Scusate la mia indignazione per queste parole, ma vorrei capire perché la seconda carica più importante dello Stato, cioè il signor Ignazio Benito La Russa, ha avuto il coraggio di affermare che farà propaganda per il non voto al Referendum!
Che missione nobile! Finalmente un politico che non solo disprezza la democrazia… ma ci mette anche entusiasmo!
Ora, io non so se Ignazio Benito La Russa abbia mai letto la Costituzione. È un libro piccino, neanche troppo pesante, pieno di roba tipo diritti, doveri, partecipazione… Cose che evidentemente lo annoiano. Ma magari, tra una spolverata al busto del Duce e un’ospitata in tv, una breve sfogliata potrebbe anche darla. Alla voce “la sovranità appartiene al popolo”, ad esempio. Quella frase che lui probabilmente interpreta come: “la sovranità appartiene al popolo… quando sta zitto e a casa”!
A mio parere quando un rappresentante delle istituzioni invita esplicitamente i cittadini a non esercitare un diritto fondamentale, come il voto, è come se un pompiere vi dicesse:”Vedete del fumo? Ottimo. Restate pure dentro casa, magari il fuoco passa da solo.”
Cosa temono, questi signori? Temono il voto, perché non lo controllano. Temono il popolo, perché non lo rappresentano. Temono il referendum, perché mette nelle mani dei cittadini la possibilità di dire: “Basta!” Basta guerra, basta inganni, basta privilegi per pochi e miseria per tanti.
E allora il piano è semplice: convincere la gente che votare è inutile. Che tanto non cambia niente. Che tanto decidono sempre loro.
Eh no! Qui casca l’asino. E Ignazio Benito La Russa, di asini, se ne intende.
Perché la verità è che il voto cambia eccome. Se non servisse a nulla, non si darebbero tanto da fare per farci stare a casa. Se fosse un gesto vuoto, non mobiliterebbero eserciti di opinionisti, algoritmi, fake news e sguinzaglierebbero Ignazio Benito La Russa!!!
Ma c’è dell’altro. Perché l’appello all’astensione non è solo un attacco alla democrazia, è anche una confessione. È il modo elegante, per così dire, con cui una classe politica fallita ci dice:”Guardate, abbiamo così poca fiducia nella nostra capacità di convincervi, che preferiamo non farvi parlare affatto.”
E noi? Noi che facciamo? Ci caschiamo? Ce ne stiamo a casa mentre decidono per noi? Oppure alziamo la testa, prendiamo in mano la scheda, e ricordiamo a questi signori che il popolo italiano ha già fatto scelte coraggiose in passato? Che ha già detto “no” al fascismo, “no” alla monarchia, “no” al nucleare, “no” alle trivelle. E oggi può dire “no” alle loro bugie, ai loro interessi, ai loro patti inconfessabili.
E magari, già che ci siamo, diciamo anche un sonoro “NO” a chi fa carriera sulle spalle degli altri, a chi ha nostalgia dei manganelli, a chi fa politica come si faceva una volta… nel Ventennio.
Quindi, Caro Ignazio Benito La Russa, la ringraziamo per il suo invito a non votare. È stato illuminante. Però ci scusi, ma noi al referendum ci andiamo, lei può anche provare a spegnere la voce del popolo…Ma noi, quella voce, la alziamo ancora più forte.
E sarà un coro. Forte.Libero. Democratico.
Robbiano Laura PRC
Una risposta a “Caro Ignazio Benito La Russa…”
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Giustamente ironico. Si ride per non piangere
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Un commento su “Caro Ignazio Benito La Russa…”
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Giustamente ironico. Si ride per non piangere