La maledizione del Cavaliere Senza Testa

Tra le superstizioni più antiche e diffuse c’è, senza dubbio, quella dello specchio rotto: secondo la tradizione popolare, se si fa cadere uno specchio, frantumandolo, sette anni di sfortuna si abbatteranno sulla casa ove è accaduto il fatto.

Per quanto riguarda il centrodestra novese, si potrebbe affermare che lo specchio si è rotto già tre anni or sono, grazie all’impegno del Mungitore e del nipote di colui che, illo tempore, ricopriva la carica di Sindaco; si potrebbe anche aggiungere che le disgrazie, per Novi, sono incominciate allora.  In quello specchio, narcisisticamente, volevano far riflettere la propria immagine entrambe le persone citate: “Specchio, servo delle mie brame, chi è il più potente di Novi?” (cfr. Biancaneve).
Contendendosi l’oggetto, e cercando di tirarlo dalla propria parte, a furia di tira e spingi, spingi e tira, infine è caduto, frantumandosi … e i cocci sono dei novesi.

Si sono letti alcuni commenti pubblicati su un social network in merito alle ultime vicende del centrodestra novese e alle spaccature che, risibilmente, vengono addossate a “forze occulte” di destra, ma anche di sinistra.

Misteriosi grandi vecchi, con mantello a ruota, di età ignota, ma attivi dal 1946, tramerebbero da tempo immemorabile nell’ombra per spezzare l’unità dei Dirigenti (o presunti tali) di centrodestra. Invece, se si può dire, costoro hanno fatto tutto da soli, animati da grande individualismo ed ego esasperata, che si potrebbe definire, politicamente, insana. Come diceva il Marchese del Grillo: “Io so’ io, e voi non siete un cazzo” (con rispetto parlando). 
Nel caso specifico, si potrebbe anche pensare alla maledizione del fantasma del Generale francese Joubert, che pare si aggiri nelle stanze di Palazzo Durazzo.
Ma si potrebbe trattare anche della maledizione del fantasma del Cavaliere Senza Testache, secondo fantasie giovanili non meglio identificate, si aggirerebbe nottetempo nel Parco Castello. Alcuni sostengono di averlo visto nelle notti di luna piena, aggirarsi tra i resti del castello, in groppa al suo cavallo, compiere qualche giro intorno alla torre per poi scomparire tra le sue mura, non prima di aver lanciato anatemi e annunciato disgrazie per il centrodestra novese. 

Non per contraddire i “raffinati” analisti della destra novese, ma costoro sono stati gli unici artefici degli accadimenti: hanno fatto tutto da soli. A questo punto si potrebbe persino azzardare un parallelismo con la figura autolesionistica di Tafazzi che, da solo, si percuoteva i genitali (cfr. “Mai dire Gol”).
Non si sa se si può dire, ma l’impressione è che nel centro destra, più che l’unione, sia prevalsa una sorta di “cannibalismo” (sempre con rispetto parlando). 

Non si offenda il nipote del Sindaco, ma il Mungitore, navigante di lungo corso dopo una permanenza di circa trent’anni in Consiglio comunale, aveva capito – scoprendo l’umidità nel pozzo, o, se si preferisce, l’acqua calda – che la chiave di volta per il successo elettorale stava nel mettere insieme tutte le forze politiche di destra, onde contrastare l’“odiata” sinistra. Scoperta senza eguali, forse paragonabile a quella della penicillina, e che aveva ottenuto il risultato di portare il centrodestra, seppur in maniera risicata, al risultato del 2019.

Il resto è una pagina di storia novese da archiviare al più presto, fatta di intrighi di Palazzo, liti più o meno furibonde, sgambetti, seggiolate, striscioni insultanti … performance tutte interne a quella che era maggioranza e, in particolare, alla Lega nostrana.

Per non tediare eccessivamente i lettori ci si limiterà a riproporre qualcuna delle “gesta” più eclatanti, a partire dalla fuga ingloriosa, epilogo delle varie beghe, che ha sancito, in maniera definitiva, la fine della unione faticosamente rabberciata dal Mungitore. L’immagine di tale fuga (sotto riprodotta ad imperitura memoria) è immortalata nella figura dell’allora Sindaco mentre esce dall’aula consiliare, il quale sembra dire, comprensibilmente: Basta! Ne ho le palle piene! 

Immagine di repertorio, Anno Domini 2022

Se questa è un’immagine difficile da dimenticare, assolutamente unica nella storia del Consiglio comunale novese, si ricordi che dietro alle quinte, pugnal fra i denti, c’erano il rampollo nipote e lo stagionato Mungitore, i quali non avevano smesso, neppure per un minuto, di begare.

A quella serata sono seguiti mesi di relativa tranquillità, ma “… Nella vita c’è sempre chi fa la spia nell’ombra, chi ti pugnala alle spalle: forse è un amico?” (cfr. “La ballata di Bonnie e Clyde”).

A proposito di presunta unione del centrodestra: un primo capolavoro di coesione si era verificato poco prima della debacle estiva, quando il nipote (o chi per esso) del Sindaco allora in carica aveva servito su un piatto d’argento (poi rivelatosi di carta stagnola) la candidatura a Sindaco all’uomo che ambiva indossare la fascia tricolore, alla condizione che “illo” facesse il salto della quaglia, approdando alla banchina n. 41 della Lega e abbandonando la scialuppa di Forza Italia. Va da sé che gli Azzurri (da Bosco Marengo) non abbiano vissuto bene tale dipartita e che se la siano legata al dito”, coltivando il pensiero che la vendetta è un piatto da servire freddo.

E che dire poi della recente trasmigrazione da Forza Italia dell’uomo già Assessore ai Lavori Pubblici, nonché Vice-Sindaco, verso una lista civica, in appoggio al nipote dell’ex Sindaco, il quale ora tenta di occupare la poltrona che fu del nonno? Anche in questo caso, evidentemente, si parla di salto della quaglia o del fosso: sì, perché selfie-man avrebbe voluto, da tempo immemore, configurarsi come il candidato Sindaco del centrodestra. Non a caso sui muri cittadini, pochi giorni fa, era comparso il suo faccione affiancato al simbolo di Forza Italia, simbolo che, dopo il “salto”, non potrà più utilizzare. Il volgo sostiene che la situazione sia precipitata quando il suo ex partito, insieme a quello dei Fratelli casalesi, ha proposto a Sindaco la già pluri candidata “Signora in azzurro”; voci di corridoio affermano che tra i due non corra buon sangue, ovvero esista della ruggine, in quanto, nel 2019, la signora sarebbe stata in corsa per la poltrona da Vice-Sindaco, ma, al fotofinish, era stata superata dall’auto-fotografo. Ora la “Signora in azzurro” gli avrebbe reso la pariglia.

E si potrebbe continuare a lungo.

Quanto risulta evidente e certo è la spaccatura del centrodestra: da una parte i Fratelli casalesi e gli Azzurri boschesi, dall’altra la Lega, con selfie-man al seguito ed un paio di transfughi del Terzo Polo (Polo che “ignoti” – pare di centrodestra – sono riusciti a far litigare. Deve essere la maledizione del “Cavaliere Senza Testa” che, si sospetta, abbia simpatie di sinistra).

Un altro elemento tristemente certo è che il centro destra tutto, senza esclusione alcuna, è politicamente responsabiledella situazione in cui è precipitata la città.

Il Malalingua

Assessore a vita?

La nomina ad Assessore comunale, ad esempio al Bilancio, è a vita? Ancora, tale nomina si può definire un lavoro? oppure è un ruolo temporaneo che viene annullato quando decade il Sindaco che ha decretato la nomina stessa? Si chiede per un amico.

La pulizia e la manutenzione della città è molto importante per i novesi, ma lo è ancora di più per i foresti: una città risulta accogliente anche per questi aspetti. Una città pulita e ordinata viene rispettata da tutti, in primis dagli indigeni.
Qualora il centrosinistra vincesse le prossime elezioni, tra le piccole cose di cui occuparsi subito vi è quella di eliminare l’oggetto obbrobrioso collocato in via Paolo da Novi, eredità della Giunta Cabella e, in particolare, di selfie-man; e poi riportare ordine in centro storico, agendo su transito e parcheggio selvaggi; e ancora, possibilmente, eliminare un altro obbrobrio, il dehors di corso Marenco ormai chiuso da anni, nonché il suo dirimpettaio, l’ex distributore di benzina sito in piazza Pernigotti. 

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