Ignoti hanno imbrattato con lo spray uno dei cartelli indicatore del sacrario della Benedicta, nel parco delle Capanne di Marcarolo, nel giorno del ricordo delle vittime delle foibe. Dure reazioni di protesta.
Innanzitutto vi riportiamo quelle del Comune di Bosio, sul cui territorio sorge il sacrario:
VERGOGNA!
La svastica sulla segnaletica stradale per il Sacrario dei Martiri della Benedicta riguarda tutti.
È un gesto che offende tutti.
È un gesto che suscita sentimenti di indignazione e di profonda vergogna.
È un gesto che non può essere sottovalutato e non può e non deve essere attribuito all’ignoranza.
È un gesto dettato da sentimenti di arroganza e da convinzioni di superiorità.
È un gesto che avviene nel giorno del ricordo, dopo pochi giorni dalla celebrazione del giorno della memoria, in vista della commemorazione dell’eccidio della Benedicta e della ricorrenza della liberazione dell’Italia dalla dittatura nazifascista.
È un gesto premeditato a cui deve essere attribuito il giusto significato.
È un gesto ignobile e vile, perpetrato al buio da fanatici codardi.
L’Amministrazione esprime la totale condanna di questo episodio e ricorda con rispetto i partigiani fucilati e deportati.
Anche gli YoYo Mundi, gruppo musicale molto legato ai valori della resistenza e alla Benedicta, ha protestato contro la deriva dei giorni nostri:
Sì, è quello che vedete.
Sì, è una svastica.
Sì, su un cartello del Sacrario Martiri della Benedicta.
Proprio lì.
I pronipoti degli assassini nazi fasciati tornano in azione. Oltraggiano e in qualche modo ci minacciano.
E sapete perché? Perché molti, anche a sinistra, hanno minimizzato, sottovalutato, girato la faccia dall’altra parte.
Ci ricordiamo bene le prese in giro – sia quelle proposte come battutine e sia quelle dette alle spalle -, rispetto al nostro impegno, alle nostre canzoni o ai lavori dedicati alla Resistenza.
Ricordiamo bene le voci di chi diceva: il fascismo è passato non tornerà mai più, siete voi che avete l’ossessione.
Noi, semplicemente, non abbiamo mai abbassato la guardia e abbiamo saputo riconoscere quello che maturava nel marcio di questo mondo allo sbando, di questa Europa imprigionata nel gorgo della finanza e delle guerre, di queste fragili democrazie zoppe, ormai irrimediabilmente minate dall’interno ed erose da un voto sempre meno ragionato, sempre più di pancia.
E a causa di politiche sull’istruzione devastanti e della cultura continuamente vilipesa e negata anche – e purtroppo – dalle istituzioni cosiddette democratiche (sarebbe bello sapere quanti denari stanziati per l’ottatesimo della Liberazione sono scivolati via per organizzare tutt’altro!).
E guai a quelli che proveranno a dire che – anche questa -, è stata solo una ragazzata. Qui non si tratta di una svastica sul muro del cesso di una scuola o della stazione, no. La mano che ha vergato questo ignobile segno, sapeva bene quel che stava facendo.
E lo ha fatto compiendo una violenza inaudita e ingiustificabile.
E lo ha fatto anche grazie a chi ha minimizzato.
E anche grazie al moltiplicarsi degli indifferenti.
Questi ultimi, probabilmente, si meritano le svastiche e tutto quello che ne seguirà.
E pure l’odio promesso da Antonio Gramsci.
Ma noi non resteremo a guardare questo scempio delle coscienze, senza reagire.
Chi con noi?
Vostri Yo Yo Mundi
«La croce nazista che ha imbrattato l’indicazione stradale verso il Sacrario della Benedicta è solo il miserabile simbolo di un pensiero contorto e ignorante. Il sacrificio, la lezione morale e civile dei partigiani fucilati e deportati, a seguito del rastrellamento della Benedicta, nell’aprile del 1944, non temono lo sfregio dell’ignoranza e del fanatismo. È il nostro tempo presente, invece, a dover temere il ritorno dei fantasmi che hanno umiliato l’Italia e l’Europa nel secolo scorso. Per questo chiediamo fermezza e vigilanza, affinché gli autori dello sfregio siano individuati e chiamati a rispondere del loro gesto». Così ha dichiarato Daniele Borioli, Presidente Associazione Memoria della Benedicta.
«La croce nazista che ha imbrattato il cartello verso il Sacrario della Benedicta, nell’alessandrino, e le scritte ingiuriose apparse in corso Cincinnato, a Torino, davanti alla targa che ricorda gli esuli, sono il frutto di ignoranza e fanatismo demente. Il Giorno del Ricordo, il Giorno della Memoria e il 25 aprile sono tre date fondamentali del nostro calendario civile: tre date che riguardano tutti gli italiani. Invece, ogni volta, non manca chi vuole “sporcare” queste commemorazioni, sollevando polemiche di parte, strumentalizzando il passato o ricorrendo a vili atti teppistici camuffati da “atti politici”. Ma non bastano le parole di condanna: serve una convinta azione istituzionale, culturale ed educativa per contrastare ogni estremismo e per smascherare chi fa un uso ideologico della Storia senza conoscerla». Così ha dichiarato Domenico Ravetti, Vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte e Presidente Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte.
Anche l’Isral (Istituto per la storia delle resistenza in provincia di Alessandria) condanna vivamente il gesto:
E’ passato poco più di un anno da quando croci uncinate sono comparse sui muri delle case di Bosio, in una terra che ha lottato per la Resistenza al fascismo e al nazismo. Ora la stessa croce imbratta l’indicazione stradale verso il Sacrario della Benedicta. L’Isral alla condanna unisce la sua vicinanza e solidarietà all’Associazione Memoria della Benedicta, al comune di Bosio, e alla comunità. L’esempio e la memoria dei partigiani uccisi o deportati non teme lo sfregio dell’ignoranza e del fanatismo.
Come Istituto continueremo a lavorare e a interrogarci, a riflettere con i cittadini e con la scuola, a combattere i fantasmi che hanno percorso l’Italia e l’Europa nel secolo scorso e che sono stati combattuti con il sacrificio di tanti. Ci uniamo all’Associazione Memoria della Benedicta nel chiedere attenzione e vigilanza per individuare al più presto il o gli autori dello sfregio.
Assessore regionale Enrico Bussalino:
L’imbrattamento del cartello del Sacrario della Benedicta con una svastica rappresenta non solo un oltraggio alla memoria delle vittime del nazifascismo, ma anche un attacco ai valori fondamentali su cui si fonda la nostra Repubblica.
Oggi è il Giorno del Ricordo, una data che, unita al Giorno della Memoria e al 25 Aprile, dovrebbe rappresentare un momento di riflessione collettiva, capace di unire tutti gli italiani nel ricordo delle tragedie passate e nel rafforzamento dei valori di libertà.
La Regione Piemonte ribadisce il proprio impegno nella tutela e valorizzazione dei luoghi della memoria, promuovendo iniziative educative e culturali volte a diffondere la conoscenza della nostra storia e a contrastare ogni forma di revisionismo e intolleranza.
Pd Novi Ligure:
La vile imbrattatura con una croce nazista dell’indicazione stradale verso il Sacrario della Benedicta è un atto ignobile che conferma, ancora una volta, perché sia fondamentale non abbassare la guardia contro ogni forma di odio e revisionismo storico.
Il sacrificio dei ragazzi, dei Partigiani caduti nell’aprile del 1944 è un pilastro della nostra memoria collettiva, una lezione morale e civile che non può essere cancellata dallo sfregio dell’ignoranza e del fanatismo. Al contrario, è proprio questo genere di episodi a dimostrare quanto sia ancora necessaria la celebrazione del 25 aprile e della Giornata della Memoria.
Quando ci chiedono perché, dopo quasi 100 anni, sia importante ricordare, la risposta è qui: perché l’ombra dell’odio e del neofascismo non è mai del tutto scomparsa e perché chi non condanna questi gesti ne è complice.
Chiediamo con forza che le autorità individuino e puniscano i responsabili, ma soprattutto ribadiamo l’impegno a mantenere viva la memoria della Resistenza e della lotta per la libertà. Solo con la conoscenza e il ricordo possiamo impedire che gli orrori del passato si ripetano.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà all’Associazione Memoria della Benedicta di fronte a questo vile atto di sfregio.
Siamo al vostro fianco e continueremo a sostenere con convinzione ogni iniziativa volta a ricordare il sacrificio di chi ha combattuto per un’Italia libera e giusta.
La memoria non si cancella, e chi pensa di farlo con l’ignoranza e l’odio ha già perso.
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