Paolo Coscia è un valente ingegnere. Grillino della prima ora, odia gli impianti di teleriscaldamento solo un po’ meno di quanto odia la sinistra novese. Candidato pentastellato al consiglio comunale di Novi ha raccolto 39 preferenze, piazzandosi primo della sua lista. Settimane fa, in un post, ha stilato un elenco dei vincitori morali della competizione amministrativa. Ha messo al primo posto la sua candidata sindaco: la Zippo; al secondo il candidato sindaco leghista Perocchio, con cui ama cinguettare in garbati e reciprocamente smielati messaggi social. Al terzo c’è il candidato del terzo polo: Barbagelata.
Ora noi vorremmo copiare la sua idea e stilare una nostra lista anche senza definirne la gerarchia con relativo podio.
Sicuramente il Coscia ci entra ad honorem, sia per la brillante idea, che per aver, in piena campagna elettorale, stabilito che sicuramente i suoi prescelti avrebbero perso. Infatti vengono sempre definiti “vincitori morali” coloro che non vincono davvero. Il suo endorsement non si può dire che sia stato un viatico incoraggiante per quei contendenti i quali, già prima di partire, secondo lui, non avrebbero sicuramente tagliato il traguardo.
Oggi dalla sua lista dovrebbe depennare Barbagelata, perché in occasione del ballottaggio, pur senza apparentamento, quindi senza ricavarne un posto in consiglio comunale, ha dichiarato il proprio sostegno a Muliere, che ha vinto. Quindi per il Coscia costui da vincitore morale è diventato un vincitore immorale.
La Zippo che odia gli inceneritori solo un po’ meno di quanto odia D’Ascenzi, ha moralmente stravinto. Ha fatto su un 720 voti circa, il 6.4% . Eppure lei i novesi li aveva avvertiti, anzi minacciati. “Guardate che questa è l’ultima occasione che avete per avermi come sindaco. Perché io poi non mi ripresento più, sia chiaro!”
E questi sciagurati, ci manca poco che non la fanno neanche entrare in consiglio comunale. Diciamo che la signora non l’ha presa bene, anzi diciamo pure che si è un po’ incazzata e ha sbattuto la porta in faccia anche a coloro che l’hanno votata. Infatti ha annunciato il rifiuto di entrare in consiglio comunale. Al suo posto entrerà il suddetto Coscia, andando a rafforzare ulteriormente la squadriglia degli oppositori che fa capo a Perocchio.
Lei, fiera avversaria della restaurazione, in nome del rinnovamento, alla soglia dei 70 anni, si è ricandidata per la terza volta al consiglio e per ben due volte alla carica di sindaco. Aveva già in passato assicurato di volersi ritirare, ma poi ha cambiato idea. Per amore del pluralismo ci auguriamo che ci ripensi e che il suo treno passi ancora almeno una volta per Novi, dando modo ai suoi concittadini, anche se non se lo meritano, di godersela finalmente come sindaco. Alla prossima!
Ci sia permesso di inserire nella lista di Coscia, la Capodieci. Che se la vittoria morale è direttamente proporzionale alle batoste prese la sua moralità si avvicina a quella di Madre Teresa di Calcutta.
E’ stata candidata da prima in una lista di centrosinistra, racimolando qualche decina di preferenze. Poi si è autorifondata in Italia Viva di Renzi. Poi come tale si è proposta come candidata sindaco per l’intero centrodestra. Avete capito bene. Riteneva che la sua prestigiosissima figura avrebbe potuto mettere tutti d’accordo: Perocchio con Bertoli, Bertoli con Poletto, Poletto con Acilli, Acilli con Porta, Porta e Poletto con Butti. La fantasia al potere, si sarebbe detto una volta. In una cosa è riuscita a renderli saldamente uniti: nelle sghignazzate con cui hanno respinto la sua generosa disponibilità. Pervicace si è fatta una lista da sola con il proprio nome: un marchio, una garanzia. Con questa ha sostenuto Perocchio. La sua lista, pur incompleta, per il 75% era composta da foresti: non ha trovato 16 novesi che le dessero credito. Il risultato elettorale però è stato migliore.
Ha raccolto un’ottantina di voti, lo zero e qualcosa. Risultato comunque inferiore al numero di coloro che hanno firmato per permetterle di candidarsi. Occorrono infatti minimo 175 firme. Insomma non è stata votata neanche dai suoi firmatari.
Ma il più vincitore morale di tutti è il nostro amato, ineffabile Tortarolo.
La tesi del collega Chinotto esposta sul Moscone a suo tempo è che il nostro ha bruscamente virato a destra, dopo una decennale militanza a sinistra per far vincere quest’ultima. Infatti il Chinotto ha ricostruito la sua storia personale, dimostrando che come una sorta di Re Mida al contrario tutto ciò che tocca finisce a schifio. Da ultimo quando Tortarolo costituì il comitato per la realizzazione di un inceneritore qui da noi, il noto opinionista da bar – facile profeta- si disse certo che perciò non si sarebbe mai realizzato a Novi. Infatti ora anche l’assessore leghista della regione ci ha messo sopra una pietra tombale.
Il Tortarolo ha comprato una pagina di Panorama per spiegare che lui essendo tanto di sinistra, tifa per la destra di Salvini e invitava tutti a votare Perocchio sindaco. A sostegno chiamava in causa tre grandi figure del movimento operaio novese: Pagella, Soro e Sonsino. Naturalmente tutti morti. Così nessuno di loro incontrandolo per la strada gli avrebbe potuto sputare in un occhio.
Comunque anche questa volta il militante di sinistra che sacrifica anche la propria dignità per la causa, andando a destra per farla perdere, ha avuto la meglio: la sinistra ha vinto. Missione compiuta.
E dire che essendosi trasformato nel più ascoltato consigliere del sindaco Cabella e del suo nipote segretario della Lega, aveva già fatto un buon lavoro, accompagnandoli alla decadenza e al conseguente commissariamento della città. Ma l’uomo non è mai pago!
L’indomito Tortarolo non si arrende mai. Non gli è bastato che il suo campione non arrivasse neanche al ballottaggio. Trai due turni ha comprato un altro spazio su Panorama – Vernetti quando riceve la sua telefonata si strofina le mani- per dire che pazienza, questa volta è andata male, ma il progetto continua, promettendo o forse minacciando, leghisti e alleati, di sostenerli ancora. Grande!
Nell’inserzione c’erano le foto di Perocchio, Accilli e la Capodieci. Tutti e tre in fila ed in posa con le braccia conserte. Si tratta certamente di immagini scattate tempo a dietro. Infatti se fossero state fatte in occasione della sua ultima dichiarazione, siamo certi che, essendo a mezzo busto, le braccia degli uomini non si sarebbero viste intenti come erano a toccarsi le parti sotto la cintola, quelle che non si vedono. La signora invece toccava ferro. Ingrati!
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