A Tagliolo Giovanni Chinnici, figlio del magistrato ucciso nel 1983

Sabato 11 maggio alle ore 15.30 presso la biblioteca comunale di Tagliolo Monferrato il presidio ovadese di Libera ha organizzato un incontro con Giovanni Chinnici, figlio del magistrato Rocco Chinnici ucciso il 29 luglio 1983 da un’autobomba posta sotto la casa dove viveva. Verrà presentato il libro “Trecento giorni di sole. La vita di mio padre Rocco, un giudice scomodo”,

A 40 anni dalla strage di via Pipitone Federico che costò la vita anche al portiere dello stabile Stefano Li Sacchi ed a due componenti della scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, Giovanni Chinnici ripercorre i 19 anni trascorsi con il padre. Settemilacentoquarantasette giorni, per l’esattezza, tanti sono quelli trascorsi dal giorno della sua nascita a quello della morte del padre così amato da lui e dalle due sorelle Caterina ed Elvira. La strage di Via Pipitone Federico segna una svolta nella strategia di Cosa Nostra: per la prima volta la mafia usa un’autobomba anziché cercare di colpire soltanto il “bersaglio” predestinato, correndo quindi consapevolmente il rischio di coinvolgere persone estranee, passanti, altri abitanti dello stabile, oppure il portiere come in questo caso.

Ma Rocco Chinnici era un magistrato particolare, un giudice scomodo non solo per Cosa Nostra: fu lui ad istruire il primo grande processo alla mafia, il cosiddetto maxi-processo, fu lui a comporre il pool-antimafia, chiamando accanto a sé Falcone, Borsellino, Di Lello ed altri. E fu lui, per primo, a recarsi nelle scuole per parlare agli studenti della mafia e dei pericoli della droga. Come affermerà qualche anno dopo Giovanni Falcone, anche Chinnici credeva nella possibilità di sconfiggere la mafia: “Se c’è la volontà politica, anche quello della mafia, come tanti grossi problemi che attanagliano la nostra società, potrà essere risolto”, scriveva nel 1978. Ed il figlio Giovanni, che ha scelto per sé la carriera di avvocato, specializzato in diritto bancario e commerciale nonchè amministratore di aziende confiscate alle mafie, ha raccolto il testimone del padre. Il volume si chiude con una riflessione sul concetto di “antimafia 2.0”: il sottosviluppo economico – scrive – è uno dei principali fattori di diffusione della mafia e il terreno nella quale essa affonda le sue radici. E’ arrivato il momento in cui è indispensabile che lo Stato e la società contrastino il sottosviluppo economico e sociale con tutte le loro energie, non solo con i giudici e i poliziotti.

Forse questa convinzione, che fu di Rocco Chinnici quasi 50 anni fa e che oggi non solo il figlio Giovanni ma molti altri condividono, aveva reso “scomodo” quel magistrato che contrastava la criminalità organizzata non solo con la sua attività professionale, con le sentenze ed i processi ma anche fuori dalle stanze del Palazzo, parlando con i giovani, richiamando la politica e la società tutta alle proprie responsabilità.

L’11 maggio a Tagliolo il Giudice Rocco Chinnici tornerà a dialogare con i giovani; le sue idee, i suoi pensieri ed i valori in cui credeva sono ancora attuali, 40 anni dopo la sua morte e noi abbiamo la responsabilità di continuare ciò che uomini e donne come lui hanno intrapreso.

Vi aspettiamo a Tagliolo Monferrato, per camminare insieme.

Libera- Presidio Antonio Landieri – Ovada

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