Come si fa a rimanere indifferenti di fronte alle notizie «oblique» che quotidianamente ci vengono propinate e condite da opinionisti per lo più di parte, prezzolati, ruffiani, voltagabbana… salvo qualche eccezione, naturalmente? A tenere banco non sono gli indirizzi politici e amministrativi dei servizi, sempre più costosi e inesorabilmente peggiori, né la scomparsa del ceto medio e la crescente povertà esponenziale, ma le bombe, le guerre, le minacce apocalittiche, che sono diventate pane quotidiano.
La storia, la letteratura, i grandi pensatori messi in cantina e scimmiottati da novelli condottieri senza arte né parte. Oggi non vale la pena parlare di stipendi o pensioni, di inflazione o stato dei servizi, di programmi di crescita e di investimenti, di decisioni maturate dopo un percorso democratico e di confronto fra le parti. Se poi ci mettiamo anche le «gaffe» pronunciate da capi di Stato e governanti che dimostrano di interpretare la storia in modo distorto o eccessivamente disinvolto, allora penso che la confusione sia l’unica certezza.
La vituperata politica si nutriva del confronto, anche aspro, tra governo e opposizione, ma si arrivava sempre a una sintesi. Oggi non si capisce chi governa e chi fa opposizione: tutto si riduce a rapporti personalistici. Un quadro deprimente in Italia e in Europa, per restare solo a casa nostra, dove si decide bypassando Parlamento e istituzioni.
In questi giorni «scoppia» la proposta di Ursula, la commissaria UE, di programmare un investimento da 800 miliardi per armamenti. Per fare cosa? Per difenderci da eventuali e futuri aggressori ancora sconosciuti? Per armare un esercito che non esiste, visto che ci sono solo eserciti nazionali che rispondono a regole e Costituzioni diverse? E chi guiderebbe l’esercito europeo che non c’è? Con quali tecniche di ingaggio? Si sa solo, per ora, che sono tutti d’accordo, ma in ordine sparso, e con Zelensky ospite fisso a rincuorarsi dopo le reprimende di Trump e Vance, i quali, almeno, tra tante arroganti minacce e imposizioni commerciali, hanno messo a nudo le ipocrisie europee.
Oggi c’è da decidere tra guerra e pace, e Ursula decide da sola per la guerra, senza il mandato preciso degli Stati europei, con il grido di battaglia che rese famoso Totò contro Maciste: «Tebani, abbiamo lance, frecce, tricche tracche e castagnole, e con queste potenti armi, dico potenti armi, spezzeremo le reni a Maciste e ai suoi compagni, Rocco e i suoi fratelli, valorosi tebani… Io armiamoci e partite, io verrò dopo…».
Tra chi si sente il successore di Churchill e chi di Napoleone, poveri noi! Sarebbe meglio ispirarsi al famoso romanzo di Lev Tolstoj Guerra e pace, e non tanto per l’amore infelice tra il principe Andrej e la fanciulla Natasha, quanto per lo schema del romanzo, basato sullo sfondo delle guerre napoleoniche. Il novello Napoleone, Macron, presidente con governi trimestrali, ci propone, per stare tranquilli e senza che qualcuno glielo abbia chiesto, lo scudo nucleare… contro la prima potenza nucleare del pianeta. Che Dio ci protegga.
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Un commento su “Guerra e pace”
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La proposta francese è solo fumo ad uso e consumo dei creduloni. Mi spiego meglio, la deterrenza francese in favore degli Stati europei è già in essere, ma bisogna porsi un’altra domanda… ossia a che servono? Davvero ci sono soggetti che credono davvero che bastino 290 testate Francesi contro le 6257 Russe? Aggiungo anche un altra considerazione, ad oggi la Russia sovrasta la produzione occidentale 7a1 e stanno forse ad 1/3 del reale potenziale. A livello numerico in termini di mobilitabili il divario si allarga a 10a1.
L’ue cosa vuole produrre? MBT (Carri Armati) che hanno già dimostrato di essere inefficaci contro le Armi russe? Ved.si Abrams Leopard Bradley etc. I patriot? Che vengono tranquillamente dai missili ipersonici Russi?
Tanti Auguri a tutti noi…