La civica educazione: un bell’esempio di Democrazia dai ragazzi delle medie Boccardo

Questa testimonianza mi è stata inviata alcuni giorni fa da una mia collega della scuola media “Boccardo”. Anzi una Collega, con la C maiuscola, che vive per la scuola e in particolare per i ragazzi 365 all’anno, che entra in empatia straordinaria con i suoi alunni ed è capace di captare ogni piccolo segnale, ogni disagio, ogni situazione emotiva, bella o brutta che sia. Per fortuna questa è una bella testimonianza che ci fa pensare e sperare in questi ragazzi, che possano davvero costruire un futuro migliore.

“Insegno da parecchi anni presso le scuole medie Boccardo, qui a Novi. È un lavoro bellissimo, il mio, spesso difficile e faticoso, ma sempre coinvolgente. 
La nostra scuola ha deciso, quest’anno, di procedere all’elezione di rappresentanti di classe per gli studenti, due per ogni classe. 
Nella mia classe seconda – la 2 A – ho lasciato loro una delle mie ore per presentare candidature e per avviare una discussione in merito.  Credo di essere una persona poco capace, alla mia età, di stupirsi: tuttavia, è successo. 
I sei candidati – l’elettorato attivo – hanno presentato le loro intenzioni; gli altri – l’elettorato passivo – hanno ascoltato, hanno fatto domande, hanno spiegato le motivazioni per cui hanno scelto di non candidarsi.  Ciò che mi ha stupito è il come lo hanno fatto. Sono stati chiari, sinceri, educati, rispettosi, entusiasti, gentili. Non hanno fatto promesse per carpire benevolenze, hanno affrontati problemi reali, hanno proposto soluzioni realizzabili. Erano e sono consapevoli di essere una comunità, per la quale gli eletti si impegneranno sapendo che i non eletti meritavano quanto loro, e quanto loro avrebbero messo ogni buon agire. 
Nessuna polemica, nessuna prevaricazione, nessun protagonismo: solo consapevolezza, nei loro discorsi, di essere uniti negli stessi problemi e nella ricerca delle migliori soluzioni. E amore gli uni per altri. 
Uso la parola amore non perché sia la prima a venirmi in mente, né per banalizzarla: la hanno usata loro, ed era sincera. Solo chi prova amore può mostrare tale grandezza d’animo e tale autentica semplicità. 
È questo il vero senso della politica: l’amore per la polis, città e gente. Quei ragazzi sono diventati l’etimologia ed il significato profondo dell’aggettivo “gentile”. Quello che la politica dovrebbe essere, quello che tanti politici dimenticano, quello che tanti cittadini ignorano. 
Andranno tutti a votare, non ci sarà astensionismo: eserciteranno il loro diritto di voto per senso del dovere e per desiderio di partecipare. 
Quello che dovrebbe essere la libertà: partecipazione. 
Quello che dovrebbe essere la democrazia: rispetto. 
Colpita dalla loro grandezza d’animo, li ho guardati con immensa tenerezza: mi auguro che la società non li deluda, che non li cambi la vita. Hanno un peso enorme sulle loro spalle fragili, che però sanno essere forti. Ed hanno tanto da insegnarci”. 

Giulia Galli

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Alberto Ricci

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