Diritto all’aborto e obiezione di coscienza

Il 2 giugno, buona festa della Repubblica a proposito, la cara, vecchia “La Stampa”, ha fatto un’altra clamorosa scoperta: in Italia l’applicazione della legge 194/78 che regola l’interruzione di gravidanza incontra difficoltà e dedica una pagina all’argomento, una tantum.

Spesso nel nostro paese non è facile accedere a diritti garantiti da una legge, l’elenco è lungo. Nello specifico della 194/78 non sono una novità l’alto tasso di personale medico e di assistenza obiettore (quando elimineremo l’obiezione di coscienza?), strutture ospedaliere dove l’obiezione è del 100% per cui per garantire il diritto alla 194 si deve ricorrere a personale esterno con un surplus di spesa, la scarsa diffusione dell’interruzione per via farmacologica ( RU 486). Della situazione poi in Piemonte si è già detto tempo fa. Le motivazioni degli obiettori sono quanto mai variegate e dall’articolo de “La Stampa” si deduce anche che il medico obiettore ama trasformarsi in un severo moralista, visto che uno dei rimproveri che si fa alla donna è quello di non avere usufruito della contraccezione. E questa è ancora una delle cose più gentili. 

Quindi si alla contraccezione e no all’aborto, curioso se il medico obietta per motivi religiosi. Ricordo che per Giovanni Paolo II (Evangelium Vitae, 13) contraccezione e aborto sono “ il frutto della stessa pianta” anche se “dal punto di vista morale sono mali specificamente diversi” la prima va contro la “virtù del matrimonio”, il secondo “ contro la legge, non uccidere”. Il tema della liceità morale e giuridica dell’aborto è sempre aperto; la parola stessa è ancora tabù, spesso stigmatizzante per una sedimentazione culturale potente. Ricordo il terribile grido dell’Ecclesiaste 6, 3-4: “io dico che un aborto è più felice di lui [dell’uomo]; poiché l’aborto nasce invano, se ne va nelle tenebre, e il suo nome resta coperto di tenebre”.

E’ certamente il tema su cui lo scontro tra paradigmi morali laici e confessionali è più duro; i medici non obiettori sono dei sicari (Papa Francescoe la donna è sostanzialmente ritenuta fragile e incapace di autodeterminarsi consapevolmente, per cui va guidata e se del caso anche colpevolizzata, come narra l’articolo. A conferma di queste affermazioni stanno le dichiarazioni della portavoce del Movimento per la Vita Rachele Ruiu in occasione della manifestazione organizzata la settimana scorsa a Roma: “Qualsisia legge sull’aborto vorremmo che fosse messa in un cassetto. Vogliamo che le donne abbiano sempre una possibilità, non siano mai più schiacciate dalla solitudine dell’aborto“. “La donna ha diritto di essere custodita e accompagnata, non abbandonata”. Consiglio anche una rapida visita a youtube, per alcuni passaggi della manifestazione.

L’argomento non va lasciato cadere, anche se oggi urgono altri drammi, perché le organizzazioni sedicenti pro – life sono molto attive, soprattutto sulla rete e quanto mai battagliere. Inoltre tra poco la Corte Suprema degli Stati Uniti si pronuncerà su una legge dello stato del Mississipi, la Gestational Age Act, fortemente limitativa del diritto all’aborto, garantito dalla Roe vs. Wade, la storica sentenza che ha sancito negli States dal 1973 il diritto all’aborto. Quale che sarà la pronuncia della Corte, certamente non sarà senza ripercussioni né negli Stati Uniti che da noi in It

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Giacomo Orlando

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