In un momento storico come il nostro, in cui le forze democratiche e progressiste sembrano essere sempre più messe alla prova quando una minoranza parlamentare si allea con la maggioranza di centro destra per approvare e firmare decreti per finanziare armi, il ritorno di ideologie pericolose come il fascismo non è solo un rischio teorico, ma una minaccia concreta che possiamo e dobbiamo combattere con ogni mezzo.
Oggi, la nostra speranza va a figure come Emma Ruzzon, una studentessa di Padova di 24 anni, presidente del consiglio delle studentesse e degli studenti all’università di Padova, dove studia Lettere moderne che non solo si oppongono fermamente all’idea del fascismo, ma ci richiamano all’importanza della memoria storica, dell’impegno civile e della lotta per la libertà.
Ha iniziato a fare attivismo all’università facendo discutere il gesto eclatante compiuto durante l’inaugurazione dell’803esimo anno accademico dell’Università di Padova, togliendosi elegantemente la camicia nera che indossava durante il suo intervento. “La storia ci insegna a leggere i segnali, anche quando si presentano in modo diverso, ma se qualcuno non vuole proprio coglierli, davvero è necessario vedere le camicie nere in giro? Nel dubbio, io me la tolgo, senza paura di dire che molti in questo Paese dovrebbero fare lo stesso”.
Queste sono state le sue prime parole del suo intervento. Il fascismo, ideologia totalitaria e oppressiva, ha avuto il suo culmine nel XX secolo con il regime di Benito Mussolini, ma le sue radici e i suoi princìpi sono ancora oggi presenti in molte forme. L’ideologia fascista si nutre di divisione, intolleranza, razzismo, e disumanizzazione del “diverso”. Si basa su un culto della forza e dell’autoritarismo, che non ha nulla a che vedere con i valori di uguaglianza, giustizia e solidarietà che caratterizzano una società democratica. La nostra lotta contro il fascismo non è solo una questione di memoria storica, ma una battaglia per il futuro della nostra nazione, del nostro popolo e dei diritti di ogni essere vivente. Negli ultimi anni, c’è stato un riemergere di forze politiche e movimenti che, purtroppo, rievocano il linguaggio, le simbologie e le pratiche fasciste, rivisitandole con una veste moderna ma altrettanto dannosa. Il timore che l’Italia possa essere nuovamente travolta da una simile ideologia è concreto. Ogni volta che sentiamo discorsi che esaltano il nazionalismo esasperato, che invitano alla violenza contro le minoranze o che negano i diritti fondamentali dei più deboli, siamo di fronte a segnali che non possiamo ignorare.Il ritorno del fascismo in Italia, seppur travestito da altre forme politiche, è una minaccia che non possiamo permetterci di sottovalutare. Ogni passo indietro che facciamo nella protezione dei nostri diritti civili è un passo che ci avvicina a un passato che abbiamo il dovere di non rivivere. Ogni atto che sembriamo considerare insignificante—dal semplice atto di non confrontarsi con opinioni discriminatorie fino alla lotta contro le politiche xenofobe e autoritarie—è in realtà parte di una battaglia molto più grande. Perché ogni passo che facciamo in direzione della giustizia, dell’uguaglianza e della solidarietà, è un passo che ci tiene lontani dal ritorno di un passato che non possiamo più permetterci di vivere.
Nel contesto attuale, quindi, il timore che l’ideologia fascista possa trovare terreno fertile in Italia è un allarme che deve risuonare forte e chiaro in tutte le nostre menti. Ma la risposta a questa paura non è l’isolamento, né l’inerzia. La risposta è la partecipazione attiva, l’informazione e la consapevolezza. È il rifiuto assoluto di ogni forma di intolleranza e la promozione di una cultura di inclusività e accoglienza. Solo così possiamo evitare che l’ombra del fascismo torni a oscurare il nostro futuro.
Robbiano Laura PRC
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