Bella la Festa della Musica, ma… Non era questo che avevamo in mente

Sono passati trent’anni – era il 1995 – da quando, a Novi Ligure, iniziammo a parlare della Festa della Musica. Ricordo bene quel giorno in cui un gruppo di giovani musicisti novesi venne all’Informagiovani, dove allora lavoravo, con un’idea tanto semplice quanto potente: portare anche nella nostra città lo spirito di quella che in Francia si chiamava Fête de la Musique. Una festa nata per strada, tra la gente, per dare voce a tutti quelli che fanno musica, non solo ai professionisti da palcoscenico.

All’epoca, come oggi, uno dei principali ostacoli all’organizzazione di eventi musicali era rappresentato dai costi legati ai diritti d’autore. Potevi trovare un gruppo disposto a suonare gratuitamente, magari anche un locale o una piazza disposta a ospitare l’esibizione, ma spesso era il peso delle tariffe SIAE a scoraggiare tutto.
La Festa della Musica, però, rappresentava un’eccezione: il 21 giugno, in occasione del solstizio d’estate, grazie a tariffe agevolate e a uno spirito di partecipazione popolare, era possibile organizzare concerti aperti, diffusi, accessibili, in cui ogni musicista potesse avere il proprio momento. Non era solo una festa per il pubblico, ma soprattutto una festa dei musicisti.

Il gruppo di ragazzi di allora, guidati da Alessandro Angileri, coinvolse il settimanale Il Novese e la rivista Comix e venne avviata una raccolta di firme (vedi articolo in fondo).

Oggi questa festa si è celebrata un po’ in tutti i centri, e ogni anno aumentano le proposte per il pubblico. Bene, benissimo… Ma, ci chiediamo: è ancora questo lo spirito originario che la ispira?

Non c’è nulla di male nel chiamare artisti professionisti, spesso da fuori città, nel valorizzare proposte di qualità e nel costruire un evento in grado di attirare pubblico e attenzione. Anzi, tutto ciò è lodevole e può rappresentare un’occasione di crescita culturale per la città.
Tuttavia, se l’iniziativa si trasforma esclusivamente in uno spettacolo per il pubblico, in cui salgono sul palco solo nomi “importati” e pagati (spesso anche molto bene), si rischia di snaturare l’essenza stessa della Festa della Musica. Non era nata per diventare un festival “vetrina”, ma per dare voce a chiunque faccesse musica – giovani, dilettanti, band locali, scuole, cori, orchestre di quartiere – creando uno spazio in cui sentirsi accolti e valorizzati.

La Siae nella giornata del 21 giugno offre tariffe molto agevolate, come era la richiesta di chi, trenta anni fa, cominciava a sognare che un giorno la festa della musica sarebbe arrivata anche in Italia.

Il senso più profondo della Festa della Musica è l’inclusione, la partecipazione spontanea, la gratuità e soprattutto il diritto di esprimersi. È l’occasione in cui ogni musicista, indipendentemente dal genere o dal livello tecnico, può dire: «Ci sono anch’io».

Per questo sarebbe bello, accanto agli eventi più strutturati, riservare spazi reali a chi nella nostra città fa musica durante tutto l’anno, spesso senza palchi né riflettori. Dai ragazzi che suonano in garage alle bande, dai cori scolastici ai cantautori locali: sono loro il cuore pulsante della Festa della Musica. E se la città vuole davvero onorarne lo spirito, non può dimenticarli.

Il 21 giugno non deve essere solo un appuntamento in calendario, ma un’occasione per ricordarci che la musica appartiene a tutti, e che tutti, per un giorno almeno, possano sentirsi protagonisti. Perché una comunità che suona insieme, è una comunità che cresce in armonia.

2 risposte a “Bella la Festa della Musica, ma… Non era questo che avevamo in mente”

  1. Avatar Alessandro
    Alessandro

    Grazie. Fu un bel momento anche di incontro con i gruppi musicali della mia città. Un modo di confrontarsi anche con chi faceva “cultura” in modo alternativo. Perché in fondo è questo il problema. La cultura musicale , in Italia, suonando uno strumento o anche solo imparare a farlo, non è ancora riconosciuta dalle istituzioni. A partire dalle scuole. L’utopia citata nell’articolo è ancora ben presente.

  2. Avatar Maurizio Fava
    Maurizio Fava

    Anche quest’anno si è evidenziata la politica AD ESCLUDENDUM dell’amministrazione comunale, che ha messo tutto il budget pubblico destinato alla cultura e agli spettacoli in mani incapaci.
    E allora per chi non sa fare è inevitabile spendere male, affidandosi a impresari e organizzatori esterni (con un evidente aggravio dei costi immediato, per le loro percentuali) con proposte musicali ripetitive che spesso nemmeno prendono in considerazione l’essenza e lo spirito della Festa della Musica originaria. E quindi DJ e basi registrate, alla faccia della “musica dal vivo”. I costi sono forse addirittura maggiori che per musicisti VERI, che sanno suonare uno strumento. E se si cercasse una logica e una prospettiva di medio lungo termine, con gli stessi denari si potrebbe fare molto meglio.
    Inoltre, come sempre, l’incapacità di programmazione fa sì che la PROMOZIONE sia davvero minima, se si cerca di attrarre visitatori da fuori città, e si arrivi sempre all’ultimo momento, per cui si perde l’unico vantaggio della giornata del 21 giugno: la gratuità della SIAE, anche da parte dei privati che organizzano musica live a proprie spese, ma non lo possono fare perchè non inseriti nel palinsesto pubblico. Ahimè.
    Ai novesi che amano davvero la musica live, anche quest’anno restano le lodevoli iniziative di singoli imprenditori privati, e per il quinto anno consecutivo le serate di mercoledi alla SOMS. Lì la festa della musica dal vivo c’è tutte le settimane, a ingresso libero e senza gravare sulle tasche dei cittadini.
    Per quanto riguarda la politica culturale locale, personalmente ho un altro dubbio: ma che ci fa un esponente di primo piano del partito postfascista di governo al vertice dei teatri comunali? una scelta diretta di meloni e del suo ministro giuli?
    PS – la festa della musica del comune è stata rinviata a lunedi 23. Stessa spesa, ma senza promozione e in una sera feriale.

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

2 commenti su “Bella la Festa della Musica, ma… Non era questo che avevamo in mente

  1. Grazie. Fu un bel momento anche di incontro con i gruppi musicali della mia città. Un modo di confrontarsi anche con chi faceva “cultura” in modo alternativo. Perché in fondo è questo il problema. La cultura musicale , in Italia, suonando uno strumento o anche solo imparare a farlo, non è ancora riconosciuta dalle istituzioni. A partire dalle scuole. L’utopia citata nell’articolo è ancora ben presente.

  2. Anche quest’anno si è evidenziata la politica AD ESCLUDENDUM dell’amministrazione comunale, che ha messo tutto il budget pubblico destinato alla cultura e agli spettacoli in mani incapaci.
    E allora per chi non sa fare è inevitabile spendere male, affidandosi a impresari e organizzatori esterni (con un evidente aggravio dei costi immediato, per le loro percentuali) con proposte musicali ripetitive che spesso nemmeno prendono in considerazione l’essenza e lo spirito della Festa della Musica originaria. E quindi DJ e basi registrate, alla faccia della “musica dal vivo”. I costi sono forse addirittura maggiori che per musicisti VERI, che sanno suonare uno strumento. E se si cercasse una logica e una prospettiva di medio lungo termine, con gli stessi denari si potrebbe fare molto meglio.
    Inoltre, come sempre, l’incapacità di programmazione fa sì che la PROMOZIONE sia davvero minima, se si cerca di attrarre visitatori da fuori città, e si arrivi sempre all’ultimo momento, per cui si perde l’unico vantaggio della giornata del 21 giugno: la gratuità della SIAE, anche da parte dei privati che organizzano musica live a proprie spese, ma non lo possono fare perchè non inseriti nel palinsesto pubblico. Ahimè.
    Ai novesi che amano davvero la musica live, anche quest’anno restano le lodevoli iniziative di singoli imprenditori privati, e per il quinto anno consecutivo le serate di mercoledi alla SOMS. Lì la festa della musica dal vivo c’è tutte le settimane, a ingresso libero e senza gravare sulle tasche dei cittadini.
    Per quanto riguarda la politica culturale locale, personalmente ho un altro dubbio: ma che ci fa un esponente di primo piano del partito postfascista di governo al vertice dei teatri comunali? una scelta diretta di meloni e del suo ministro giuli?
    PS – la festa della musica del comune è stata rinviata a lunedi 23. Stessa spesa, ma senza promozione e in una sera feriale.

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