È arrivato il momento per i cittadini novesi di avere parecchi disagi per la costruzione del cavalca ferrovia vicino alla Pieve. La strada per Cassano sarà chiusa dal 22 aprile, per circa 4 mesi, costringendo il traffico automobilistico a tortuose deviazioni.
Si tratta dell’unica opera connessa al terzo valico che andrà a impattare in modo pesante sul percorso stradale. Ma possiamo consolarci pensando che poteva andare molto – ma davvero molto – peggio, se si fosse seguito il progetto originario.
Il progetto iniziale infatti prevedeva la costruzione del cosiddetto shunt, cioè una linea ferroviaria lunga 7 chilometri che avrebbe bypassato Novi Ligure e collegato la linea del terzo valico alla linea storica dopo la città.
Questo shunt avrebbe attraversato tutta Novi, intercettando prima la discesa per la Merella (la salita dello zucchero) proseguendo verso Pozzolo passando sotto la Strada Provinciale 35 bis dei Giovi (la strada da Novi verso Pozzolo e Alessandria) e attraversando il ramo ferroviario della linea Novi-Tortona, fino a raggiungere la cosiddetta zona Carpeneto per andare a infine collegarsi con la linea per Torino, all’altezza del depuratore, a valle dello stabilimento Ilva. La sua costruzione avrebbe richiesto uno scavo largo 65 metri e profondo 20, in cui poi sarebbe stata incassata la linea, e avrebbe portato un consumo di suolo pari a 54 ettari, intercettando le falde acquifere che alimentano la città.
Oggi ci sono forze politiche a Novi che lanciano allarme ai cittadini sostenendo che il terzo valico porterà i treni in centro città, e che dovranno essere costruite barriere antirumore alte vari metri attorno ai binari. Vero, però sarebbe bene dire, agli stessi cittadini, che se si fosse costruito lo shunt, come chiedono queste forze ormai inutilmente (i lavori sono ben più che avviati, e indietro non si può più tornare) che questi famosi treni sarebbero passati lo stesso in città, su una nuova linea lunga 7 chilometri.
Il geometra Dario Ubaldeschi anni fa propose di cogliere l’occasione del passaggio del terzo valico per rivedere completamente l’assetto della città, costruendo lo shunt e al contempo togliendo la linea ferroviaria storica dal centro città, eliminato la stazione ferroviaria per costruirne una nuova nel basso Pieve. Un’idea suggestiva, ma i novesi avrebbero gradito dover prendere l’auto per andare a prendere il treno?
Quel che è certo è che se oggi ci trovassimo in una città attraversata da due linee ferroviarie, come propongono alcuni, allora sì che Novi avrebbe di che piangere. Altro che cavalcaferrovia.
Ricordiamo infine, ma speriamo che siano pochi i novesi a non saperlo, che la costruzione del terzo valico non è stata un’idea dei novesi, o dei loro amministratori. La legge obbiettivo sulle opere di interesse strategico nazionale non richiede alcun parere alle amministrazioni locali dei territori coinvolti.
Una risposta a “I disagi del cavalcaferrovia? Pensate il disastro se facevano lo shunt”
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Con lo schunt Novi sarebbe stata tagliata fuori con forti perdite nel servizio trasporto.
Per quel che riguarda il basso Pieve non si è ancora capito bene quali saranno le alternative spero che vengano chiarite all’incontro di Mercoledì
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Un commento su “I disagi del cavalcaferrovia? Pensate il disastro se facevano lo shunt”
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Con lo schunt Novi sarebbe stata tagliata fuori con forti perdite nel servizio trasporto.
Per quel che riguarda il basso Pieve non si è ancora capito bene quali saranno le alternative spero che vengano chiarite all’incontro di Mercoledì
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