Un Natale da fiaba (lettera a mio nipote)

Che bello vedere la tua testolina di riccioli ramati scuotersi nel riso, quando, con l’aiuto del tuo babbo scopri tutti i segreti del John Deere che un Babbo Natale, ancor prima che nascesse il bambinello, ti ha portato. Ridi, abbracci papà che ti fa volare in alto e ti riprende, sicuro, fra le sue braccia giovani e forti. Ridi spensierato in questo Natale da fiaba. Per fortuna non sai che a qualche migliaio di chilometri da qui altri bambini, come te, non vivranno delle festività serene. Le loro famiglie sono, per gran parte del giorno senza acqua, luce, riscaldamento e rischiano ogni notte che i missili distruggano la loro case ed anche le loro vite.  

Perché? Ti domanderai quando sarai più grande e studierai la storia sui libri scolastici. Ti diranno che un presidente megalomane ha trascinato il suo popolo in una guerra per restaurare un impero che non esiste più da secoli. Pensava che, con i mezzi militari di cui disponeva e che da mesi dislocava ai confini di quel paese, mentendo al mondo dicendo che si trattava solo di esercitazioni militari, avrebbe invaso e piegato la nazione confinante in poche settimane.
Dal 24 febbraio sono passati esattamente 10 mesi ed il popolo aggredito, aiutato solo con mezzi militari inviati da tanti paesi democratici del mondo sta resistendo e riconquistando i suoi territori. L’aggressore, dice di ricercare un accordo di pace ma, di notte, come tutti i demoni malvagi, scarica sulle infrastrutture dei resistenti centinaia di missili per rendere la loro vita impossibile.
Un tempo, nel secolo scorso, altri uomini, donne e bambini vennero prelevati dalle loro case, spogliati dei loro beni ma soprattutto allontanati dai loro affetti e rinchiusi nei lager per lavorare e molto spesso a morire. A quel tempo, non c’erano i cellulari e le comunicazioni erano molto più lente ed incerte. In pratica non si conoscevano quei fatti. Il tuo bisnonno che era stato nei campi di lavoro come prigioniero di guerra diceva che il suo sogno ricorrente, come quello di tanti altri internati, era di poter rientrare finalmente a casa, sani e salvi, ma di non essere creduti quando raccontavano il loro calvario. Molti dei fortunati che sopravvissero, infatti, non parlarono mai di quanto accadde loro e consegnarono i ricordi ai fantasmi dell’inconscio. 

Ma oggi che si sa cosa succede. Perché il mondo non a riesce fermare gli assassini? Forse perché si rischierebbe una guerra mondiale che nessuno vuole. Poi esiste un’arma, quella nucleare, che, se fosse impiegata, renderebbe impossibile la vita anche agli eventuali vincitori. Papa Francesco ha lanciato il suo appello per la pace. E’ stato accusato di intromissione dal tiranno assassino. Il dolore di questo Papa l’ha sentito tutto il mondo con le lacrime che hanno solcato il suo viso stanco e deluso.

Ti domanderai, quando sarai più grande, il perché di tanto male. Non c’è un perché. Come nelle fiabe c’è l’orco, la strega cattiva, nella realtà ci sono i malvagi che oggi hanno anche un aspetto gradevole, suadente anche quando offrono droga a bambini e ragazzi come offrivano, nelle fiabe di un tempo, pozioni con lo stesso scopo renderli fragili ed arrendevoli. Il male esiste, come ai tempi di Esopo, il lupo cercava dei motivi per sbranare l’agnello, ancor oggi il male può essere più forte del Bene. Però, come mi disse un credente, il male, come un albero malato che cade, fa un gran fracasso; il bene, come una immensa foresta che cresce, non produce neppure un fruscio. Tu fai parte della foresta. Cresci sano, forte, studia, cerca di volerti bene.

E, amore mio, fai bei sogni!
La nonna

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Vilma Borra

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