Ci sono date che segnano un prima e un dopo nella storia di un popolo. Il 2 giugno 1946 è una di quelle. Ma oggi vorrei portarvi con me al giorno dopo, al 3 giugno. A quando, per la prima volta, le donne italiane si sono svegliate con la consapevolezza di aver votato, di aver partecipato da protagoniste a una scelta collettiva che avrebbe cambiato il destino della nostra nazione: la nascita della Repubblica.
Pensiamo a quella mattina. Immaginiamo i giornali ancora freschi di stampa, gli occhi lucidi di emozione, le mani un po’ tremanti non più per l’insicurezza, ma per l’adrenalina di un diritto finalmente esercitato dopo anni di lotta e sacrifici. Le donne non erano più solo madri, mogli, figlie. Erano diventate cittadine a pieno titolo. Avevano attraversato secoli di esclusione, decenni di silenzio forzato, sottomissioni, botte. Anni di lotta, di guerra, di Resistenza. Sempre, però, messe in un angolo, perché ritenute incapaci, inferiori, non degne. Ma il 2 giugno erano entrate nell’urna. Avevano preso la matita e tracciato una scelta.
Il 3 giugno 1946 fu il primo giorno di una nuova consapevolezza: quella che la democrazia, per essere vera, doveva parlare anche con voci femminili. Doveva ascoltare mani che avevano cucito bandiere, accudito figli sotto i bombardamenti, portato messaggi clandestini tra le linee partigiane. Era il giorno in cui la politica, per la prima volta, non poteva più ignorare la metà coraggiosa del Paese: le donne.
Molte donne, quel giorno, provarono un misto di orgoglio e paura. Avevano votato, sì, ma sapevano che la strada sarebbe stata lunga. Nei consigli comunali, nei partiti, nei luoghi di lavoro, il potere restava quasi totalmente maschile. Eppure si respirava un’aria nuova.
E quell’aria nuova aveva anche dei nomi. Ventuno nomi. Ventuno donne che entrarono, per la prima volta, nell’Assemblea Costituente. Furono chiamate le «Madri della Repubblica», e oggi è nostro dovere ricordarle una ad una:
Partito Comunista Italiano (9)
- Adele Bei
- Nadia Gallico Spano
- Nilde Iotti
- Teresa Mattei
- Angiola Minella
- Rita Montagnana
- Teresa Noce
- Elettra Pollastrini
- Maria Maddalena Rossi
Democrazia Cristiana (9)
- Laura Bianchini
- Elisabetta Conci
- Filomena Delli Castelli
- Maria De Unterrichter Jervolino
- Maria Federici Agamben
- Angela Gotelli
- Angela Maria Guidi Cingolani
- Maria Nicotra Verzotto
- Vittoria Titomanlio
Partito Socialista Italiano (2)
- Bianca Bianchi
- Lina Merlin
Fronte dell’Uomo Qualunque (1)
- Ottavia Penna Buscemi
Queste donne, provenienti da storie, regioni e visioni diverse, si sedettero insieme per scrivere la Costituzione. Alcune parlarono di famiglia, altre di lavoro, altre ancora di istruzione e giustizia. Ma tutte, nessuna esclusa, portarono dentro quell’aula la vita vera delle italiane: la fatica, la dignità, la speranza.
Il 3 giugno fu una rinascita nella rinascita. Non solo una Repubblica al posto della Monarchia, non solo la fine ufficiale del fascismo, ma l’apertura di una breccia nella cittadinanza femminile, fino ad allora negata.
Le donne non si sono fermate lì. Quel primo voto è diventato un seme che ha germogliato nel tempo. È stato l’inizio di battaglie per il diritto al lavoro, per il divorzio, per l’aborto, per la parità salariale, contro la violenza domestica, per una società più giusta e più equa. Il cammino non è finito, e non finirà mai, lo sappiamo. Ma senza quel 3 giugno, senza quello “strano” giorno dopo, nulla sarebbe iniziato davvero.
Ecco perché oggi, nel ricordare il 2 giugno, dobbiamo onorare anche – e soprattutto – il giorno dopo: il risveglio di una coscienza, il passo successivo, il tempo dell’impegno quotidiano.
Perché la democrazia, se non è femminile, non è intera. Perché ogni diritto che non si rinnova nel tempo si corrode. E perché ogni volta che una donna viene esclusa, sottopagata, zittita o violata, è anche il sogno del 3 giugno 1946 che viene tradito.
E allora celebriamo il 2 giugno, certo. Ma impariamo a celebrare anche il 3.
Perché è nei giorni dopo che si costruisce la Storia.
È lì che si decide chi siamo.
Robbiano Laura – PRC
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi

Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone
Un commento su “Le Madri della Repubblica”
Comments are closed.
Articolo pulsante di sentimento e conoscenza