Grande successo per lAndrea Chenier di Umberto Giordano, andata in scena dal 8 al 15 febbraio in 4 repliche al Carlo Felice di Genova, opera che il numeroso pubblico ha particolarmente apprezzato con applausi di consenso e ammirazione, rivolti in particolare ai tre principali interpreti, il tenore Fabio Sartori, nelle vesti di Andrea Chenier, il basso Stefano Meo, alias Gerard, uomo destinato ad essere servo sia della nobiltà francese prima che di Robespierre poi , sia della donna amata e contesa dai due, Maddalena, che in un crescendo drammaturgico solo nella morte trova l’ amore eterno. Che dire poi della scenografia, dei costumi, della coreografia che sottolineano lo spirito verista di un’opera che sa trattare con sapienza i temi della Rivoluzione della vita e della morte, quest’ultima espressione dell’amore eterno.
Tutto ciò è rappresentato attraverso .l’ immagine scenografica di una cornice spezzata che lo spettatore interpreta facilmente come presagio di distruzione perchè spezzata e piegata: essa riflette chiaramente il dramma della Rivoluzione Francese quando Robespierre rovescia la nobiltà ed instaura il regime del terrore. Guerra, morte, amore sono i temi che rendono quest’opera drammatica, lirica, passionale e travolgente in cui si si raccolgono numerose espressioni musicali rendendola profondamente e completamente vera. Ci eravamo quasi disabituati a scenografie e coreografie che riflettono un’epoca storica in armonia e unità con l’opera stessa.
Infine la forza sinergica del direttore d’orchestra Renzetti e il regista Francesco Maestrino perseguono e concorrono al successo che la stessa ebbe nel lontano 1896 , un successo che si ripete nel tempo.
Katia Clara Tonzillo
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi

Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone