Siamo riusciti a leggere la bozza della delibera che il presidente (attualmente sotto indagine da parte dell’autorità anticorruzione) di Egato6, Giacomo Perocchio, sta cercando di far approvare alla conferenza dell’ente.
La bozza è stata illustrata in videoconferenza, pare addirittura con Perocchio collegato dalla lontana Russia.
Secondo quanto previsto dal documento, la gestione del servizio idrico passerebbe alla nuova società Gestione Riunita Idrico S.p.A., formata da Amag Reti Idriche e dalle due piccole realtà Comuni Riuniti Belforte Monferrato S.r.l. e Valle Orba Depurazione S.r.l..
Gestione Acqua verrebbe declassata al ruolo di Gestore Salvaguardato Operativo, continuando a fornire il servizio nei comuni che già serve, ma sotto mandato della nuova società.
Sarebbe proprio quest’ultima a fatturare il servizio ai cittadini attualmente serviti da Gestione Acqua, trattenendo per sé una quota pari al 5% dell’importo delle bollette — una cifra che, a occhio, si aggira tra 1,5 e 2 milioni di euro — e rigirando poi al gestore i costi vivi di gestione.
Si legge infatti nella bozza di delibera: “corresponsione da parte del Gestore Unico al GSOP del rimborso dei costi sostenuti per la gestione operativa secondo i principi della contabilità regolatoria (cost plus + 5%)”.
Inoltre, la sottrazione dei flussi di cassa derivanti dalla fatturazione creerebbe notevoli difficoltà finanziarie a Gestione Acqua e renderebbe superfluo il personale attualmente impiegato nella gestione amministrativa e nella bollettazione.
La scorsa settimana, rientrato dalla Russia, Perocchio ha tentato di far approvare la delibera in assemblea, pur avendo ricevuto una comunicazione ufficiale da parte dell’Anac che lo informa di essere oggetto di indagine per incompatibilità. Ha minimizzato la questione, ma il tentativo non è andato a buon fine. Non è però esclusa una futura ripresentazione del provvedimento, magari modificato un po’.
È opportuno ricordare che i flussi di cassa generati da Gestione Acqua ammontano a circa 34 milioni di euro l’anno, una somma che andrebbe a risollevare le esauste finanze di Amag e della nuova società.
Lo schema proposto da Perocchio prevede dunque di togliere il servizio a una società sana e funzionante come Gestione Acqua per assegnarlo ad Amag Reti Idriche, tutt’altro che in buona salute.
Nel bilancio 2023, il certificatore dei conti di Amag ha esplicitamente parlato di rischio di continuità aziendale.
Ad oggi, Amag Reti Idriche non ha ancora approvato il proprio bilancio 2024 ed è priva di collegio sindacale: tutti i membri si sono infatti dimessi in blocco.
Ricordiamo che uno dei requisiti fondamentali per ottenere l’affidamento del servizio idrico integrato è proprio quello di essere in condizioni economico-finanziarie perfettamente sane.
Ma perché Perocchio porta avanti questo piano?
C’è senza dubbio una componente personale, fatta di ostilità nei confronti di Acos e del Comune di Novi Ligure.
C’è anche una certa dose di incoscienza, poiché è evidente che — soprattutto alla luce dell’indagine in corso da parte dell’anticorruzione — ogni atto da lui sottoscritto rischia di essere impugnato da chiunque si ritenga danneggiato, con azioni legali che potrebbero durare anni e che, sebbene affrontabili da un’azienda, diventano pesantemente onerose per un privato cittadino.
Ma forse la vera ragione è un’altra.
Forse Perocchio è lo strumento di interessi altrui, che lui evidentemente condivide.
Si vocifera, ad esempio, che Lorenzo Arrobio, estromesso dai vertici di Amag con l’arrivo della nuova giunta di centrosinistra ad Alessandria, ambisca a tornare in sella, magari proprio al vertice della nuova società idrica in via di costituzione.
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