Cit, ora tocca all’assemblea dei soci dare il via al piano di Delfino

Come vi abbiamo già scritto questa mattina, il consiglio comunale di Novi Ligure ieri sera ha approvato con 7 voti favorevoli, 6 astensioni (il gruppo Democratici per Novi e il Consigliere Marco Bertoli) e il voto contrario di Lucia Zippo (Movimento 5 Stelle), il Piano di risanamento e ristrutturazione 2018-2021/2023 del CIT S.p.A. (Consorzio Intercomunale Trasporti).

Francesca Chessa
Francesca Chessa

Assenti dalla seduta i consiglieri Francesca Chessa (Forza Italia) e Francesco Bonvini (Solo Novi). Ci è giunto il comunicato stampa del comune, con la dichiarazione dell’assessore Maurizio Delfino, di cui vi riportiamo ampi stralci.

La votazione è giunta al termine di un dibattito maratona, che si è protratto fin oltre le due del mattino.

La posizione dell’assessore al Bilancio

Maurizio Delfino

A illustrare i dettagli del provvedimento è stato l’Assessore al Bilancio, Maurizio Delfino, che si è rivolto all’Assemblea in modo chiaro e diretto: «Riteniamo questa delibera molto importante – ha affermato Delfino -. Vogliamo salvare il Cit, il rapporto con il territorio e i lavoratori che stanno operando in condizioni difficili e ci hanno dato tempo e fiducia per cercare di risolvere almeno una parte dei loro problemi. Presentiamo una delibera con tre pareri contrari (Collegio dei Revisori dei Conti, Segretario comunale e Ragioniere capo) e lo facciamo con coraggio chiedendo coraggio; pareri che rispettiamo – ha sottolineato l’Assessore – ma che a nostro giudizio non sono completi perché limitati a una parte del problema. Come consigliato dai tecnici è nostra intenzione percorrere la strada della cessione al privato, per questo abbiamo creato le condizioni per una manifestazione di interesse incontrando un soggetto serio e professionale con grande esperienza nel settore. L’unica alternativa è il fallimento della società che causerebbe danni enormi al patrimonio comunale, ai lavoratori e a tutta la comunità novese».

Il piano in poche parole 

In estrema sintesi, la delibera approvata prevede la ricapitalizzazione del Cit, con contestuale riconoscimento di debito fuori bilancio, e la conversione in mista della società a fronte di manifestazione di interesse di soggetto economico privato per l’acquisizione, mediante gara pubblica, dell’85% del capitale sociale. Per il Comune di Novi ciò significa il versamento di un contributo pari a 304.795,17 euro, già versato per 153.400,81 euro, di cui 198.300,26 euro per copertura perdite e 106.494,95 euro per ricostituzione del capitale sociale, con conseguente acquisizione di una quota di partecipazione del 70,997%, al fine di garantire la ricostituzionenell’ordine di 150.000 euro del capitale sociale (livello minimo per l’iscrizione al Ren, il Registro delle imprese di autotrasporto).

La ricapitalizzazione dovrà essere approvata dai Sindaci che fanno parte del consorzio nell’Assemblea convocata per il prossimo 7 maggio.

Successivamente è prevista la conversione in società mista del CIT spa, mediante selezione di un socio di maggioranza, attraverso gara a doppio oggetto, che acquisisca una partecipazione dell’85% nel capitale sociale e svolga tutti i compiti operativi relativi ai servizi pubblici affidati alla società.

Infine si procederà alla vendita di alcuni rami d’azienda (servizi pompe funebri, noleggio pullman turismo, noleggio con conducente) e alla scissione in due società separate: Novi Parcheggi, che si occuperà dei parcheggi a pagamento, e CIT spa, che gestirà il trasporto pubblico urbano ed extraurbano, oltre al trasporto scolastico e al trasporto disabili.

La posizione dei Dem

L’opposizione Dem, per voce del capogruppo Simone Tedeschi, ha chiesto inascoltata di provare a rivedere il piano per superare il no posto dai tecnici comunali. «La relazione dell’assessore – ha detto Tedeschi – evidenzia un punto di vista molto diverso rispetto al nostro riguardo le ragioni che hanno portato il cit a trovarsi in questa situazione. Un buon punto di partenza sarebbe stato quello di fare un atto collettivo di assunzione di responsabilità e che deve essere un punto di partenza. Maggioranza, opposizioni abbiamo fatto del nostro meglio per salvare l’azienda e credo che a nessuno vada negato questo impegno. Se però siamo qui significa che qualcosa non ha funzionato».

tedeschi
Simone Tedeschi

«Non dobbiamo riversare sui tecnici responsabilità che non hanno – ha proseguito Tedeschi – si sono limitati a dirci il perimetro della compatibilità legale delle nostre azioni e quali sono i risvolti del bilancio comunale che le nostre azioni possono avere. Il piano non ci dice quando l’azienda arriverà a un punto di riequilibrio e questo è un punto essenziale. Nello specifico, i revisori sottolineano su quest’ultimo passaggio ci sia un iter invertito, ovvero c’è manifestazione di interesse che cambia i giochi e ci apre la possibilità di aprire un percorso. Però, per prendere questo percorso per il verso giusto, occorre una modifica del piano aziendale. Ogni giorno che passa l’azienda va peggio, ma il 7 maggio non è una data perentoria ma una data decisa dai soci per l’assemblea. Chiedo alle forze che sono in consiglio di fare un ulteriore approfondimento per corredare la relazione con numeri che diano una risposta più concreta e che parallelamente diano a questo percorso una vista giuridica più robusta mettendola al riparo». La proposta di Tedeschi è stata respinta dalla maggioranza.

Ma chi è il privato?

Durante la discussione si è mantenuto il riserbo sul nome del “soggetto serio e professionale con grande esperienza nel settore” che ha mostrato interesse ad entrare nella partita.
Ora toccherà all’assemblea del Cit, convocata per il 7 maggio, approvare il piano. Ma le cose qui si faranno ancora più difficili, visto che già 4 comuni hanno detto chiaramente di non essere disponibili a ricapitalizzare l’azienda.

Il numero legale

Bertoli
Marco Bertoli

Durante l’assemblea il consigliere Marco Bertoli ha fatto più volte notare alla maggioranza che non era in grado di garantire il numero legale, vista l’assenza di Francesca Chessa. Il numero legale dell’assemblea è di 8 persone, e se i consiglieri di opposizione e di Solo Novi (che continua ad affermare di non essere né in maggioranza, né in opposizione) avessero abbandonato la seduta il consiglio sarebbe stato invalidato e il piano non sarebbe stato approvato.

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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