Una tavola imbandita ma con i piatti vuoti campeggia in questi giorni nella vetrina della bottega del commercio equo e solidale gestita dalla cooperativa Equazione in via Paolo da Novi, a Novi Ligure. Un gesto simbolico, ma potente, con cui la cooperativa ha voluto aderire alla campagna nazionale di Libera intitolata “Fame di verità e giustizia”.
La campagna pone l’attenzione su oltre un centinaio di casi irrisolti di omicidi di mafia, di cui ancora oggi le famiglie attendono risposte. A 32 anni da quell’attentato in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino insieme ai cinque agenti della scorta, la richiesta di verità non si è affievolita, anzi: diventa sempre più urgente e necessaria.
L’immagine della tavola apparecchiata ma priva di cibo richiama non solo il vuoto lasciato da quelle vittime, ma anche la fame – reale e simbolica – di giustizia, di memoria attiva e di responsabilità collettiva.
I dodici piatti “indigesti” della campagna
La campagna si articola in un menù simbolico composto da 12 “portate”, suddivise in antipasti, primi, secondi e dessert, ciascuna rappresentativa di una criticità concreta:
Antipasti – Assaggi amari
- Disuguaglianza di giustizia e DL sicurezza (visione repressiva, attacco ai diritti fondamentali)
- Etichettare l’azione educativa (istruzione penalizzata, repressione)
- Gioco d’azzardo (infiltrazioni, danni sanitari e sociali)
Primi – Piatti bollenti che non scaldano
4. Crimini ambientali (traffico illecito di rifiuti, “cemento connection”)
5. Beni confiscati (privatizzazioni, regali ai mafiosi)
6. Impunità e corruzione sistemica
Secondi – Bocconi duri da mandar giù
7. Attacco all’indipendenza della magistratura (intercettazioni, concentrazione potere esecutivo)
8. Legge bavaglio (limitazioni all’informazione, querele temerarie)
9. Sovraffollamento carceri (assenza di personale e programmi rieducativi)
10. Aumento spese militari (più armi, meno welfare)
Dessert – Elementi dimenticati ma essenziali
11. Verità per le vittime innocenti delle mafie (l’80 % delle famiglie non ha ancora risposte)
12. “Liberi di scegliere” (mancanza totale di protezione per chi vuole uscire da contesti mafiosi)
Le richieste concrete alla politica
La campagna traduce le “portate del menù” in una piattaforma concreta di proposte:
- Rafforzare confisca e riuso sociale dei beni mafiosi
- Inserire il diritto alla verità nella Costituzione
- Normare il conflitto di interessi
- Percorso educativo contro mafie e corruzione
- Legge quadro sul gioco d’azzardo
- Rafforzare l’indipendenza della magistratura
- Libertà di informazione e contrasto alle querele temerarie
- Politiche su carcere rieducativo
- Sostegno a chi denuncia
- Misure per proteggere chi scappa da contesti mafiosi
La scelta di partecipare a questa iniziativa da parte della cooperativa Equazione si inserisce nel solco di un impegno costante per la costruzione di un’economia più giusta, fondata sui diritti, sulla trasparenza e sulla solidarietà. Un’adesione che parla con i gesti, con le immagini e con l’etica che da sempre guida le scelte di chi lavora nel commercio equo.
«Abbiamo deciso di esporre una tavola imbandita con piatti vuoti perché ci sembrava il modo più diretto per invitare chi passa di qui a riflettere», spiega Andrea Vignoli, referente provinciale di Libera. «In un mondo in cui ci si abitua all’ingiustizia come se fosse normale, sentiamo il bisogno di dire che no, non è tutto uguale. E che la verità è ancora un bene da conquistare».
La vetrina resterà allestita per alcuni giorni, accompagnata da materiali informativi sulla campagna di Libera. Un piccolo spazio, nel cuore della città, dove chiunque può fermarsi un momento e, magari, tornare a porsi domande che contano.
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