Omnibus: come se niente fudesse

Dunque, la ormai famosa delibera che avrebbe prelevato dalle tasche dei novesi circa 950.000 euro, relativa a circa il 17% di aumento della tassa rifiuti (tanto per iniziare bene il nuovo anno, ma anche i prossimi 2022 e 2023), non verrà più riproposta alla approvazione del Consiglio Comunale da quel che resta della maggioranza leghista. Un comunicato diffuso da quel che resta della Lega e relativi cespugli dice testualmente che: “La Giunta Cabella evita l’aumento della Tari” in quanto – chi l’avrebbe mai detto – :“… in politica bisogna assumersi la responsabilità di fare delle scelte e i denari non sono illimitati”.

Oh che bella festa, oh che bella festa!

Non ci sarebbe nulla da eccepire se non fosse che, circa una decina di giorni prima, il drappello della maggioranza aveva portato in Consiglio comunale, per la sua approvazione, quella stessa delibera che accollava la medesima cifra – dicesi novecentocinquanta mila euro, euro più, euro meno – in capo ai cittadini novesi. La delibera fu clamorosamente bocciata dal Consiglio, risultato talmente prevedibile che, come si dice a Novi, lo “cifulavano” anche i merli di via Cava (per i foresti della Giunta: lo “fischiettavano”).

Delle due, l’una: o quel che resta della maggioranza ha “cappellato” (voce del verbo cappellare, forma dialettale verbale, che, alla bisogna, rende bene) il giorno 21, oppure ha “cappellato” il 30 dicembre. Non ci sono dubbi, si tratta di una contraddizione in termini (i bravi dicono così). In tutti i casi, per i rimasugli della maggioranza c’è poco da cantar vittoria: pare proprio una excusatio non petita (accusatio manifesta). Volgarmente: “tanto volevo scendere…”, oppure: “tanto è acerba…”, o ancora: “è stato lo scherzo del 1° aprile…in anticipo” (per portarsi avanti, mica hanno tempo da perdere).

Proviamo, con le nostre umili capacità, a cercare di comprendere la strategia delle grandi menti che, ahinoi, governano il Comune.

Il 21 dicembre hanno portato all’approvazione del Consiglio l’aumento della tassa rifiuti; qualcuno tra loro, evidentemente chi comanda (ma chi comanda davvero, dopo l’ultimo rimpasto?), deve aver pensato: “C’è andata bene l’altra volta con l’aumento dell’Imu, perché non dovrebbe andar bene anche questa?” Invece, non è andata così. Quel che resta della maggioranza ha preso una scoppola (se si preferisce, una batosta) che, a memoria d’uomo, non si ricorda negli annali del Comune di Novi. Ed è stata, perché non riconoscerlo, una operazione da record (sarà questo il cambiamento?), che rimarrà scolpita sul marmo: per qualcosa bisogna pur essere ricordati nella storia della città, e di questo episodio si parlerà e riderà in saecula saeculorum. Amen.

Il secondo record, però, è proprio da Guinness dei primati: in meno di dieci giorni quel che resta della maggioranza, con un salto quasi mortale di 360 gradi, ha ritrattato le posizioni, per di più inneggiando ad una presunta vittoria, in quanto, ripetiamo: “la Giunta Cabella ha evitato l’aumento della tassa rifiuti”. Ma come?!!! Prima si voleva maggiorare la tassa-rumenta ai poveri novesi, poi non la si aumenta più, perché il progetto è fallito miseramente, e questa sarebbe una vittoria?!!! (altro che di Pirro!). Davvero e senza dubbio alcuno, questo episodio sarà ricordato nella storia della città. Alla povera opposizione, che con il voto contrario del 21 dicembre ha fatto “spintaneamente” cambiare idea a chi comanda (a proposito: chi?) e protetto i novesi da una ulteriore gabella in tempi così difficili, nessun riconoscimento: così impara.

Non c’è che dire, Lor signori sono bravi a far propaganda. Il migliore, indubbiamente, è Diego delle Palle, capace di trasformare, mediaticamente, la chiusura di un buco sulla strada in un evento; per fine anno ha postato una serie di fotografie che testimoniano le sue gesta, della serie: “come asfaltare una strada e vivere felici”.

Questa volta, però, sono scivolati, nonostante Diego avesse fatto togliere la neve (operazione, anch’essa, mai verificatasi nella storia cittadina); ma non si può cambiare idea ad ogni stormir di fronda, ovvero“come se niente fudesse”, per citare il motivo cantato da Svanitella Svanitè in un famoso carosello del 1970. E vantarsene pure! Una giustificazione può essere trovata nel fatto che, nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, è arrivato Babbo Natale, raccomandando a tutti di praticare la bontà: di qui il ripensamento. Oppure per il ritorno dell’incubo Pagella, mentore di Cabella – sempre per via dell’assonanza dei cognomi – con la sdegnata domanda:“…Azzo fate?”. Forse, sarebbe stato più elegante e, soprattutto, realistico, non declamare una vittoria inesistente, che, al contrario, si dimostra un vero e proprio autogol.

La realtà è, invece, un’altra. Senza l’approvazione della delibera del 21 dicembre, quel che resta della maggioranza non avrebbe potuto cercare (il condizionale non è un obbligo, ma una certezza) di far approvare il bilancio nelle riunioni previste per il 29 e il 30 dicembre, riunioni che, “stranamente”, ma velocemente (chi ha detto che la Giunta è immobilista?), sono state sospese, in quanto Cabella & Co. rischiavano di farsi bocciare anche il documento fondamentale per il funzionamento della macchina comunale (e non son proprio noccioline…). In tal caso non avrebbero solo bevuto dalla fontana di piazza Dellepiane, ma si sarebbero completamente bagnati, da cima a fondo, piedi compresi.

Il solito anfitrione del gruppo che si riunisce in piazza Dellepiane, nei pressi della Fontana del Sale, pare che il 31 dicembre, ad alta voce, esclamasse: “Chilù i paciuga!”*.

Il malalingua

* voce del verbo paciugare, riportata in tutti i dizionari del Regno.

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