Il centro storico di Novi Ligure è uno degli elementi che più definiscono l’identità della città: le sue vie, le piazze, le vetrine che si affacciano sulla strada rappresentano non soltanto spazi di commercio, ma luoghi di relazione e riconoscibilità. Negli ultimi anni, però, non è passato inosservato il progressivo aumento di locali commerciali chiusi o sfitti, alcuni dei quali in evidente stato di trascuratezza. Vetrine impolverate, serrande danneggiate o sporche, cartelli «affittasi» ripetuti per mesi, scaffalature vuote lasciate a vista: tutto questo contribuisce a una percezione diffusa di abbandono e perdita di vitalità.
In altre città italiane problema simile è stato affrontato non con rassegnazione, ma con scelte amministrative mirate. Vicenza, ad esempio, ha adottato un’ordinanza che obbliga i proprietari di fondi commerciali sfitti a mantenere le vetrine pulite e curate, oppure a oscurarle o decorarle mediante pannelli o vetrofanie, così da evitare l’effetto «vetrina vuota e desolata». Anche le amministrazioni di Prato, Treviso e altre città hanno approvato ordinanze simili. La misura non ha un intento punitivo, ma valorizzativo: il centro storico è un bene comune e la cura delle facciate non può essere lasciata al caso o alla buona volontà del singolo.
Perché non farlo anche a Novi Ligure?
Le vie e le piazze del centro storico potrebbero beneficiare da subito di un provvedimento del genere. L’obiettivo sarebbe duplice: migliorare la qualità visiva e percettiva degli spazi pubblici e sostenere indirettamente il commercio attivo, evitando l’effetto di scoraggiamento che ambienti dimessi provocano nei cittadini e nei visitatori.
L’ordinanza potrebbe prevedere che i proprietari dei locali sfitti garantiscano, entro un periodo definito, la pulizia degli infissi e delle vetrine, e che, in assenza di un’attività, provvedano all’allestimento decorativo o all’oscuramento estetico. In caso di inadempienza, il Comune potrebbe intervenire e addebitare i costi, associando una sanzione proporzionata.
Accanto a ciò, sarebbe strategico affiancare opportunità collaborative e non solo obblighi: ad esempio, un progetto cittadino che metta a disposizione vetrofanie coordinate, pannelli illustrativi dedicati alla storia locale, fotografie d’archivio, progetti culturali e creativi realizzati da scuole, associazioni, giovani designer, o da chi vuole valorizzare la città. Non si tratta solo di nascondere il vuoto, ma di trasformarlo in spazio che racconta.
Un centro storico curato non è solo una questione estetica: è una condizione che sostiene la socialità, la sicurezza percepita, il commercio di vicinato, la vivacità culturale e la qualità dell’abitare. Se altre città sono riuscite a trasformare una criticità in un’occasione di rinnovamento, anche Novi può farlo. È una scelta politica ma prima ancora culturale: riconoscere che la bellezza e la cura degli spazi pubblici sono responsabilità condivise e strumenti di crescita collettiva.
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi

Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone



Condivido pienamente lo spirito di questo articolo. Al di là delle soluzioni proposte, è fondamentale che resti viva l’attenzione e il dialogo dell’amministrazione su un tema decisivo come il commercio locale.
Il commercio è l’anima di una città: le sue vie, le vetrine, i luoghi di incontro costruiscono riconoscibilità e senso di appartenenza.
Trascurarli significa, poco a poco, smarrire l’identità stessa di una comunità.
Magari abbassiamo un po’ gli affitti?
Già un anno fa proposi a nome dell’Associazone di cui faccio parte “I laboratori d’arte” il modello Gattinara. “Vetrine in luce” oltre ad eliminare il degrado cittadino promuove la “messa sul mercato” dei locali. Come ha scritto Teresa, è indispensabile che ritorni il commercio a Novi. Magari con tipologie diverse dal passato. Come sostengono i sociologi nessuno è attratto da una città dove non si può svolgere l’acquisto che è un atto gratificante.
Sino a qualche tempo fa queste iniziative erano sostenute da contributi regionali.