Parco Castello, l’ascensore non si farà

Grosso successo di pubblico per la serata di informazione e confronto sul piano di recupero urbano del Parco Castello, organizzata dall’amministrazione comunale lunedì sera presso le roventi sale del Museo dei Campionissimi.  Un pubblico di circa 200 persone ha resistito, nonostante la temperatura infernale della sala, fino a oltre mezzanotte. 

Dopo l’introduzione del Sindaco Muliere e dell’Assessore ai lavori pubblici Tedeschi, è stato il tecnico del comune Dario Grassi a illustrare i vari passaggi burocratici che hanno portato in avanzamento il progetto avviato dalla precedente giunta comunale guidata da Gianpaolo Cabella. 

Lo stato di avanzamento dei lavori al momento è nella fase di aggiudicazione dei lavori dell’appalto. Lavori che dovrebbero iniziare nei prossimi mesi. 

Ad illustrare le scelte progettuali è stato l’architetto Mauro De Canal, a capo della cordata di studi che hanno steso il progetto esecutivo. La fase di progettazione ha coinvolto circa 40 tecnici. 

Uno degli argomenti più sentiti, nei giorni precedenti il confronto, è stato quello dell’ascensore, e della accessibilità del parco ai disabili motori e non solo. 

Nella progettazione esecutiva presentata lunedì l’ascensore è stato tolto. «Il costo preventivato dalla progettazione preliminare, stimato in 430mila euro, non era congruo – ha spiegato De Canal – in realtà, il costo di un ascensore per portare dal centro storico alla sommità del parco si aggira intorno al milione di euro». 

L’unico modo per fare un ascensore, hanno illustrato i tecnici, sarebbe quello di costruirlo come una torre, alta circa quanto la torre del castello, che si ergerebbe in aria per poi congiungere l’ascensore al parco con una passerella aerea lunga 40 metri. 

Per permettere comunque l’accesso ai disabili, è stato progettato un percorso che permette da Salita Ravazzano di accedere al parco con una serie di rampe con pendenza inferiore al limite di legge (8%) intervallate da piazzole di sosta lungo la salita. 

Il progetto prevede inoltre il recupero dei percorsi sotterranei della collina del castello e della casa del custode, l’abbattimento di alcune costruzioni risalenti agli anni ’70,  l’abbattimento di 37 alberi classificati come pericolosi, e la dotazione di nuovi servizi igienici e di nuovo arredo. 

Durante l’esposizione, sono giunte alcune notizie molto interessanti dal punto di vista storico. La prima, è che probabilmente il parco castello di Novi rappresenta uno dei primi esempi di parchi urbani aperti alla città di tutta Europa. La seconda, è che il gruppo di progettazione ha eseguito una mappatura laser 3d dei sotterranei che corrono sotto il castello, che permette ora di sovrapporre perfettamente il percorso ipogeo con la superficie e questo può gettare nuova luce sulle possibili uscite e sulla funzione originaria. Ricordiamo che non tutti i percorsi sotterranei che si dipartono da sotto la collina sono stati esplorati. 

Infine, e questo crediamo sia l’elemento più importante,  i saggi archeologici hanno messo in evidenza strutture murarie databili al 900 dc. Questo permetterebbe di retrodatare l’esistenza da fonti documentali della città di circa 2 secoli. 

Le polemiche non sono mancate

Il dibattito che è seguito è stato vivace e non esente da polemiche. Tra i primi a parlare contro l’eliminazione dell’ascensore dal progetto è stato Bruno Ferretti, che si è detto molto deluso di questa scelta che penalizza le persone portatrici di handicap. 

Vicace intervento anche dell’ex vicesindaco Diego Accili che ha ribadito la necessità di misure contro gli atti vandalici. A un certo punto l’ex vicesindaco ha dato in escandescenze, ma dal video non si capisce bene cosa dica e perchè.

La registrazione completa del dibattito è disponibile sulla pagina YouTube del comune di Novi (vedi sotto). 

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