai bambini il gioco nei parchi, ai ragazzi e agli anziani il gusto di uscire senza paura … lasciando Novi a spacciatori e gentaglia».

Qui occorre, per pura pietà, lasciare da parte il testo che inizia con «ai bambini» e quel che segue: chi scrive simili scempiaggini deve essere alla canna del gas, in quanto a raziocinio (che ci sia lo zampino di qualche leghista?) Degne di attenzione, invece, sono le prime nove parole. Proprio quelle che rivelano tutta la forza di un serio approccio sociologico: va da sé, sociologia della testa di cazzo. Rileggiamole: «Non votare il vecchio! Chi ha governato per decenni …» Parole sublimi. Ma quello che le ha scritte (sicuri che non sia un leghista?) dove lo hanno trovato? Ibernato in qualche frigorifero industriale? Chi ha usato un simile testo deve aver prima tolto le ragnatele a materiale della campagna elettorale del 2019, quando queste stupidaggini erano almeno legittime: il «vecchio» che ha già governato, nel 2023 è solo quello della giunta Cabella. Un’esperienza che evidentemente gli stessi esponenti della destra locale cercano di esorcizzare e non di difendere. Quando si dice potenza della sociologia (della testa di …).

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Francesco Montessoro

3 commenti su “Sociologia della testa di cazzo

  1. Mi fa specie che una persona ritenuta da me, e non solo, seria e corretta possa abbassarsi a tale indecente livello pur di raggranellare 4 voti in più. E’ chiaro che d’ora in poi ne avrò un’altra (molto più bassa, quasi rasoterra) considerazione.

  2. Ma quanti problemi ha l’autore di questo articolo?!?
    Ma per caso, un leghista l’ha picchiato da piccolo? Meno male che questo dovrebbe essere giornalismo.
    Mamma mia, che frustrazione!

  3. A volte scrivo commenti assai più garbati. Però non me li pubblicano.
    Forse perchè non sono allineato?

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