Siamo tutti contenti che cessi la strage di palestinesi, che cessi la distruzione sistematica della loro terra. Ma l’enfasi gioiosa ci pare assurda. Non vogliamo occuparci del dibattito sui meriti e demeriti e neanche sul ruolo della flottiglia e su quello delle manifestazioni. Non si cancellano né il massacro perpetrato dagli assassini di Hamas, né gli assassini conseguenti ordinati da capo di governo israeliano.
Solo gli stupidi o coloro che sono in malafede possono disquisire sull’opportunità di questo massacro. Su semitismo e antisemitismo, su filo-musulmani e anti-musulmani. Quando le madri sono costrette a dare acqua, se ce l’hanno, al posto del latte a i propri figli, tanto da dar loro un barlume di illusione mentre stanno morendo di fame; quando a uomini, donne, bambini, sono state tagliate, senza anestesia, braccia o gambe perché si impedisce che arrivino gli antibiotici e tantomeno gli anestetici, ci si deve fermare.
Conoscete nel mondo animale tanta crudeltà? Nessuna ragione di stato può giustificarlo. Non ci si è fermati, la pace – speriamo sia pace- si fa adesso che è solo lutto e distruzione. Gioiscono e sperano i sopravvissuti. I morti, gli scomparsi, i mutilati tacciono in un abisso di dolore. 1200 morti provocati da Hamas, le loro famiglie disperate. 67mila morti provocati da Netanyau , di cui 20mila bambini, oltre a 60mila feriti e mutilati.
Trump si intesta la conclusione della guerra, dicendo di essersi imposto sulle parti in conflitto? Allora perché non lo ha fatto prima? Perchè ha lasciato che ogni giorno in più generasse nuova distruzione e morte?
Lo scenario che abbiamo di fronte, guardando le immagini di quel Paese martoriato, ci ricordano la frase che Tacito fa dire ad un nemico, Calcago, generale che si opponeva all’invasione della Scozia da parte di Romani: “Dove fanno il deserto, lo chiamano pace”
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi
Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone
