“Lè meiu chi ‘s leva dan te strùse, e prestu”

Se la seduta del 2 marzo del Consiglio comunale non fosse stata in streaming, probabilmente sarebbero volate le sedie. Roba da matti !!! Un consigliere comunale, nell’esercizio delle sue funzioni, di nome Luciano e cognome Saracino – che d’ora in poi chiameremo “Ciapa musche” – si è permesso di fare un gesto volgare a fronte ad una più che legittima richiesta di sue dimissioni quale Presidente della Commissione Sport. Forse, pensava di essere in osteria … “Ciapa musche” si era scientemente impegnato per far saltare l’incarico a “Sport in Novi” (non vogliamo conoscere le motivazioni, anche se le possiamo immaginare); ma è rimasto, appunto, con un pugno di mosche in mano. Al posto suo una persona normale – di quelle che passeggiano, quando si può, in via Girardengo – dopo aver preso una tanto clamorosa tranvata (come si dice in Puglia tranvata? Qui da noi si dice: tranvata) non si sarebbe presentata alla riunione, ma avrebbe scavato un buco nell’orto di casa per nascondercisi dentro. E invece no: fieramente, “Ciapamusche”, rimasto con in mano un pugno dei fastidiosi insetti, si è presentato in Consiglio, e probabilmente alquanto nervosetto, poiché si stava votando una proroga dell’incarico a “Sport in Novi” non solo di un anno, bensì di due. E così bel bello, in risposta alla garbata richiesta di dimissioni, con indiscussa eleganza da ancien régime, si è permesso di alzare il dito medio al cielo, non già per acchiappare le restanti mosche, ma per mandare volgarmente a quel paese il suo interlocutore. Una vera vergogna. 

Raccontano le cronache che il Presidente del Consiglio comunale, in quel mentre, fosse distratto (forse intento nella lettura del giornale, per sapere come sarebbe finita la discussione) e si sia accorto dell’accaduto solo nel momento in cui alle sue candide orecchie è giunta la parola “culo”, il che ha determinato un subitaneo richiamo non già dell’autore del gesto, ma del destinatario. Per vivacizzare il teatrino, “Ciapa musche”, dal canto suo, ha chiarito che:“Dalle mie parti quel gesto non significa niente, dalle vostre magari sì”. Orbene, non sappiamo cosa il gesto significhi in Puglia (regione solo recentemente scoperta, grazie all’atterraggio di Perseverance su Marte), ma è fatto certo che, i n t e r n a z i o n a l m e n t e, tale gesto “è perfetto per offendere qualcuno velocemente e in modo decisamente efficace”. “Ciapa musche”, inoltre, ha aggiunto che verificherà i bilanci di “Sport in Novi” … chissà poi con quale diritto … L’uomo, dunque, non desiste: non gli bastano le facciate (come si dice in Puglia facciate? Qui da noi si dice: facciate) che ha preso finora. Alla prossima !

Ci pensi Signor Sindaco: al posto suo Pagella, che lei ebbe a citare come mentore, sarebbe uscito dallo schermo e avrebbe preso a pedate nel posteriore (volgarmente chiamato culo), il personaggio in questione. Sindaco, almeno una parola, una sola, uscendo dal suo abituale, silenzioso riserbo, poteva dirla.

A nulla servono le scuse postume: la pessima figura la fa la città (e che la faccia quel soggetto, non ce ne può fregar di meno). Novi non può sentirsi rappresentata da un personaggio di tal fatta, senza rispetto per le istituzioni che, ahinoi, dovrebbe rappresentare, né per le persone: nel caso specifico, si rammenta, di un pubblico ufficiale nel pieno esercizio delle sue funzioni (qualcuno lo spieghi al suddetto). 

Tralasciamo ogni commento sulla proroga a “Sport in Novi” (per la quale siamo felici), ma riflettiamo: dopo aver fatto la guerra al Comitato, dopo avere rinviato la proroga di un anno (con allegato defenestramento di Cuccuru, che a questo punto non aveva tutti i torti), dopo tutta la cagnara (o come altrimenti si dice in Puglia) che ne è scaturita, dopo che ora la proroga è addirittura di due anni (come al supermercato: due al posto di uno), era proprio il caso di fare tutto quel casotto, per non dire casino ? Tragga lei, Sindaco le ovvie conclusioni.

E che dire poi del Presidente del Consiglio, collegato in “stressing”, il quale si è disconnesso dalla seduta in “streaming” quando c’erano ancora consiglieri che avevano chiesto la parola? Il Comandante – si fa per dire – non deve forse essere sempre l’ultimo ad abbandonare la nave… che affonda ? Stranamente, il video integrale della seduta è poi scomparso, per ricomparire poco dopo con la parte finale “tagliata”, parte importante però, nella quale si vede la Vice presidente assumere la presidenza, dopo la “fuga” dalla riunione di Poletto. E così si può apprezzare la continuazione della discussione con le doverose scuse alla città porte dalla Vice; ma tali scuse avrebbero dovuto venire -insistiamo – in primis dal Sindaco. Il suddetto taglio censorio deve essere stato eseguito, sicuramente, da un tecnico, ma generato da un input politico (capisci a mè). Dunque un’operazione di auto-censura: forse perché, quando è troppo, è troppo? Forse scaturita dal comune senso del pudore? Da morir dal ridere.

C’è poco da ridere”, pare abbia esclamato Poletto, rimembrando il titolo della trasmissione, in onda su Telecity nel 1980, a cui, novello cantante, aveva partecipato. E in effetti ci sarebbe da piangere … meglio non commentare e stendere un copertone pietoso (dice: ma non era un velo pietoso da stendere? Certo, ma qui un velo non basta!).

Bastiano si grattava la testa e, laconico, mormorava: “Lè meiu chi ‘s leva dan te struse, e prestu”(*è meglio che tolgano il disturbo, presto). 

La ruota di scorta

(con storie di merluzzi, baccalà e stoccafissi)

Durante la riunione del Consiglio comunale sul Bilancio, approvato grazie agli “sherpa” – ovvero ai portatori di voti – di “Solo Novi”, è stato anche discusso (non già per volontà di quel che resta della maggioranza) un emendamento dei Democratici relativo al dissesto idrogeologico e alla necessità di realizzare un secondo scolmatore del Rio Gazzo. Ciò, allo scopo di regimentare le acque piovane che, negli ultimi anni, hanno provocato gravi problemi in città, sia a causa dell’impermeabilizzazione del territorio, sia, soprattutto, a causa di eventi climatici estremi, ai quali, purtroppo, dovremo abituarci. Non sembrino affermazioni di catastrofismo spicciolo … teniamo moltissimo alla nostra Novi, ma la triste realtà che stiamo vivendo è quella di eventi alluvionali destinati a ripetersi … sono stati diversi nell’ultimo decennio,il più importante dei quali nel 2014. In merito a questo argomento, ognuno dovrebbe fare la propria parte, e in primo luogo chi amministra la città:dovrebbe iniziare a porsi il problema.

Ripetiamo: dovrebbe! I Dem, dunque, hanno posto il tema, chiedendo di inserire nel documento fondamentale del Comune la realizzazione dello scolmatore; si presume sia come scelta tecnica, che politica – per togliere dall’eventuale imbarazzo gli addetti ai lavori. A onor del vero, è corretto sottolineare che il progetto era presente anche nel programma elettorale del Centro destra novese, presentato per candidare Cabella alla carica di Sindaco. Precisiamo infatti che in tale documento politico è presente un paragrafo con analisi e motivazioni (anche tecniche) sul tema (diamo a Giampaolo quel che è di Cabella), in cui si legge: “… Quanto drammaticamente evidenziatosi nel 2014 ha chiaramente riproposto con forza la necessità di potenziare la portata idrica da smaltire verso lo Scrivia…”. Molto interessante la conclusione tecnico-politica: “… Le soluzioni tecniche più radicali su accennate rappresentano un progetto urgente ed indifferibile, su cui occorrerà investire le risorse disponibili, compresa soprattutto la quota derivante dalle opere di compensazione del Terzo Valico Ferroviario da parte del Cociv”.  Dunque, apparentemente tutti d’accordo anche sull’individuazione dei fondi da utilizzare, provenienti dalle opere di compensazione del Terzo Valico.

E invece no. Il Sindaco, garante del programma, ha silenziosamente ascoltato – in silenzio – la discussione. Un suo elettore,video collegato, parafrasando Michelangelo, attonito, si chiedeva: “Perché non parli?”, scagliando contro lo schermo del computer non già il martello michelangiolesco, bensì un piatto, ancora fumante di polenta e baccalà; quest’ultimo avrebbe preferito diventare stoccafisso, invece di finire sullo schermo del pc (inteso come personal computer).

I Verdi-azzurri – con nuance di nero – in primis hanno respinto “l’assalto alla diligenza”, presumibilmente perché la proposta è stata espressa da “quelli di sinistra” (brutti e cattivi),i quali hanno anche perso le elezioni:“Cosa vogliono ‘sti qui? Ora comandiamo noi”. O, forse, perfettamente ignari del loro programma elettorale, che leggeranno prima del termine della legislatura. Promesso???

A fare da ruota di scorta di quel che resta della maggioranza (temendo venisse messa in discussione la “sua” Accademia), si è precipitato il Mungitore, notoriamente esperto di idrogeologia e ittica, spiegando che non occorre un secondo scolmatore, ma che è sufficiente pulire quello esistente (ergo: ‘n baghì e ‘na scùa e a semu a postu).

Il telegenico Diego, collegato in video, ha invece spiegato che i fondi compensativi del Terzo valico sono utilizzabili esclusivamente per il turismo. Sembra una “palla” carnascialesca … pare di aver letto (leggere non guasta mai) che i fondi sono destinati anche per lo sviluppo della logistica e che il tema dello scolmatore, dopo gli eventi alluvionali,sia stato posto da tempo a più alti livelli, ma sempre dai brutti e cattivi. In entrambi i casi ci si chiede chi mai verrebbe ad investire in zona,nel timore di finire a bagno … Si potrebbero forse proporre gite turistiche in canoa, con pesca di… “merluzzi”, da surgelare all’istante in una struttura industriale appositamente insediata.

Sorge il dubbio che Diego il pensatore e Marco il “gommista” siano intervenuti d’impeto nella discussione, respingendo le pretese “sinistroidi”, temendo entrambi che potessero svanire i fondi per i loro giocattoli, a causa dei quali erano giunti a singolar tenzone; fondi che, dopo infinite (civili?) discussioni (avvenute con i coltelli piantati sotto il tavolo), sono stati destinati all’idea tutta politica (visto che di progetto tecnico non c’è ombra) dell’Accademia degli Anloti ‘n te vein, e della promessa di uno spazio per il Museo della ciculota.

Nella discussione, mediante una fine e alquanto puntuale dissertazione, pare sia intervenuto un giovane virgulto leghista, il quale ha portato il proprio – diremmo decisivo – contributo per la soluzione del problema. Costui avrebbe esclamato: “Se lo scolmatore è così necessario, doveva farlo la giunta precedente”. Elementare Watson. Indubbiamente una originale intuizione, probabilmente avuta dopo aver assunto una certa quantità di fosforo. Pare che i Dem siano immediatamente entrati in crisi: qualcuno si è nascosto sotto il tavolo sghignazzando. La considerazione, fuor di dubbio, è stata alquanto “felice”, e come tale resterà negli annali del Consiglio Comunale. 

Comunque sia, immaginiamo che, se disgraziatamente dovesse allagarsi un’altra volta la zona, il giovane virgulto – armato di pinne, fucile ed occhiali – si porterà in loco per deviare il corso dell’acqua, incolpando del problema chi si occupava in precedenza della amministrazione, per poi tornare a casa come un baccalà, in ammollo .

Si potrebbe anche rispondere alla sua affermazione che qualcosa da risolvere bisognava pur lasciare per il dopo, altrimenti Lor signori non avrebbero avuto più nulla da fare (sempre ammesso che vogliano fare, con scelte sia tecniche che, se preferiscono, politiche). 

Appare, però, un po’ troppo comodo scaricare sempre sugli altri … Ci si permette di suggerire che governare una città – ammesso e non concesso che ora la si stia governando – significa cercare di risolvere i problemi esistenti, non scaricarli sempre sulle amministrazioni passate. È uno “sport”che può funzionare nei primi mesi di insediamento, ma ha il fiato corto; dopo un po’, come il pesce, inizia a puzzare … (ovvero: se la danno tutti che non si ha nulla da dire). Meglio allora cambiare registro e – avendole – portare idee e proposte; ma, soprattutto, fare, non disfare continuamente. Come detto, nel programma elettorale verde-azzurro (con nuance di nero), le proposte sul tema c’erano. Evidentemente, chi aveva scritto quel programma oggi non è in Consiglio comunale, mentre invece chi c’è non lo ha letto, rimanendo appeso al soffitto come uno stoccafisso.

Infine vorremmo, per quanto possibile, suggerire ai due cavalieri dell’Apocalisse che i milioni del Terzo Valico potevano e possono essere molti di più, almeno il doppio, e che se, invece di tenzonare tra loro, avessero tenzonato, Diego in testa, al tavolo della spartizione dei “pani e dei pesci”, sarebbero stati salvaguardati anche i loro giocattoliPare che, riferendosi a quel tavolo ministeriale, il gommista Mungitore, esperto in soccorso (non quello stradale), abbia esclamato: “Sa ghèra mi…” (traduzione maccheronica: “Se c’ero me”). È evidente che con qualche battuta in dialetto (come usa fare in Consiglio Comunale) avrebbe risolto la questione, sotto intendendo, velatamente, che Diego è, in realtà, un extra-regionale, il quale, al massimo, biascica il dialetto, essendo attraccato al porto di Novi anni or sono. Come direbbe l’acuto giovane leghista di cui sopra, lo scalo portuale si sarebbe dovuto chiudere molti anni fa … ma la sinistra non ha voluto … inoltre la colpa è anche di Garibaldi che, a tutti i costi, ha voluto l’unità d’Italia.

Da parte nostra non ci rassegneremo mai a vedere svanire quei quattrini … ne riparleremo fino alla nausea. 

Il Malalingua

I son dubioni! As capimu o no?” urlava Bastiano in piazza Dellepiane (Sono dobloni, ci capiamo o no?).

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