Quei confronti che non spostano un voto

Come sanno (quasi) tutti, i dibattiti tra i candidati sindaco non spostano un voto. Il pubblico è formato esclusivamente da sostenitori di questo o quell’altro candidato, mentre di cittadini indecisi, che cercano di farsi un’idea, non ce ne sono mai.  Dal punto di vista elettorale, quindi,  non servono a nulla. Al limite, servono ai candidati per “prendersi le misure” in vista del voto. 

A Novi, in due giorni, abbiamo avuto due confronti tra i sei candidati. Il primo mercoledì sera in biblioteca, il secondo giovedì pomeriggio a teatro.  Due incontri che hanno visto un’ottima partecipazione di pubblico (pardon, tifosi) ma che comunque restano in parte anomali.

Anomalo il primo incontro, perché organizzato da uno dei sei contendenti, il candidato sindaco Garaventa. Di solito queste cose le organizzano le testate giornalistiche, ma a Novi l’ha organizzata lui e va bene così. Da candidato sulla carta più debole, Garaventa ha trovato il modo di presentarsi ad un pubblico più vasto – purtroppo per lui, erano già tutte persone già schierate. Complimenti a Tiziana Piu, che ha saputo moderare l’incontro lasciando spazio ai candidati e senza essere invadente. 

Anomalo ancora di più il secondo incontro, voluto dalla fondazione Marenco e moderato dal direttore artistico Giulio Graglia. Solo tre domande ai candidati, limitati a soli due minuti di risposta. Tempo senza limite invece per Giulio Graglia, che ha parlato più di tutti i candidati messi insieme. Quello al Marenco è sembrata una serata con un attore protagonista, Graglia, e i sei candidati sindaco a fargli da comprimari. Per dirla con Leo Longanesi, “È così egocentrico che se va a un matrimonio vorrebbe essere la sposa e a un funerale il morto”.  
Insomma, quello di ieri è stato un tentativo di “spottone” a favore del direttore, incaricato dalla Lega e che forse teme di perdere il posto con l’insediamento di un nuovo sindaco.  «Siamo tutti volontari», ha detto Graglia. Ma – nel suo caso – non ci risulta vero, e siamo sempre in attesa di conoscere i bilanci della fondazione e l’andamento economico della prima stagione.

Senza particolari tensioni in entrambe le serate il confronto tra i candidati. Nella prima serata, l’unico momento un pò frizzante è stato quando Perocchio ha rimproverato Muliere per non aver analizzato la sua sconfitta, e Muliere ha spiegato all’avversario che forse avrebbe fatto bene lui ad analizzare i veri motivi della vittoria di suo nonno. 

Nella “matinee” al Marenco, Garaventa ha corretto Zippo per aver chiamato “piccionaia” il loggione. Siamo andati a vedere, sono corrette entrambe le definizioni… Ma a Novi, l’ultima fila di posti in alto a teatro, l’abbiamo sempre chiamata piccionaia. 

Il dibattito in biblioteca. Da sinistra a destra: Zippo, Muliere, Perocchio, Barbagelata, Porta e Garaventa.

Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi

Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone

andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

Torna su

Contact Us