Novi Ligure: la Lega scopre l’acqua calda… e il suo costo

La recente polemica sul caro bollette sollevata da alcuni componenti dell’ex amministrazione comunale decaduta, ci lascia fortemente perplessi.
La Lega ha individuato la causa del caro bollette in un soggetto che non c’entra nulla, semplicemente per nascondere ai Novesi che, quando è stata al governo della Città, non si è preoccupata minimamente di approfondire e, quindi, affrontare il problema del caro energia.

Non a caso, non più tardi dello scorso mese di maggio, i Consiglieri Comunali del Gruppo Democratici per Novi erano stati letteralmente irrisi dall’Assessore competente (?!?) per aver chiesto se il Comune avesse messo a bilancio un capitolo che tenesse conto degli aumenti per il riscaldamento.

Attaccare continuamente e costantemente le società controllate dal Comune è un atto incomprensibile perché, così facendo, l’Ente Pubblico e chi lo ha amministrato denunciano, di fatto, la propria inadeguatezza.
Attaccando il Gruppo Acos in maniera così pretestuosa, si sminuiscono il lavoro, le competenze e l’impegno dei dipendenti e degli amministratori delle Società e si alimentano recenti campagne mediatiche atte a screditare una realtà industriale che, oltre ad essere il fiore all’occhiello del Comune, rappresenta il soggetto ideale per far salire Novi Ligure sul treno della transizione energetica e, conseguentemente, dello sviluppo sostenibile.

Invece di essere attaccato, il Gruppo Acos dovrebbe essere incitato a mettere a frutto le proprie conoscenze professionali per espandere le proprie attività così da garantire maggiore occupazione, utili e benefici ambientali alla Città di Novi Ligure.
Nel caso in questione, poi, la polemica è davvero insensata perché addossa ad Acosì responsabilità che non le competono. La concessione in questione è stata assegnata dall’esito di una gara pubblica Europea, ponendo a base di gara un prezzo del servizio inferiore a quello applicato dalle convenzioni Consip e, conseguentemente, più vantaggioso per il Comune che, oltre alla fornitura del servizio calore si “portava a casa” anche la sostituzione delle caldaie più obsolete e inquinanti; la sostituzione dell’illuminazione degli edifici comunali con tecnologia a Led e la realizzazione di 2 reti di teleriscaldamento che, però, è stata osteggiata e impedita dalla decaduta Giunta Cabella.

Chi suggerisce di risolvere unilateralmente una concessione, che verrà a scadere nel 2051, deve mettere in conto anche i danni che l’Ente Pubblico verrebbe, inevitabilmente, a pagare al Concessionario e le conseguenti responsabilità erariali davanti alla Corte dei Conti degli autori di un gesto tanto scriteriato. Di norma, i contratti devono essere rispettati per intero; a maggior ragione quelli siglati all’esito di una gara pubblica.

Se, poi, come avvenuto nell’anno in corso, subentrano situazioni imprevedibili (nel caso, l’esplosione del prezzo del gas della quale i giornali di tutto il mondo parlano, almeno da gennaio), prima di risolvere un contratto, occorre verificare la sussistenza di eventuali soluzioni alternative insieme al Concessionario Acosì nei limiti e nel rispetto delle forme imposti dalla Legge e procedendo, se necessario, anche all’aggiornamento dei piani economici ed aumentando la durata della stessa.

Per essere chiari: per emanciparsi totalmente dal gas, occorre trovare alternative tecniche e impiantistiche adeguate (che già sappiamo essere finanziariamente e logisticamente impegnative) e durature e che, in quanto tali, richiedono importanti tempi di realizzazione oltre che di rientro dell’investimento.

In altre parole, far credere che, sul mercato, esistano operatori in grado di offrire gas ai prezzi degli anni scorsi o che si possano convertire tutti gli edifici comunali dal gas al fotovoltaico nell’arco di breve tempo e senza costi, è una bugia colossale.

Senza polemica, anziché l’ennesima insensata sparata autunnale contro gli asset comunali, avremmo preferito ricevere dalla Lega il tanto atteso chiarimento sulle ragioni che hanno indotto la vecchia Amministrazione novese a dirottare su Alessandria ben cinque milioni di Euro, inizialmente destinati a Novi Ligure, per le opere compensative legate al Terzo Valico. Auspicando che, almeno questa volta, non vengano a raccontarci di ponti sulla Bormida a vantaggio dei Novesi.

Democratici per Novi

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