L’Istituto Nazionale Ferruccio Parri pubblica sul sito internet l’Atlante delle stragi naziste e fasciste, accadute in Italia dopo l’8 settembre 1943, frutto di un lungo lavoro di ricerca, promossa in collaborazione dall’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI) e dall’Associazione nazionale partigiani d’Italia (ANPI). La ricerca offre un quadro completo degli episodi di violenza contro i civili commessi dall’esercito tedesco e dai suoi alleati fascisti in Italia tra il 1943 e il 1945. Nella banca dati sono state catalogate e analizzate tutte le stragi e le uccisioni di civili e partigiani uccisi al di fuori dello scontro armato, commesse da reparti tedeschi e della Repubblica Sociale Italiana in Italia in quel periodo. Tale ricerca ha consentito la definizione di una “cronografia della guerra nazista in Italia”, che mette in correlazione modalità, autori, tempi e luoghi della violenza contro gli inermi sul territorio nazionale. L’Atlante ha censito 5.607 episodi di violenza, per un numero complessivo di 23.669 persone uccise. Di questi oltre la metà, pari a 2.877, sono costituiti da uccisioni di singole persone.
Le stragi sono catalogate per Regione e a loro volta per Comune, dove sono avvenuti gli episodi.
Per quanto riguarda il Piemonte sono stati registrati 652 episodi, oltre novanta in provincia di Alessandria, la matrice delle stragi è per circa una cinquantina di stampo fascista, una dozzina nazifascista e venticinque nazista, 307 sono le vittime di quei massacri. Per ogni evento la ricerca è correlata di descrizioni sintetiche.
Per questioni di spazio riportiamo le stragi più significative, chi vorrà può consultare l’intero lavoro nel sito internet https://www.reteparri.it/. In coda pubblichiamo una tabella sintetica di tutti gli eventi registrati in provincia in ordine di data.
Bosio, Benedicta

La strage più importante nel territorio alessandrino è sicuramente quella avvenuta a Bosio, Località Benedicta, tra il 6 aprile e il 7 aprile 1944 per mano dei nazifascisti che provocò 95 vittime, di cui un ragazzo.
Questa la descrizione nella scheda relativa al massacro: “Sull’Appennino Ligure, tra Genova e Alessandria, nella primavera del 1944 operavano due brigate partigiane, la Brigata Autonoma Alessandria e la 3ª Brigata Liguria. Tra il 3 e 6 aprile reparti tedeschi appoggiati da quattro compagnie della Guardia Nazionale Repubblicana (due provenienti da Alessandria e due da Genova) e da un reparto del reggimento di Granatieri di stanza a Bolzaneto, accerchiarono la zona del Tobbio. Il 6 aprile iniziarono gli scontri armati e mentre la 3ª Brigata Garibaldi Liguria cercò di rompere l’assedio dividendo i propri uomini in piccoli gruppi, la Brigata Autonoma Alessandria cercò una disperata difesa alla Benedicta e a Pian degli Eremiti. Il 6 aprile le truppe italo-tedesche fanno saltare la cascina della Benedicta dove i partigiani della 3a Brigata Liguria hanno insediato il loro comando, catturano molti uomini e incendiano numerose cascine. Il giorno dopo settantacinque prigionieri vengono fatti scendere a gruppi di cinque lungo il sentiero che porta al Gorzente e fucilati da un plotone di esecuzione composto da bersaglieri italiani comandati da un ufficiale tedesco. I cadaveri vengono sepolti in una fossa comune insieme a quelli di ventidue giovani catturati e trucidati nei boschi lì vicino”.
NdR. Ulteriori quattrocento partigiani furono catturati e avviati alla deportazione (quasi tutti finirono a Mauthausen), ma duecento riuscirono fortunosamente a fuggire, mentre i loro compagni perirono nei campi di concentramento.
Valenza
Strage avvenuta il 12 settembre 1944 di matrice nazista con la collaborazione di reparti italiani: vittime 29 di cui una donna.
Descrizione: “Dopo i rastrellamenti dell’estate del 1944 le bande partigiane del Basso Monferrato si sono date alla macchia dividendosi in piccoli gruppi. A settembre gli uomini di Agostino Lenti occupano un cascinale presso Madonna dei Monti. Qui all’alba del 12 settembre vengono sorpresi da ingenti forze nazifasciste durante un’operazione di rastrellamento. Uno dei partigiani, Nicola Marchis, riesce a fuggire dalla vettura su cui sta per essere condotto a Valenza e a scampare all’eccidio; Agostino Lenti che è in macchina con lui viene trucidato con una pallottola alla nuca. Pietro Lenti e 25 giovani vengono invece rinchiusi nelle scuole elementari di Valenza, sede del Kommandantur 1014, dove un tribunale improvvisato li condanna alla pena capitale. Vengono fucilati ad uno ad uno con un colpo di pistola alla nuca nei pressi del cimitero e sepolti in una fossa comune”.
Voltaggio
Strage avvenuta dall’8 aprile all’11 aprile 1944, di matrice nazista, i reparti italiani ebbero il ruolo di collaboratori, 16 vittime.
Durante i fatti della Benedicta i nazisti con la collaborazione dei fascisti effettuano un rastrellamento sono catturati 16 partigiani, tra cui 3 carabinieri disertori, rinchiusi nelle celle del comando dei carabinieri di Voltaggio e lì fucilati l’8 e l’11 aprile. Le salme sono lasciate abbandonate lungo la strada.
Casale Monferrato, Località Cittadella
Strage avvenuta dal 14 gennaio al 15 gennaio 1945 di matrice fascista, 13 vittime.
Descrizione: “Nel mese di gennaio del 1945, dopo che la 10. Divisione Garibaldi ha rifiutato la tregua proposta dal comandante del presidio tedesco di Casale, Mayer, parecchie sono le operazioni di polizia contro i partigiani in tutto il Casalese. Il 14 gennaio italiani della Brigata Nera di Alessandria e della Guardia Nazionale Repubblicana sorprendono nel sonno, nell’abitazione di Luigi Guarnero a Casorzo, numerosi uomini della 7. Brigata Matteotti insieme al loro comandante “Tom”, Antonio Olearo. Solo uno riesce a fuggire, tutti gli altri sono costretti ad una marcia a piedi nudi nella neve, poi vengono fatti sfilare lungo le vie della città. Torturati e condannati durante la notte da un improvvisato tribunale di guerra, all’alba del 15 gennaio vengono condotti alla Cittadella militare di Casale Monferrato e fucilati. Sono in tutto tredici, tra questi “Tom” e un ex prigioniero britannico. I loro corpi sono lasciati sotto la neve, per due giorni”.

Tortona
27 febbraio 1945, strage di matrice nazista, i responsabili italiani erano soldati del presidio della caserma Passalacqua, dieci vittime.
Descrizione: “Il 26 febbraio 1945 a Sarezzano, durante uno scontro tra partigiani e tedeschi, rimane ucciso un soldato germanico e un altro, gravemente ferito, muore poche ore dopo. Il giorno seguente per rappresaglia, il comando tedesco preleva dal carcere di Casale dieci prigionieri rastrellati in Monferrato durante l’inverno e li fucila al Castello di Tortona. I corpi delle vittime restarono abbandonati sul terreno.
Villadeati
9 ottobre 1944 strage nazista, vittime 10.
Descrizione: “Nell’estate e nell’autunno del 1944 il basso Monferrato fu teatro di una lunga serie di rastrellamenti volti a sgominare le bande partigiane.
Partigiani del gruppo di Tribecco uccidono in uno scontro a fuoco un maresciallo tedesco e fanno prigioniero il suo autista, che fingendo di arrendersi e collaborare fornirà invece utili informazioni ai nazifascisti.
La rappresaglia non tarda. Il 9 ottobre 1944 i tedeschi guidati dal maggiore Mayer, comandante la piazza di Casale, e affiancati da fascisti di Casale, giungono a Villadeati. Saccheggiano, bruciano le case e razziano il bestiame, prendono in ostaggio l’intera popolazione maschile e scelgono nove uomini e li fucilano sul posto. Tra le vittime, accusato di connivenza con i ribelli, anche un sacerdote, Ernesto Camurati”.
Cassinelle, Bandita.
7 ottobre 1944. Strage nazista, 10 vittime di cui una donna.
Descrizione: “Durante l’estate del 1944 nella zona tra l’Erro e l’Orba si forma un numeroso concentramento di truppe partigiane dove nuovi elementi, per lo più disertori dell’esercito fascista repubblicano, contribuiscono ad aumentare gli effettivi, ma da un punto di vista qualitativo le bande risultano poco amalgamate e i nuovi partigiani inesperti. A questo si aggiunge la percezione che la guerra stia volgendo al termine e i movimenti di truppe tedesche e fasciste vengono interpretate come l’inizio di una ritirata e non di un’operazione di rastrellamento. Al contrario, tra il 7 e l’8 di ottobre la zona di Bandita di Cassinelle è investiva da un’operazione condotta dal 37. Reggimento tedesco Flak. Quattro contadini sono uccisi e sei partigiani fatti prigionieri e uccisi poi uno alla volta con un colpo alla nuca alla presenza della popolazione radunata in piazza. Le case del paese sono saccheggiate e date alle fiamme”.
Felizzano, Bozzola
1° dicembre 1944, strage fascista, 8 vittime.
Descrizione: “Nella seconda metà di novembre, diversi rastrellamenti nazifascisti interessano la zona collinare a ridosso di Asti e la valle del Tanaro. Il giorno 29 viene investita la zona di Revigliasco ed Antignano, ad ovest della città: scontri violenti si susseguono in località San Rocco, strada Serra e Bricco Novara dall’alba fino alle 14 circa. Quattro partigiani restano uccisi, altri sei vengono catturati e trasferiti a Felizzano, lungo la statale che collega Asti ad Alessandria, dove nella locale caserma è stato organizzato un centro di detenzione. Il primo dicembre i sei catturati a Revigliasco e altri due partigiani rastrellati nei giorni precedenti nel Nord Astigiano vengono fucilati in località Bozzola. Nelle settimane successive, la caserma di Felizzano servirà da centro di raccolta e smistamento per i partigiani e i civili rastrellati nel corso dell’operazione Koblenz-Sud che coinvolgerà l’ampia area a sud del Tanaro, fino all’Appennino savonese dal 2 al 21 dicembre ponendo fine all’esperienza della Repubblica partigiana dell’Alto Monferrato”.
Pozzol Groppo
31 gennaio 1945, strage nazifascista. Sei vittime di cui una donna.
Descrizione: “In seguito a delazione, le azioni anti-partigiane culminano nella notte tra il 30 e il 31 gennaio con l’uccisione a Pozzol Groppo, nella bassa collina, di sei garibaldini, l’intero vertice della 117. brigata Cornaggia, da parte di elementi della III compagnia GNR di Voghera e della Sicherheit. Sorpresi nel sonno nella scuola del paese quattro di loro sono fucilati. Poco lontano, sulla riva dello Staffora, sono uccise anche le due guardie Sala e Torlasco.
Pier Alberto Pastorelli della Sichereit presente alla retata, nel memoriale consegnato al suo processo ha scritto: “Sì partì la sera, circa una trentina. A Voghera della G.N.R. si aggregarono a noi, circa 16 uomini, mi pare con il capitano Bruschi. Giunti in direzione per Groppo il colonnello diede l’ordine a me di passare a destra del paese (…) «C’è qui il mezzadro del parroco che ci porta sul posto. È nella scuola». (..) Si giunse davanti alla scuola. Il maresciallo tedesco insieme mi pare a Bertoluzzi e 5 o 6 altri, si portava davanti alla posta. Io temevo che appena entrati sparassero, anche perché si temeva fossero armati e si temeva reazione. Allora avendo già uno posto una scala alla finestra stessa, lo feci scendere e salii io stesso. (…) Sentendo sfondare la porta ruppi io stesso il vetro della finestra e gridai: (…) «Che nessuno spari». (…) Entrarono subito tanti altri e quelli che erano a letto furono fatti alzare. Essendomi stato indicato il Covini, prevenni nell’avvicinarsi a lui, il maresciallo tedesco il quale diceva: «Questo lo ammazzo io». Gli dissi di calmarsi dicendo che non bisognava ammazzare nessuno anche perché erano disarmati e non era stato sparato un colpo”. Ma poi, sempre secondo Pastorelli, vengono portati nella piazzetta antistante e fucilati”.
Ticineto Po
16 novembre 1944, strage nazista. Sei vittime.
Descrizione: “Nell’estate e nell’autunno del 1944 il basso Monferrato fu teatro di una lunga serie di rastrellamenti volti a sgominare le bande partigiane.
Il 16 novembre fascisti e tedeschi piombarono a Ticineto Po, prelevarono sei civili accusati da una spia di far parte della Resistenza e li fucilarono. Le loro case furono saccheggiate e incendiate, insieme con altre del paese”.
Molare, Località Olbicella
10 ottobre 1944, strage nazista, sei vittime.
Descrizione: “Durante l’estate 1944 nella zona tra l’Erro e l’Orba si forma un numeroso concentramento di truppe partigiane dove nuovi elementi, per lo più disertori dell’esercito fascista repubblicano, contribuiscono ad aumentare gli effettivi ma da un punto di vista qualitativo le bande risultano poco amalgamate e i nuovi partigiani inesperti. A questo si aggiunge la percezione che la guerra stia volgendo al termine e i movimenti di truppe tedesche e fasciste vengono interpretate come l’inizio di una ritirata e non di un’operazione di rastrellamento. Dopo la rapida puntata contro Bandita di Cassinelle i partigiani della zona organizzano una difesa a quadrato contro una nuova eventuale avanzata nemica. Il 10 ottobre i tedeschi della 603a Abteilung Flak coadiuvati da uomini della San Marco ripartono in rastrellamento nella zona di Orbicella, San Luca e Toledo e avanzano su quattro direttrici sbaragliando i partigiani con un’avanzata concentrica. Molti cadono in combattimento e tra questi il comandante Mingo. Disciolte le formazioni i tedeschi incendiano le abitazioni di Morbello, Pian Castagna, Orbicella e molti cascinali nei dintorni, saccheggiano e razziano il bestiame, prelevano ostaggi. Poi, prima di allontanarsi, prendono sette partigiani catturati presso la sede del loro comando e uno, Mario Ghiglione, viene bastonato a sangue, altri sei sono seviziati, picchiati e impiccati nella piazza centrale del paese al cospetto dell’intera popolazione”.
Carezzano, Località Acquabella.
21 giugno 1944, strage nazista, cinque vittime.
Descrizione: “Il 21 giugno 1944 in località Aquabella, nel comune di Carezzano, cinque ostaggi provenienti da Alessandria sono uccisi dalle SS con un colpo alla nuca e seppelliti in una fossa comune. L’atto è compiuto in rappresaglia alla morte del maresciallo Helmut Muller, che rimane ucciso nella notte tra il 19 e il 20 giugno durante un’incursione della brigata partigiana Arzani, che trafuga armi ed esplosivi dalla polveriera di cui lo stesso Muller era responsabile”.
Acqui Terme, Loc. Via Battisti, Scuola Bella
25 gennaio 1944, strage nazista, vittime 5.
Descrizione: “A partire dal dicembre del 1943 e per tutto il mese di gennaio ad Alessandria e nella provincia i tedeschi avviano una serie di operazioni militari contro i partigiani le cui bande si sono formate e consolidate nei mesi successivi all’armistizio e che hanno condotto una serie di azioni, soprattutto di disturbo e boicottaggio. Il primo attentato avviene il 13 dicembre del 1943: è opera dei Gruppi di Azione Partigiana e la vittima è un tenente colonnello dell’esercito repubblicano, Salvatore Ruggeri. A partire da quel momento si susseguono una serie di arresti e di operazioni di rastrellamento che mettono a dura prova la Resistenza locale. Nonostante questo il Cln viene costituito alla fine del 1943. Il 23 gennaio il “Popolo di Alessandria” annuncia la necessità di fare un repulisti dei partigiani. Il 25 scatta la prima rappresaglia tedesca: alcuni Gruppi di azione patriottica falliscono un attentato contro un gruppo di militari tedeschi: 5 partigiani del distaccamento “Stella Rossa”, estranei ai fatti, catturati nei giorni precedenti a Perletto, vengono fucilati nel cortile della scuola Bella di Acqui alle 20,40”.
Pareto, Martini
11 novembre 1944, strage fascista, 4 vittime.
Descrizione: “Il giorno 11 novembre 1944, in frazione Martini di Pareto, furono fucilati quattro partigiani della brigata Sambolino, catturati durante un rastrellamento condotto da militari della divisione San Marco provenienti da Piana Crixia”.
Gabiano, Cantavenna
1° novembre 1944, strage nazista, cinque vittime di cui una donna.
Descrizione: “Nell’estate e nell’autunno del 1944 il basso Monferrato fu teatro di una lunga serie di rastrellamenti volti a sgominare le bande partigiane.
Il 1° novembre 1944 partigiani della Brigata autonoma “Patria” e della 2. brigata Della Divisione “Monferrato” si scontrano a Cantavenna con una colonna di autoblindo inviata dal Comando germanico. La battaglia impegna duramente i nazifascisti che nella ritirata incendiano la frazione di Rocca delle Donne, uccidendo due civili.
Secondo un’altra versione, i nazifascisti ritornano in forze tra il 14 e il 16 novembre ed è in quell’occasione che Rocca delle Donne viene incendiata. I civili uccisi non sono due ma cinque”.
Casalbagliano
Dal 30 gennaio al 31 gennaio 1945, strage fascista, quattro vittime.
Descrizione: “Tra la fine del 1944 e l’inizio del 1945 tedeschi e fascisti intensificarono le azioni contro le formazioni GL della provincia. Il 27 gennaio, a Solero, i fascisti catturarono il comandante di distaccamento Bruno Pasino e lo rinchiusero nelle carceri di Alessandria. Tre giorni dopo, Pasino venne prelevato nel cuore della notte da elementi della Brigata nera con tre compagni. I quattro partigiani furono condotti nei pressi di Casalbagliano e trucidati in aperta campagna”.
Bistagno, Pieve
31 gennaio 1945, strage fascista, tre vittime.
Descrizione: “Nei mesi di novembre e dicembre 1944 e di gennaio 1945, l’Alto Monferrato e le Langhe sono attraversati da duri rastrellamenti nazisti e fascisti, che portano al momentaneo sbandamento delle formazioni partigiane operanti in zona. Il 26 gennaio alcuni militi del III Reparto Esplorante della San Marco sorprendono nella sua casa di Sessame un alpino ventiduenne sbandato, Egidio Carena, e lo portano nella sede del distaccamento di Bistagno. Il fratello del fermato, Carlo, di tre anni più anziano, è un partigiano della IX divisione Garibaldi; il giorno 30, insieme all’amico Attilio Minardi, scende in valle Bormida di Millesimo per cercare di catturare un milite ed organizzare lo scambio. I due vengono però fermati nei pressi di Loazzolo dagli uomini della San Marco. I due prigionieri vengono derubati dei soldi che portano con sé e ripetutamente percossi durante gli interrogatori; verso le ore 17 del 31 gennaio, i due fratelli Carena e Minardi vengono portati in regione Pieve di Bistagno, nei pressi del cimitero e fucilati. Giunto sul posto dopo l’esecuzione, il prete di Bistagno, don Formica, lamenta di non essere stato chiamato per portare ai condannati i conforti religiosi. Tutte le vittime ottengono il riconoscimento di partigiano caduto”.
Alessandria, Cittadella
20 febbraio 1945, strage fascista, quattro vittime.
Descrizione: “Tra la fine del 1944 e l’inizio del 1945 tedeschi e fascisti intensificarono le azioni contro le formazioni GL della provincia. Il 18 febbraio i repubblicani, probabilmente orientati da una spia, piombano a Castellazzo Bormida e, con altri “fuorilegge”, arrestano Luciano Scassi, l’iniziatore del movimento partigiano gielle nella provincia. Condotto ad Alessandria, Scassi è processato il giorno seguente dal Tribunale militare di guerra, convocato con procedura d’urgenza, e l’indomani, il 20 febbraio, viene fucilato alla Cittadella con tre compagni di lotta, Amedeo Buscaglia, suo collaboratore e amico fraterno, Pietro Scaramuzza e il garibaldino Ettore Gino”.
TABELLA RIASSUNTIVA DEGLI EVENTI IN PROVINCIA DI ALESSANDRIA
Comune | Data | Matrice Strage | Vittime Uomini | Vittime Donne | Tipologia |
Viguzzolo | 9/9/1943 | nazista | 1 | Violenze | |
Valenza | 16/1/1944 | fascista | 1 | Rastrellamento | |
Acqui Terme | 25/1/1944 | nazista | 5 | Fucilazione – rappresaglia | |
Lerma | 24/3/1944 | fascista | 2 | Fucilazione – rappresaglia | |
Bosio | 6-7/4/1944 | nazifascista | 95 | Rastrellamento, Fucilazione, Incendio di abitazione, Minamenti e esplosioni | |
Voltaggio | 8-11/4/1944 | nazista | 16 | Rastrellamento, Fucilazione | |
Villanova Monferrato | 16/4/1944 | fascista | 1 | Uccisione con arma da fuoco | |
Strevi | 20/4/1944 | fascista | 1 | ||
Acqui Terme via Piave 44 | 21/5/1944 | nazista | 1 | Indefinito | |
Ovada | 12/6/1944 | fascista | 2 | Rappresaglia, Fucilazione | |
Carezzano | 21/6/1944 | nazista | 5 | Rappresaglia, Fucilazione | |
Camagna | 31/7/1944 | fascista | 1 | Rappresaglia, Fucilazione | |
Prasco | 31/7/1944 | fascista | 1 | Fucilazione | |
Acqui Terme | 3/8/1944 | fascista | 1 | Fucilazione | |
Rivarone | 17/8/1944 | fascista | 1 | Uccisione con arma da fuoco | |
Quargnento | 21/8/1944 | 1 | Uccisione con arma da fuoco | ||
Alessandria | 21/8/1944 | fascista | 1 | Uccisione con arma da fuoco | |
Ozzano | 26/8/1944 | fascista | 1 | Fucilazione | |
Alessandria | 27/8/1944 | fascista | 1 | Fucilazione | |
Acqui Terme | 31/8/1944 | 1 | Fucilazione | ||
Alessandria Spine | 5/9/1944 | 1 | Fucilazione | ||
Alessandria | 11/9/1944 | fascista | 3 | Fucilazione | |
Montaldo Bormida | 18/9/1944 | fascista | 1 | Uccisione con arma da fuoco | |
Valenza | 12/9/1944 | nazista | 28 | 1.0 | Fucilazione |
Alice Bel Colle | 19-20/9/1944 | nazista | 1 | 1.0 | Incendio abitazione |
Ponzone | 19/9/1944 | nazista | 3 | Uccisione con arma da fuoco | |
Villadea | 21/9/1944 | nazista | 3 | Non definite | |
Murisengo | 21/9/1944 | nazifascista | 1 | Rastrellamento | |
Odalengo Grande | 21/9/1944 | nazifascista | 1 | Fucilazione | |
Cassine | 21/9/1944 | fascista | 2 | Uccisione con arma da fuoco | |
Pecetto | 2/10/1944 | fascista | 1 | Uccisione con arma da fuoco | |
Cremolino | 4/10/1944 | nazista | 1 | Uccisione con arma da fuoco |
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi

Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone