Biomonitoraggio PFAS, Coluccio: la Giunta Cirio respinge le richieste del territorio

Il consigliere regionale Pasquale Coluccio, esponente del Movimento 5 Stelle, ha portato oggi in Consiglio regionale le istanze delle associazioni dell’alessandrino sul tema del biomonitoraggio dei PFAS nell’area del polo chimico di Spinetta Marengo. Una questione che sta mobilitando il territorio da tempo e che vede un acceso dibattito tra cittadini, associazioni e istituzioni.

Coluccio ha ricordato come, in una precedente interrogazione, la Giunta Cirio avesse annunciato l’avvio della seconda fase del biomonitoraggio, articolata su fasce concentriche: la prima entro 3 km dal polo chimico, la seconda a 6 km, la terza a 10 km e un’ultima oltre i 10 km. Il processo prevedeva, inizialmente, il reclutamento volontario dei residenti nella fascia più vicina (3 km) per poi decidere se estendere le analisi alle aree più distanti.

Durante un’assemblea pubblica a Litta Parodi, molto partecipata, le associazioni del territorio hanno chiesto maggiore trasparenza e un monitoraggio più approfondito per garantire un quadro sanitario affidabile. In particolare, hanno sollecitato analisi del sangue dettagliate sulle concentrazioni di due specifiche molecole, il C604 e l’ADV, e analisi delle urine per quantificare il C604. Questi interventi, secondo i cittadini, permetterebbero di ottenere una fotografia più chiara della situazione.

Nella seduta odierna, Coluccio ha riportato queste richieste alla Giunta, sottolineando l’importanza di rispondere alle preoccupazioni della popolazione. Tuttavia, l’Assessore Vignale, rispondendo per conto del collega Riboldi, ha respinto categoricamente tali proposte. Secondo Vignale, una quantificazione separata delle molecole richieste sarebbe superflua, in quanto “non esistono valori soglia per possibili effetti sulla salute” e, di conseguenza, non sarebbe possibile associare specifiche concentrazioni di queste sostanze a rischi per la salute umana.

«Ciò nonostante — ha ribattuto Coluccio — le analisi avrebbero potuto garantire maggiore serenità alla popolazione e fornire un quadro più completo della situazione». Il consigliere ha espresso rammarico per la decisione della Giunta, definendola una scelta categorica che non tiene conto delle esigenze di un territorio che da decenni affronta l’emergenza PFAS.

Nonostante il rifiuto delle richieste, Coluccio ha assicurato l’impegno del Movimento 5 Stelle a monitorare la situazione e a vigilare sulla conduzione del biomonitoraggio, ribadendo la necessità di tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente della zona.

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Moscone

Un commento su “Biomonitoraggio PFAS, Coluccio: la Giunta Cirio respinge le richieste del territorio

  1. Non c’erano dubbi sul fatto che l’assessore casalese, meloniano di ferro e rampante dominus del partito di musk, non si presentasse a rispondere e a discutere di veleni e salute pubblica in una zona già disastrata da cave e discariche sulle falde acquifere, smarino e amianto TAV, veleni assortiti – dall’ecolibarna alle ecoballe della camorra nelle discariche – fino a cromo esavalente e Pfas prodotti e diffusi nell’ambiente dalla filiale mandrogna della multinazionale belga (pare che in Belgio sia vietato produrli). Del resto, i camerati ribaldi dell’assessore stanno operando da tempo per fare di Novi la discarica di ogni loro immondizia, e sta per arrivare a 5 km dalla città, preparata da anni di fumo mediatico, anche la discarica nucleare.
    Qualche dubbio però assale sulla credibilità del de cuius come difensore della salute pubblica, considerato che quando gruppi di cittadini ambientalisti cercarono di opporsi a qualcuno degli scempi sopra citati, lui era esattamente dalla parte opposta, fedele al partito precedente che lo aveva piazzato anche in una giunta comunale.
    Oltretutto, a proposito di PFAS, forse il consigliere regionale dovrebbe interrogare anche l’alessandrino suo collega di partito, assessore nella giunta che sta difendendo astutamente l’azienda mandrogna produttrice dei Pfas di cui sopra.
    La coerenza è merce rara, ma qualche migliaia di euro pubblici al mese per se’ valgono davvero il disastro ambientale?

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