Come sono stati spesi i 670 milioni stanziati per il Covid-19?

“Pensa alla salute!” è il titolo della campagna sul presente e il futuro della sanità in Piemonte lanciata da Libera, la rete di associazioni antimafia fondata da Don Ciotti. 

Libera Piemonte ha deciso di lanciare una campagna per ottenere la totale trasparenza e fruibilità dei dati relativi all’emergenza Covid e di quelli inerenti alla costruzione dei nuovi Parchi e Città della Salute.
Appalti, partenariato tra pubblico e privato, raccolta di fondi e donazioni – stanziati o che verranno spesi – che hanno permesso di fronteggiare l’emergenza Covid19 e che rivoluzioneranno l’accesso alla salute dei piemontesi.
Proprio per la mole degli stanziamenti e per il cambiamento sanitario in atto, Libera vuole vederci chiaro, permettendo a tutti i cittadini piemontesi di comprendere dati, numeri ed evoluzione del comparto sanitario regionale.
Per accedere a queste informazioni e renderle fruibili a tutti, l’appello alle Istituzioni piemontesi è di un’azione di totale trasparenza. Interlocutori diretti sono la Regione Piemonte e le stazioni appaltanti, gestori di questi processi e titolari di queste informazioni.

Trasparenza e pubblicazione dei dati sugli appalti devono essere garantiti “dall’ente pubblico” per legge. Ma ciò che è di dominio pubblico non sempre è compreso da tutti. La prima fase della campagna consiste nel richiedere alla Regione Piemonte e alle stazioni appaltanti tutti i dati, relativi agli appalti Covid e alle Città e Parchi della Salute in modo che siano completi, aggiornati, aperti e fruibili, con lo scopo di Illuminare.

Come sono stati spesi gli stanziamenti, e per cosa?

Per fronteggiare l’emergenza sanitaria, a partire dallo scoppio della pandemia fino a oggi, sono stati stanziati circa 16,4 miliardi di euro (dati del 17 novembre 2020). Questa somma rappresenta il totale delle risorse economiche allocate dallo Stato per supportare l’acquisto di servizi e forniture da parte delle amministrazioni pubbliche su tutto il territorio nazionale.
Di questi, oltre 670 milioni di euro (dati del 17 novembre 2020) sono stati indirizzati alla Regione Piemonte tramite 835 bandi di gara.
Tuttavia, di questi 670, solo 115 milioni di euro risultano aggiudicati. Consultando il portale Openpolis (www.openpolis.it ), che restituisce i dati ANAC, siamo in grado di ricostruire da chi, per cosa e come stati usati questi fondi solo per una cifra minoritaria.

Ma degli altri 555 milioni di euro, già stanziati, non c’è traccia.

Una seconda questione merita attenzione: l’assistenza territoriale e domiciliare. Con lo scopo di curare i pazienti nelle proprie abitazioni ed evitare l’affollamento dei reparti ospedalieri, è un servizio fondamentale, particolarmente in questo periodo.

L’emergenza Covid-19 ha fatto emergere con chiarezza la difficoltà di funzionamento del servizio dedicato a questo scopo, nonostante il grandissimo impegno del personale medico.

Perché è importante sapere 

La somma stanziata dallo Stato ha lo scopo di supportare i sistemi sanitari regionali nell’offerta di tutti i servizi necessari alla salute dei cittadini. Denaro pubblico, di tutti noi, per tutti noi, al fine di assicurare le cure in questo periodo difficile.

Avere traccia di dove siano finiti questi fondi e di come vengano utilizzati non solo rappresenta un diritto dei cittadini – il cosiddetto “diritto di sapere” e di accesso alle informazioni della PA sancito in Italia dal d. Lgs. 97/2016 – ma anche un dovere delle Istituzioni nei nostri confronti, come definito dalla Trasparenza amministrativa.

Avere accesso alle informazioni che riguardano questi flussi di denaro è fondamentale per verificarne l’impiego e arginare interessi e fenomeni corruttivi e criminali, diffusi negli appalti soprattutto in periodi di emergenza.

Cosa chiede la campagna

Per tutti questi motivi, con lo scopo di “illuminare”, Libera Piemonte chiede che siano immediatamente forniti i dati delle raccolte fondi da privati per l’emergenza COVID-19. Il Piemonte è infatti una delle poche regioni inadempienti, nonostante l’obbligo di Trasparenza sancito dalla Legge 190/12. Inoltre, chiede che tutti gli stanziamenti pubblici, relativi alla gestione COVID-19, siano pubblicati in formato aperto e fruibile dalle stazioni appaltanti, in modo da permettere ai cittadini di informarsi con facilità rispetto alle modalità di utilizzo delle risorse collettive.

Deve essere costituito un Osservatorio sulla domiciliarità, che risponda alle esigenze e ai bisogni dei cittadini e del personale medico tutto. Devono essere offerti dati certi e completi sull’assistenza territoriale, al fine di assicurare totale Trasparenza su un servizio così essenziale per la popolazione e, in particolare, per le fasce più deboli.

Trasparenza integrale per i parchi e le città della salute

In Piemonte è in atto un cambiamento importante sul fronte dell’accesso alla salute da parte delle cittadine e dei cittadini. Sono le cifre pensate per compierlo, questo cambiamento, a rappresentare con chiarezza la sua portata: oltre 900 milioni di euro. Questo stanziamento economico servirà a realizzare i cosiddetti “Parchi/Città della Salute”, ovvero complesse strutture sanitarie/urbanistiche che sostituiranno alcuni degli ospedali del territorio, ingloberanno progetti di didattica e ricerca.
In base al Programma di interventi di edilizia sanitaria, approvato dal Consiglio Regionale del Piemonte l’8 maggio 2018, sono due i progetti pianificati: il parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino e la Città della Salute e della Ricerca di Novara.

Il progetto torinese prevede una spesa di 569 milioni di euro, mentre quello novarese 374 milioni.


Investimenti nei quali il privato avrà un ruolo determinante [per Novara 240,12 milioni di euro, il 75% dell’opera, per Torino 306 milioni di euro, il 53,7% dell’opera] nonostante si stia parlando del futuro della sanità pubblica regionale. Entrambe le opere verranno realizzate tramite partenariati pubblici- privati, di durata anche trentennale, e una con la procedura di dialogo competitivo

La posta in palio infatti è altissima, perché la Regione Piemonte ha – di fatto – ripensato la sanità di fette importanti del nostro territorio e, di conseguenza, dei suoi abitanti. Il volume economico dell’operazione, come abbiamo già detto, si attesta attorno ai 900 milioni di euro.

Una cifra che potrebbe attrarre fortemente interessi corruttivi e mafiosi.

E’ necessaria la totale trasparenza dell’operazione. E’ necessario “illuminare”, attraverso diversi strumenti, le varie fasi di questi progetti, e altri futuri e assimilabili, per aiutare ad arginare fenomeni e interessi corruttivi e mafiosi. Solo applicando strumenti di vigilanza, istituzionale e civica, si giungerà a un effettivo monitoraggio “pre”, “durante” e “post” decisioni.

La Regione Piemonte e le stazioni appaltanti devono rispondere al “diritto di sapere” delle cittadine e dei cittadini piemontesi. Va superata la mera logica burocratica, pubblicando in rete un “portale della trasparenza” dedicato ai Parchi/Città della Salute per permettere ai cittadini di comprendere i passaggi e l’iter

L’ultima richiesta della campagna punta al coinvolgimento costante della popolazione piemontese, partendo da un principio stabilito dalla legge Anticorruzione 190 del 2012. L’articolo di legge prevede il “dibattito pubblico permanente”, attraverso il quale coinvolgere la cittadinanza quando verranno prese decisioni determinanti sull’accesso alla cura, sul diritto alla salute e sulle modifiche al tessuto urbano.

Per saperne di più: https://liberapiemonte.it/pensa-alla-salute-la-campagna-di-libera-piemonte/

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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