Credevo fosse amore…

Il chiarissimo” nonché notissimo Mungitore, circa tre anni or sono, dopo il confronto elettorale, passeggiava trionfante e gongolante lungo via Girardengo, mostrando i suoi trentadue denti in technicolor, vantandosi di essere stato – lui e solo lui – ad aver riunito (raffazzonato?) tutti i rimasugli del centro-destra e di essere stato, lui e solo lui, il vero vincitore delle elezioni. Lo scopo prefissato era stato ottenuto: mandare a casa i “comunisti”che avevano governato, incontrastati e per decenni, il Comune. Nulla di più: a governare ci stanno ancora pensando.

Lui e solo lui era il vincitore. Nella sua mente si dispiegava già un organigramma: quello/a lo/a mandiamo in quel posto (non si pensi ad un doppio senso), quell’altro/a, invece, siederà su una certa poltrona, a lui/lei daremo uno “scagnetto” … e così via. 
Era tanto che aspettava un’occasione così! (cfr. Jerry Calà). 
Invece, i suoi desideri sono stati tutti… “trombati”, ma forse è più elegante dire cassati: neppure uno “scagnetto”.
Si sa, le pouvoir c’est le pouvoir, e qualche novello Robespierre tale potere lo voleva tutto per sé, senza dividerlo con chicchessia; né tantomeno ascoltare i progetti, più o meno strampalati, del Mungitore, relegato a menare il can per l’aia, o, meglio, a pascolare le sue mucche, rimaste senza biada.
Tutto è iniziato così … e allora il “solitario” Mungitore, novello Don Chisciotte, ha iniziatostoicamente la sua battaglia contro i mulini a vento, promettendo fuoco e fiamme.
Ad ogni piè sospinto, infatti, ha minacciato di far saltare il “baracchino”, arrivando a costituire, lui e solo lui un gruppo consiliare, con un rimasuglio della maggioranza, a sua immagine e somiglianza; ma in ogni occasione gli mancava sempre un voto (come a Martin, il quale per un punto perse la cappa).
Pertanto, si è ripetutamente visto costretto a minacciare scene apocalittiche, per poi, regolarmente, tornare all’ovile (o, se si preferisce, alla stalla) … con la coda tra le gambe, aggiudicandosi ogni volta “na figura da cicolaté”, come si dice a Torino.

Egualmente, a quanto pare, accadrà anche in merito alla approvazione del nuovo Bilancio comunale, la cui scadenza, per legge, era fissata al 31 marzo, ora prorogata al 31 maggio, con somma soddisfazione dell’Assessore che pare abbia ripreso a respirare. Se continua così, rischia di arrivare all’età della pensione senza averlo approvato, ma, aggiungiamo: non è vietato portarlo in approvazione prima della scadenza di legge.
Il copione è sempre il medesimo: il Mungitore fa un po’ di soffoco, minaccia, alcuni affermano ricatti la maggioranza (o, come dice lui, il rimasuglio – quello rimasto, dopo che lui e solo lui ha creato il suo, di rimasuglio), la quale gli lancia l’esca di qualche promessa; lui abbocca, si placa, e poi tutto rimane immutato. Frattanto, il manovratore del Sindaco continua ad imperversare, indisturbato.

Fotomontaggio a scopo dimostrativo: alla guida del calesse il Sindaco Cabella, alla sua sinistra il nipote-mentore, alla sua destra il Presidente del Consiglio (in guardia, affinché non giungano attentatori comunisti); in seconda fila un anonimo giovine, in attesa di glorie future; in piedi, sulla sinistra rispetto al lettore, il Mungitore, sempre pronto a salire o a scendere: dipende. A tirare il carretto: Pantalone.

Esempi: a suo tempo, il Mungitore si era fatto assegnare dal Sire la delega per occuparsi dell’area Z3, dopodiché non è successo nulla. Si vocifera che ogni proposta espressa da lui e solo lui sia stata cassata. Inoltre, si era fatto promettere la realizzazione della Hdemia enogastronomica, ma non solo non è accaduto nulla, non si è neppure organizzata la rassegna Dolci Terre di Novi (e non si adduca come scusante la pandemia).
Roboante, il Mungitore, ad un giornale che gli chiedeva ragione delle sue giravolte, ha recentemente risposto, con tono sicuro e ripetutamente, quasi a convincere se stesso, che non gli interessa la ragione per la quale il rimasuglio di maggioranza ha accettato le sue proposte (quali la mano di bianco ai Portici vecchi, scelta strategicamente importante per la città): lui voterà a favore del prossimo Bilancio. E chi l’avrebbe mai detto?!!

Citando l’indimenticabile Massimo Troisi: “Credevo fosse amore, invece era un calesse”. Dal quale, si aggiunge, il Mungitore sale o scende a suo piacimento … ma, attenzione! Prima o poi si rischia di scivolare.

Ora che i buoi sono scappati

È notizia recente, non ancora confermata dal tradizionale selfie, che l’Assessore ai Lavori pubblici entrerà a far parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Slala, istituzione che si occupa di logistica e trasporto ferroviario. La notizia segue quella data dal Sindaco di Arquata, per il quale “… non c’è nessun documento in cui si accenni al rilancio dello scalo logistico di Novi San Bovo”.
Come si dice: ora che i buoi sono scappati (o, come affermerebbe il Mungitore, ora che le vacche sono scappate), si chiude la stalla?!! Di cosa si occuperà l’Assessore in tale sede (oltre a produrre selfie, ruolo ormai consolidato istituzionalmente) non è dato sapere; potrebbe sempre occuparsi di logistica, quella di Alessandria presumibilmente, a cui, insieme al suo signore e padrone, è assai affezionato. È stato lui infatti, unitamente al suo Sire, a “donare” i famosi cinque milioni al Comune capoluogo di provincia.

Il Malalingua
P.S.: Intanto nel Consiglio Comunale di lunedì scorso quel che resta della maggioranza ha di nuovo “bevuto”: non era propriamente champagne (o la preferita vodka). La tregua “armata” (sempre per rimanere in tema) con il Mungitore è già finita? È già sceso dal calesse?
P.S. bis: Se non arriveranno i treni, certo è il posizionamento di una ruota panoramica, in piazza Maneggio, a due passi da piazza Pan di Spagna.

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