Galleria Perelli, da salotto di Novi a latrina

Quando ero studente, ormai molti anni fa, su di un muro di galleria Perelli campeggiava una scritta: “almirante impara, il camerata spara”. Segno che di fascisti, vandali e gentaglia del genere ne avevamo già negli anni ‘80. Ma la galleria oggi è giunta a livelli di degrado ormai inaccettabili. 

La sua posizione, al centro della città, e la sua bellezza, ne dovrebbero fare il salotto buono del centro storico novese. Ma in questi tempi appare sempre più come un luogo dimenticato, con troppa spazzatura, e segni evidenti dell’uso come latrina a cielo aperto. Come sa chiunque sia passato lì almeno una volta, i suoi muri sono pieni di scritte banali e infantili. A poco è servito il restauro della galleria per allontanare i vandali: gli ha solo servito spazi nuovi da riempire. 

Galleria Perelli, nata Parodi, sta per compiere 100 anni. Nel 1912 venne realizzata collegando contrada Girardenga con il collegio dei padri Somaschi. Una decina di anni fa il restauro, dovuto anche alle lesioni lasciate dal terremoto del 2003. La galleria è di proprietà privata e forse non si può puntare il dito sul comune sullo stato di degrado attuale. Ma il passaggio è pubblico, e i cittadini hanno ragione a denunciarne le condizioni. 

Oggi la galleria offre un punto di aggregazione a gruppi di adolescenti, che giunta la sera (ma non solo) la fanno da padroni. I residenti parlano di spaccio, e non ci sarebbe certo da stupirsene. L’illuminazione è scarsa e le telecamere di sorveglianza non funzionano, creando un luogo fuori dalle regole. 

Che fare? Il bar al centro della galleria è chiuso da tempo, e sulle serrande c’è il cartello “affittasi” con l’aggiunta di rivolgersi a Lago, l’anziano orefice che ha il suo negozio all’angolo tra la galleria e via Girardengo. I vasi che vedete accatastati nelle foto, erano stati messi da lui per segnare la “sua proprietà”. Se il bar riaprisse, sarebbe un buon modo per dare un po’ più di sorveglianza in galleria. Si verifichi se ci sono gli estremi per un ordinanza in cui di richiede di evitare lo stato di abbandono dei locali, stimolando il proprietario a abbassare le sue pretese di affitto e rendere più facile l’interesse di chi volesse riaprire il bar. La posizione, in teoria, è ottima, con il dehor protetto dalle intemperie grazie al tetto vetrato della galleria. 

In galleria ci sono molti negozi sfitti: se non sbaglio, resta attiva solo la lavanderia. Un locale potrebbe essere dato alla polizia municipale, ad esempio per metterci l’ufficio contravvenzioni. La presenza dei civich potrebbe essere un buon deterrente. Altrimenti, vi si metta la sede di una associazione d’arma, come i carabinieri in congedo o il gruppo degli ex poliziotti. 

Come estrema cura, la si chiuda con due cancelli: per vederla in questo stato, meglio non vederla più. 

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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