Viva la Resistenza!

25 Aprile 2023. La prima ricorrenza della Liberazione che vede una donna, Giorgia Meloni, proveniente dal Movimento Sociale poi coofondatrice di Fratelli d’Italia, come presidente del Consiglio. Veste i panni istituzionali con un certa disinvoltura, ha smesso i toni della borgatara destroide, ma fa fatica, ricordando le vittime delle fosse Ardeatine, per rappresaglia all’attentato di via Rasella, ad ammettere che gli assassini furono fascisti italiani.
La Russa, presidente del Senato, festeggerà il 25 aprile sulla tomba di Jan Palach; come se le vittime dei regimi totalitari formassero una operazione algebrica che, per via dei loro segni opposti, si annullano. Il 25 aprile 1945, l’Italia venne liberata dai partigiani e dalle forze alleate. Fu la liberazione dal nazifascismo che portò libertà al popolo italiano e al tempo stesso la macabra scoperta che, in tanti luoghi, come la Benedicta, giovani inermi, renitenti alla repubblica di Salò erano stati uccisi dai fascisti e gettati in fosse comuni. Solo allora genitori, figli, sorelle e spose poterono piangere e ricomporre i poveri resti dei loro cari.
Qualcuno vorrebbe equiparare i partigiani, gli antifascisti ed i civili rastrellati alle vittime delle foibe così da azzerare ogni riflessione sul passato. No, ogni massacro ha le sue vittime ed i suoi carnefici. I colpevoli devono essere condannati e le vittime ricordate attraverso le testimonianze.
Come promisi a Luigi Campora, partigiano Ciapajef, alla Benedicta, invio al Moscone una sua intervista perché i giovani possano farsi un’opinione su una storia che non si studia abbastanza e che oggi viene giustificata da alcuni nostalgici.
Viva la resistenza, viva gli IMI (gli internati militari italiani rinchiusi nei campi di lavoro in Germania – mio padre Borra Salvatore era uno di loro). A voi dobbiamo la nostra libertà!

Luigi “Ciapajef” Campora alla Benedicta

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Vilma Borra

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