Erano giovani, ma c’erano anche i meno giovani, erano saliti in montagna a “cercar la libertà tra rupe e rupe”. I “ribelli” erano operai, impiegati, ferrovieri, studenti, professionisti, commercianti, artigiani, contadini, donne e uomini, che avevano lasciato “case scuole ed officine” per combattere “contro la schiavitù del suol tradito”, altri erano rimasti in città ma combattevano anche loro. Erano militanti antifascisti di vecchia data e giovani renitenti alla leva della Repubblica di Salò. Erano militari che non avevano aderito all’esercito repubblichino, carabinieri che avevano rifiutato di entrare nella Guardia Nazionale Repubblicana.
I primi nuclei partigiani erano per lo più formati da persone con ideologie antiche, ma man mano che il movimento dei ribelli si ingrossava, veniva formato da tante persone che non avevano ideologie precostituite. Il collante, il legame che teneva insieme tutti, era la ricerca della libertà e della democrazia che era stata negata nei vent’anni precedenti. Vissero di “stenti e patimenti”, con poche armi per combattere il nemico, mal nutriti e mal vestiti.
Tutti insieme scesero dai monti, combatterono strada per strada, per cacciare l’invasore nazista e il suo alleato fascista. Era il 25 aprile 1945, Novi fu liberata il giorno 27; per le strade della città si fece festa per la libertà ritrovata. La gente sembrava impazzita: si era chiusa la tetra parentesi della guerra. Molti avevano fatto applicare sulla bandiera tricolore, al posto della effigie sabauda, una stella rossa. Le ragazze gettavano garofani rossi mentre i partigiani sfilavano, gli uomini applaudivano e i giovanotti facevamo un gran casino. Nel pomeriggio il Municipio liberato, fu preso in consegna dal Comitato di Liberazione novese che nominò Sindaco il liberale Biagio Martelli.
Chi erano i partigiani?
Già durante i giorni della Resistenza, i Comandanti partigiani si posero il problema del riconoscimento di coloro i quali erano considerati dai nazi-fascisti i “fuorilegge”. Dopo la Liberazione di Roma, il primo Governo, istituito dai partiti antifascisti, presieduto da Ivanoe Bonomi, si era posto il problema e con Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 319, costituì presso la Presidenza del Consiglio dei ministri una Commissione nazionale e un Ufficio per i patrioti dell’Italia occupata con il compito “di studiare, con criteri unitari, tutti i problemi relativi all’attività svolta dai patrioti nella lotta contro i tedeschi e contro il fascismo, e di promuovere i necessari provvedimenti”.
Successivamente il Governo Parri sempre con Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 518, il 21 agosto 1945, stabilì i criteri “concernenti il riconoscimento delle qualifiche dei partigiani” istituendo Commissioni locali, ripartite territorialmente, per la catalogazione dei partigiani stessi.
Le Commissioni territoriali procedettero quindi alla catalogazione.
Nel 2017 la Direzione Generale Archivi ha assegnato all’Istituto Centrale per gli Archivi (Icar) un finanziamento al fine di avviare un progetto per rendere accessibile ai ricercatori e ad un ampio pubblico le schede relative alle richieste di riconoscimento delle qualifiche partigiane conservate nel Fondo “Ricompart” presso l’Archivio Centrale dello Stato. Le schede individuali sono state inserite nel sito internet https://www.partigianiditalia.beniculturali.it.
I partigiani di Novi
Furono catalogati 508 partigiani novesi, di cui quindici donne. Otto di loro erano nati tra 1880 e il 1889, quarantaquattro nati tra il 1890 e il 1900, sessantanove tra il 1901 e il 1910, 84 tra il 1911 e il 1920, il numero maggiore era di 275 partigiani, nati durante il fascismo, la loro età nel 1943 variava tra i 12 e i 21 anni.
Per ogni partigiano catalogato fu compilata una scheda, recuperabile sul sito internet già citato. Si riporta, a titolo esemplificativo, non essendo possibile per motivi di spazio pubblicare le oltre cinquecento schede, quella del mitico Comandante Scrivia, al secolo Aurelio Ferrando, giovanissimo, nato nel 1921, nel 1943 aveva soltanto ventidue anni ed era sottotenente del 15° reggimento del genio di stanza a Chiavari; dopo l’8 settembre si era sottratto alla resa e, dopo un periodo di clandestinità, nei primi mesi del 1944 raggiunse la formazione partigiana costituita da Aldo Gastaldi (Bisagno) suo compagno di reggimento, sulle alture di Cichero nell’entroterra chiavarese. Partigiano combattente, divenne poi Comandante della divisione garibaldina Pinan-Cichero.
Il riconoscimento dei partigiani
Questi i criteri che furono stabiliti per la catalogazione. Fu riconosciuta la qualifica di partigiano combattente:
1) ai decorati al valore per attività partigiana;
2) a coloro che sono stati feriti dal nemico in combattimento o feriti in dipendenza della loro attività partigiana;
a) coloro che a nord della linea Gotica, hanno militato per almeno tre mesi in una formazione armata partigiana o gappista regolarmente inquadrata nelle forze riconosciute dipendenti da C.V.L. e che abbiano partecipato ad almeno tre azioni di guerra o di sabotaggio;
b) a coloro che a sud della linea Gotica hanno militato per almeno tre mesi in una formazione armata partigiana o gappista regolarmente inquadrata nelle forze riconosciute e dipendenti dal C.L.N. e che abbiano partecipato a tre azioni di guerra o di sabotaggio;
c) agli appartenenti alle formazioni S.A.P. che, a nord della linea Gotica, abbiano un periodo minimo di appartenenza di sei mesi e possano dimostrare di aver partecipato almeno a tre azioni di guerra o di sabotaggio;
d) agli appartenenti, a sud della linea Gotica, alle formazioni armate cittadine riconosciute dal C.L.N. che abbiano un periodo minimo di appartenenza di tre mesi e possono dimostrare di aver partecipato almeno a tre azioni di guerra o di sabotaggio;
e) a coloro che, a sud della linea Gotica, pur non avendo fatto parte di formazioni inquadrate dal C.L.N., hanno militato per un periodo di tre mesi in formazioni partigiane o squadre cittadine indipendenti e che possono documentare di aver partecipato ad almeno tre azioni di guerra o di sabotaggio;
f) coloro che hanno fatto parte, a nord della linea Gotica, per un periodo di sei mesi di un comando o di un servizio di comando (informazioni, avio-lanci, intendenza, ecc.) inquadrati nell’attività del C.V.L.;
g) a coloro che hanno fatto parte, a sud della linea Gotica, per un periodo di tre mesi di un comando o di un servizio di comando (informazioni, avio-lanci, intendenza, ecc.) inquadrati nella attività del C.L.N.;
h) a coloro che, a sud della linea Gotica, pur non avendo fatto parte di formazioni inquadrate nel C.L.N., possono documentare di aver appartenuto per un periodo di tre mesi ad un comando o ad un servizio di comando (informazioni, avio-lanci, intendenza, ecc.) di formazioni partigiane o squadre cittadine indipendenti;
i) a coloro che sono rimasti in carcere, al confino od in campo di concentramento per oltre tre mesi in seguito a cattura da parte di nazi-fascisti per attività partigiana; l) a coloro che, a nord o a sud della linea Gotica, hanno svolto attività od azioni di particolare importanza a giudizio delle Commissioni.
Inoltre veniva riconosciuta la qualifica di caduto per la lotta di liberazione: “1) ai caduti in azioni partigiane, o per ferite contratte in azioni partigiane, o per malattia contratta in servizio partigiano; 2) agli assassinati dai nazi-fascisti perché prigionieri politici, quali ostaggi, o per rappresaglia; 3) ai prigionieri politici morti per i maltrattamenti subiti in carcere od in campo di concentramento”.
Era riconosciuta la qualifica di mutilato o invalido per la lotta di liberazione a tutti coloro che avessero riportato mutilazioni od invalidità.
Veniva riconosciuta la qualifica di patriota “a tutti coloro che, non rientrando nelle categorie precedenti, avevano tuttavia collaborato o contribuito attivamente alla lotta di liberazione, sia militando nelle formazioni partigiane per un periodo minore di quello previsto, sia prestando costante e notevole aiuto alle formazioni partigiane”.
In fondo trovate il link per scaricare il documento con tutti i nomi. L’elenco comprende uomini e donne, si riferisce ai Partigiani registrati nati o residenti all’epoca, a Novi Ligure. Ci si scusa anticipatamente di eventuali dimenticanze o errori, in parte dovute alla scarsa leggibilità di alcune schede.
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