Le letterine novesi

Ve le ricordate le letterine? Quelle che a scuola si scrivevano a babbo natale, al papà e alla mamma, promettendo di essere più buoni e sperando in tanti bei regali sotto l’albero? 
Oppure ricordate le “letterine” televisive di Gerry Scotti a Passaparola, molto interessanti ma non perché piene di buoni propositi? 
Anche a Novi abbiamo le nostre belle letterine, ma non sono né piene di buoni propositi natalizi né sexy come quelle televisive. 
La politica novese infatti regala emozioni anche in periodo natalizio. Non bastano le polemiche sugli addobbi natalizi, che per alcuni sono tanto belli da attirare pullman di turisti e per altri sono solo uno spreco di denaro pubblico. Non contenti, nel centro destra novese ora siamo arrivati alle letterine. La prima nota, ma forse è la seconda, l’ha scritta l’ex assessore Costanzo Cuccuru al sindaco Gian Paolo Cabella, due settimane fa. 
Nella sua lettera l’ex assessore, sempre più attapirato per il ben servito ricevuto dal sindaco all’inizio di novembre, attacca il sindaco a testa bassa. 
“Mi sono deciso a scriverLe questa lettera aperta dopo aver fatto riflessioni sul trattamento riservatomi e che, per sua stessa ammissione, è stata dovuto a pressioni, alle quali Lei non ha voluto dare identità, ma che ha dimostrato mancanza di autonomia nelle decisioni”, è l’incipit di Cuccuru, che prosegue accusando il sindaco di essere manovrato, annunciando ricorso al Tar, e conclude consigliando a Cabella di mollare la poltrona di primo cittadino. 

Alla lettera di Cuccuru ha risposto pochi giorni fa il segretario della Lega novese, Giacomo Perocchio, che come tutti sanno del sindaco è il nipote. 
Il tono di Perocchio è tutto tranne che accomodante: “vorrei anche io svelare dei retroscena visto che le tue dichiarazioni o sono false o sei stato falso tu, nei confronti del Movimento che ti ha candidato, ma anche dei cittadini novesi”. Tanto per cominciare. 
“Tu affermi che io ho nominato i miei ‘amici’ nelle società partecipate – prosegue Perocchio – e che ci sarebbero persone molto più capaci per ricoprire questi incarichi. Perché non lo hai fatto presente prima?”. Torna alla mente “Se me lo dicevi prima” di Enzo Jannacci. 
Unico passaggio “positivo” è quando il giovane leghista riconosce a Cuccuru l’idea di spostare il laboratorio del corso di enogastronomia del Ciampini Boccardo all’ex ristorante Bunet.
Perocchio conclude con un occhio di riguardo ai giovani: “Sempre accusati di essere impreparati, sprovveduti e dilettanti. Forse non abbiamo la tua esperienza politica decennale, passata saltellando da un Partito all’altro”. Ecco la stoccata finale. 

Poteva finire qui? Poteva Cuccuru non replicare al giovane Perocchio? Infatti lo fa a stretto giro di posta, o meglio di comunicato stampa. “Intanto io ho scritto al Sig. Sindaco, e non a Lei”, esordisce l’ex assessore. Curioso il fatto che Perocchio dia del tu al quasi ottantenne Cuccuru, mentre quest’ultimo gli risponde con dando del Lei al giovane consigliere. 
“Le faccio presente che la mia candidatura nella lista della Lega, da Lei richiestami, è stata la parte finale di un percorso, rispettoso ed educato, iniziato tempo fa con l’on. Molinari, che di questi tempi pare avere qualche problemino extra”. Poteva mancare la stoccata alle nuove traversie giudiziarie che sta passando il dominus alessandrino della Lega? 
Anche nella lettera di Cuccuru un solo passaggio positivo, quando ringrazia Perocchio di avergli riconosciuto il merito dell’idea di riutilizzo scolastico del ristorante Bunet.
Insomma, l’unica cosa su cui sono d’accordo è la storia del Ciampini-Boccardo al Bunet. Peccato che non sia così: se non sbagliamo, l’idea di trasferimento del corso di enogastronomia all’ex ristorante è del preside del Ciampini Boccardo Mario Scarsi, che l’aveva già prospettata alla giunta precedente. 
Dicevamo che forse la prima lettera di Cuccuru non è davvero la prima. Pare che esista una “lettera zero”, che è quella, stavolta privata, mandata da Cabella a Cuccuru in occasione del suo defenestramento. 
Per fortuna nel centro destra novese non vale il vecchio uso di lavare i panni sporchi in casa. I panni sporchi qui si lavano in piazza, aiutando così i novesi a distrarsi da pandemia, lock down e crisi. Aspettiamo ansiosi la prossima puntata. 

Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi

Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone

andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

Torna su

Contact Us